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La festa di Santa Rita in diretta da Cascia, la Priora spiega il programma del 2020

Nonostante l'epidemia la festa per la Santa a Cascia sarà in contemporanea in tutto il mondo


Sarà una festa di santa Rita tra presenza e virtualità, quella che la Famiglia Agostiniana di Cascia e milioni di devoti in Italia e nel mondo, impossibilitati dalla pandemia del Coronavirus ad essere presenti, vivranno venerdì 22 maggio, come ha sottolineato la priora del monastero di santa Rita da Cascia, suor Suor Maria Rosa Bernardinis: “I mezzi virtuali ci permettono di raggiungere l’intera famiglia di devoti, per sentirci vicini e uniti anche quest’anno. Accogliendo la speciale grazia, che arriva dal cielo, ovunque ci sentiremo presenza viva, tra di noi e con Santa Rita. L’accesso in Basilica, secondo le norme, ci permette di accogliere un numero molto esiguo di fedeli, per questo invitiamo tutti a restare a casa e ad unirsi a noi, seguendo la festa in diretta” su internet e tv.

La festa di santa Rita del 22 maggio sarà un giorno senza precedenti, anche per la scelta delle monache agostiniane che hanno voluto realizzare un’impresa pionieristica, per portare i festeggiamenti a tutti i devoti d’Italia e del mondo, racchiusa nel nome #MaratonaFestaSantaRita: in questo giorno il monastero ritiano lancerà una diretta streaming internazionale di 8 ore, con inizio alle ore 10:00. Inoltre durante la cerimonia, saranno benedette 47 rose, che saranno inviate ai Presidenti delle Regioni d’Italia (20), ai Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali (20) e al Presidente Mattarella (1). Una rosa sarà consegnata al Sindaco di Cascia, mentre le ultime 5 rose rappresenteranno simbolicamente i continenti.

Alla priora del monastero abbiamo chiesto di raccontarci come i fedeli possono vivere quest’anno la festa di santa Rita: “La pandemia del coronavirus ci impone dei festeggiamenti diversi dalla normalità. Ogni anno la festa di santa Rita significa per noi ricevere un abbraccio immenso di fedeli, dall’Italia e dal mondo, che quest’anno sono impossibilitati ad essere a Cascia e a partecipare ai festeggiamenti. I mezzi virtuali ci permettono di raggiungere l’intera famiglia di devoti, per condurli alla festa e sentirci vicini e uniti anche quest’anno. Accogliendo la speciale grazia, che arriva dal cielo, ovunque ci sentiremo presenza viva, tra di noi e con santa Rita. L’accesso in Basilica, secondo le norme, ci permette di accogliere un numero molto esiguo di fedeli, per questo invitiamo tutti a restare a casa e ad unirsi a noi, seguendo la festa tramite la nostra maratona in diretta streaming in contemporanea su facebook.com/monasterosantarita, youtube.com/monasterosantarita e il sito istituzionale www.santaritadacascia.org,”.

Perché Rita è la santa degli impossibili?
“E’ stato il popolo di fedeli a proclamare santa Rita come ‘santa dei casi impossibili’ (o santa degli impossibili), proprio perché chi cerca il suo sostegno e si rivolge a lei, ieri come oggi, lo fa davanti a casi appunto impossibili. Impossibili agli uomini, ma non certo a Dio. Questo è uno dei più grandi insegnamenti che Santa Rita ci ha lasciato, sia con la sua vita che dopo la morte: se ci si affida a Dio, tutto può accadere, perché tutto è possibile a Dio. Santa Rita non smette mai di ricordarcelo, proprio attraverso le numerose tracce delle sue opere. Ogni anno in monastero, sono migliaia le testimonianze che ci arrivano da ogni parte del mondo, di grazie ricevute e di miracoli accaduti per intercessione di Santa Rita, tra cui numerose guarigioni che sembrano inspiegabili”.

Perché in tempo di crisi il popolo si rivolge a santa Rita?
“Santa Rita ha conosciuto molte sofferenze. Ha affrontato la morte del marito ucciso e quella dei due figli portati via proprio dalla peste, venendo poi allontanata dalla famiglia dello sposo che desiderava vendetta verso i suoi uccisori, perché Rita, che conosceva i loro nomi, scelse il perdono, per la pace. Superò ogni dolore aprendo il suo cuore al Signore e affidandosi alle sue mani, fino alla fine. Entrata in monastero, infatti, Rita chiede a Dio di accogliere nella sua carne i patimenti di Gesù, ricevendo in fronte una spina della corona di Cristo crocifisso, la ‘stigmata’ che portò negli ultimi 15 anni della sua vita. La sua profonda esperienza della sofferenza, così come la sua infinita fiducia in Dio, sono i motivi per cui santa Rita è sì un esempio universale, ma è anche ‘una di noi’. I devoti in tutto il mondo, infatti, la amano per la sua ‘normalità’ e perché riescono sempre a sentirla presente e vicina. Santa Rita è per loro un’amica, una confidente, una sorella, una guida preziosa ed importante. Affidarsi a lei, soprattutto in questo tempo di grande prova, significa scegliere la strada che ci avvicina a Dio, quella del coraggio, della speranza e della rinascita”. 

In questo particolare momento cosa significa pregare i santi?
“Sempre, i santi sono per noi lo specchio che riflette la luce della misericordia di Dio. Una luce, che maggiormente ci occorre nei momenti di grande buio e difficoltà, come quello che stiamo attraversando. I santi sono esseri umani come noi e proprio nella loro fragilità ci dimostrano che anche noi possiamo superare i nostri limiti terreni, aprirci allo Spirito Santo ed aspirare così ad una vera vita vissuta nel profumo di santità. Come Gesù, che è la corona di tutti i servi di Dio, i santi sono la nostra ancora di salvezza, sono la nostra preghiera viva, quella che affidiamo loro, perché arrivi direttamente nelle mani del Signore. Attraverso i santi, infatti, noi cerchiamo Dio e parliamo con lui, perché la nostra devozione e il nostro amore per essi terminano proprio in Dio”.

Simone Baroncia

FONTE: ACI STAMPA

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