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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

La promessa della Madonna a san Simone Stock

San Giovanni Paolo II, sotto la veste, indossava lo scapolare e molti Papi hanno ricordato l’importanza di questa devozione. Nelle apparizioni di Fatima, e particolarmente in quella del 13 ottobre 1917, la Madonna si mostrerà come Madonna del Carmelo che tiene in mano lo scapolare. Suor Lucia, veggente di Fatima diventerà religiosa carmelitana. Scopriamo di più su questo sacramentale e sulla figura di san Simone Stock che oggi ricordiamo. A cosa serve lo scapolare del Carmelo? Un tempo consisteva in una parte dell’abito che rivestiva e anche oggi riveste il religioso carmelitano. Negli anni, per praticità, si è trasformato in due lembi di stoffa che tengono unite le immagini del Sacro Cuore di Gesù e della Madonna del Carmelo. Ma a cosa serve lo scapolare? A san Simone Stock, che diffuse la devozione della Madonna del Carmelo, la Vergine assicurò che quanti fossero morti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio. Lo scapolare non è un segno puramente e

San Filippo Neri e la nascita dell’Oratorio

San Filippo Neri servì Dio e gli uomini con devozione, gioia e un calore straordinario. Apostolo di Roma e Santo della Gioia, creò il concetto di oratorio come lo conosciamo oggi Nel cuore pulsante della Roma rinascimentale, una figura unica e sorprendente si distingueva tra i palazzi e le piazze affollate. Era San Filippo Neri, un uomo con un ardente desiderio di condividere la gioia del Vangelo con tutti coloro che incontrava. Impazzito per il Signore, si definiva lui stesso. La sua metodologia di evangelizzazione non era basata su complesse argomentazioni teologiche o sulla condanna delle masse, ma su un incontro personale e gioioso con Gesù Cristo, fonte di senso e bellezza nella vita di ogni individuo. È a San Filippo Neri che dobbiamo l’origine dell’oratorio. Per chi ha ricevuto un’educazione religiosa e ha frequentato la chiesa, seguito il catechismo, il termine oratorio è noto e di uso comune. Oggi l’oratorio è il luogo deputato all’ educazione cristiana dei giovani e dei bambi

La Santa sposa amica delle spose

Santa Rita è amata, conosciuta e invocata in tutto il mondo. Lei, la santa delle grazie impossibili, delle rose, dell’obbedienza totale e fiduciosa; la Santa capace di far fiorire sterpi secchi, nella sua semplice eccezionalità continua a sorprendere. Da oltre 60 anni, infatti, è diventata anche amica, consigliera e benefattrice delle future spose. Come? Scopriamolo insieme! Una sposa che può capire le spose Tra i pochi santi sposati della storia del cristianesimo santa Rita è, forse, la più amata. Invocata come protettrice dei matrimoni, fu sposa e madre, prima di prendere i voti. Ed è proprio dalla sua esperienza di sponsalità che si è consolidata una bella tradizione: andare da lei per ricevere in dono l’abito da sposa. Sì, proprio così! Santa Rita continua a essere madre per tutte quelle figlie che per difficoltà economiche o semplicemente per vivere in maniera più sobria e dare nuova vita ad abiti meravigliosi vanno da lei per scegliere l’abito da sposa. Un gesto di solidarietà e

Ringraziamenti PRESENTAZIONE DEL LIBRO “i due SARANNO UNO” di Don Pasquale VASTA

Esperienze, riflessioni ed umili suggerimenti per provare a rendere semplice una cosa complicata. Sì, perché, inutile negarlo, l'amore è complicato. Come fosse una pianta, va coltivato. Anzi, va coltivato insieme. Don Pasquale Vasta a cui va la nostra riconoscenza e gratitudine prova a spiegare come... Un lavoro eccezionale sull’amore di coppia: attuale, concreto, nuovo, i valori della coppia e, in generale, della comunità e dello stare insieme. In seguito alla conclusione dell’evento svoltosi presso la Parrocchia Matrice Santa Maria Assunta Polignano a Mare nella giornata di Martedì 07 Maggio24 , vogliamo rivolgere un sentito ringraziamento va ai presenti, per aver accolto l’invito e per la partecipazione attenta e coinvolta. Un ringraziamento speciale inoltre va fatto ai nostri relatori, il Rev.mo Don Pasquale VASTA e all'Avv. Eugenio Scagliusi per aver accettato il nostro invito a partecipare al convegno, donando a tutti i partecipanti le proprie esperienze e le proprie c

Francesco: la carità, l'amore quasi "impossibile" che fa amare anche i nemici

All'udienza generale il Papa traccia una distinzione tra l'amore cristiano e tutti gli altri tipi di amore che si vivono nella vita: quello che nasce dal Vangelo "benedice quelli che maledicono", sa perdonare, è così "ardito da sembrare quasi impossibile" "Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità": lo scrive san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi. La carità, terza virtù teologale, è il tema della catechesi di Papa Francesco oggi all'udienza generale in Piazza San Pietro. “La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1 Cor 13,4-7)” Si parla tanto dell'amore, ma cos'è l'amore? San Paolo parla ad u

Giubileo 2025, tutte le modalità per ottenere l’indulgenza

Le norme della Penitenzieria Apostolica regolano la concessione e l’uso dell’indulgenza, una grazia giubilare. Sono state pubblicate ieri le norme sulla concessione dell’indulgenza durante il Giubileo ordinario del 2025 , per il quale Papa Francesco chiama tutti i cristiani a farsi pellegrini di speranza. Nella bolla di indizione Spes non confundit, il pontefice afferma che il dono dell’indulgenza, una grazia giubilare, «permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. Non è un caso che nell’antichità il termine “misericordia” fosse interscambiabile con quello di “indulgenza”, proprio perché esso intende esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini». Firmato dal penitenziere maggiore cardinale Angelo De Donatis, il documento indica le modalità che concernono la concessione e l’uso delle indulgenze. Il fedele potrà ottenerla se intraprende un pio pellegrinaggio: verso qualsiasi luogo sacro giubilare, partecipando devotamente alla messa, alla celebra

Il Papa: mettere i giovani contro gli anziani è una manipolazione

"Nella vecchiaia non abbandonarmi" è il tema del Messaggio di Francesco per la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che ricorre il 28 luglio. Nel testo la denuncia di una mentalità individualista che va diffondendosi e che marginalizza l'anziano vissuto spesso come un peso e un costo eccessivo per la società. L'invito del Pontefice è a superare questa visione per pensare a un futuro diverso dove non ci sia contrapposizione tra generazioni e i giovani non facciano mancare la tenerezza "La contrapposizione tra le generazioni è un inganno ed è un frutto avvelenato della cultura dello scontro." E poco più avanti: "Le appartenenze comuni sono in crisi e si affermano le individualità; il passaggio dal “noi” all’“io” appare uno dei più evidenti segni dei nostri tempi". Sono due affermazioni contenute nel Messaggio di Papa Francesco per la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che si celebrerà il prossimo 28 luglio. Nel testo che ha per

Dziwisz: "Giovanni Paolo II già in ambulanza perdonò chi gli aveva sparato"

Il cardinale emerito di Cracovia, per anni segretario particolare di Karol Wojtyla,  in ricordo dell' anniversario dell'attentato in piazza San Pietro: "Colpito per la sua difesa dei diritti umani, ma l'attacco non ha fermato la sua missione" “Il Santo Padre scivolava e sanguinava, ero sotto shock, ma sapevo che dovevamo agire per salvargli la vita”. Dopo quarant’anni, gli sembra di sentire ancora il sangue caldo sulle braccia al cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e segretario particolare di Papa Wojtyla. Era dietro di lui, alla sua sinistra, quel 13 maggio 1981, quando Ali Agca esplose dalla folla due colpi di pistola che colpirono il Pontefice all’addome. Un ricordo vivido, come non potrebbe essere altrimenti, che il cardinale ha condiviso con i pochi presenti alla Messa di questa mattina presto presso l’altare di San Giovanni Paolo II, quell’angolo nella Basilica di San Pietro in cui riposa la salma del Papa polacco meta quotidiana di

Gli spari, la paura, la preghiera e il perdono

L’attentato contro Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. Le immagini commentate da André Frossard ci restituiscono la drammaticità di quei momenti insieme alla inerme forza della misericordia e del perdono Le immagini inquietano ancora oggi, a quarant’anni di distanza. L’uomo vestito di bianco, sessantenne ancora nel pieno del vigore fisico, solleva e stringe a sé una bambina dai riccioli biondi che i genitori gli consegnano perché la benedica. Subito dopo gli spari, l’incredulità, il Papa che si accascia tra le braccia del suo segretario, la camionetta bianca che corre all’impazzata dentro al Vaticano. Poi la corsa sul filo dei minuti al Policlinico Gemelli, la preghiera dei fedeli attoniti in tutto il mondo, la speranza che si riaccende dopo un lungo e complicato intervento chirurgico. Ma le immagini più potenti del documentario realizzato quattro anni dopo quell’evento sono quelle in cui viene inquadrata la finestra dello studio papale vuota e la voce del Pontefice è trasmessa via

Quel 13 maggio

43 anni fa il drammatico attentato a Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. Un giorno entrato nella memoria collettiva in cui l’amore e la preghiera hanno sconfitto l’odio. Un ricordo di Papa Francesco Ci sono date, per l’avvenimento a cui sono legate, che appartengono non solo ai libri di Storia, ma si inscrivono in modo indelebile anche nelle pagine della storia delle nostre vite. Talmente forte è l’impronta impressa da questi eventi che, anche a distanza di molti anni, ricordiamo perfettamente dove eravamo e cosa stavamo facendo nel momento in cui la notizia di quanto accaduto ci ha raggiunto. Il 13 maggio del 1981 è senza dubbio una di queste date. Quel giorno un evento ritenuto impossibile, inimmaginabile, fa irruzione nella realtà: l’attentato contro un Papa in Piazza San Pietro. A quarant’anni di distanza, dà ancora i brividi rivedere quelle sequenze drammatiche, riascoltare i suoni, i rumori di quel pomeriggio di primavera. Sono le 17.19 quando Giovanni Paolo II, nel consueto

Grazie a una mano materna

Il 13 maggio 1981, Giovanni Paolo II scampava al drammatico attentato in piazza san Pietro Nella festa della Madonna di Fatima, il 13 maggio 1981, si compì il drammatico attentato da cui però Giovanni Paolo II riuscì ad avere salva la vita. Un misterioso, invisibile legame unisce il terzo segreto, i drammatici eventi del XX secolo, la parabola spirituale e storica del Papa che visse sulla sua pelle le peggiori dittature del Novecento, restando però incrollabile nella fede… Impietriti, come se fossimo presenti, abbiamo riudito gli spari del tragico attentato in Piazza San Pietro del 13 maggio 1981. Così Papa Benedetto XVI il 30 marzo 2006 , al termine della proiezione di un film dedicato alla vita di Karol Wojtyla. Impossibile non rivivere quell’evento, anche semplicemente nella memoria, senza un analogo impietrimento. Che si coglie anche nelle sfumature della voce dei cronisti di allora. Ecco per esempio padre Roberto Tucci. Qui vi parla il padre Tucci dai microfoni della Radio Vatican