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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Polonia, appello card. Dziwisz alla preghiera contro la pandemia

“Con l’intercessione di san Giovanni Paolo II, dobbiamo tutti insieme gridare e implorare Dio misericordioso affinché cessi la pandemia del coronavirus”, scrive il card. Stanisław Dziwisz in occasione del 15° anniversario della morte di Giovanni Paolo II, il prossimo 2 aprile. Il presule, già segretario particolare del Papa polacco, osserva che oggi “il mondo è fermo così com’era fermo 15 anni fa” e, dichiarando di “essere profondamente convinto che tutti noi abbiamo bisogno gli uni degli altri”, chiede ai “fratelli e sorelle di unirsi spiritualmente a Giovanni Paolo II, nel 15° anniversario del suo trapasso alla casa del Padre, il 2 aprile alle ore 21.37”, affinché “nei cieli si elevi la nostra preghiera di affidamento a Dio”. Il card. Dziwisz, nel suo messaggio, suggerisce il testo dell’atto di affidamento alla misericordia di Dio e implora la benedizione “per tutti coloro che faticano affinché i malati siano curati e i sani protetti dal contagio, per i colpiti dalla malat

Santa Gianna Beretta Molla, l’estremo sacrificio in nome della vita

La storia e la testimonianza di una donna che fece "il santo proposito di fare  tutto per Gesù" Nell’emergenza coronavirus di questo periodo, dinanzi a persone che stanno lottando per sopravvivere o per aiutare gli altri, abbiamo l’opportunità di lasciarci edificare da coloro che, vivendo con gioia e impegno il loro cammino cristiano, sono stati proclamati santi dalla Chiesa. Oggi facciamo memoria di una donna, una madre che ha avuto il coraggio di donarsi a Dio e ai fratelli fino all’estremo sacrificio. È Gianna Beretta Molla nata a Magenta nel 1922 e canonizzata da Papa Giovanni Paolo II nel 2004. Molti la ricordano per il suo esempio eccezionale, ossia perché nel secondo mese di gravidanza, colpita da un fibroma all’utero, decide di portare avanti la gravidanza e di salvare il feto che portava in grembo; poco dopo il parto, dopo aver dato alla luce una bambina sanissima, peggiora e in pochi giorni sale in cielo. Ma è l’intera esistenza di Gianna Beretta Molla, e non

L'Anno di Giovanni Paolo II, il Vangelo della vita e la condanna della mentalità abortista

25 anni dopo la pubblicazione la Enciclica del Papa mostra la sua drammatica attualità e profezia. Giovanni Paolo II bacia un neonato durante una udienza generale nel 1980 “Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, gli sforzi per violentare l'intimo dello spirito; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni infraumane di vita, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili; tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose e, mentre guastano la civiltà umana, inquinano coloro che così si compor

Coronavirus, danni al crocifisso “miracoloso” portato in piazza San Pietro per la preghiera del Papa: è rimasto per ore sotto la pioggia

La scultura lignea, solitamente custodita nella chiesa di San Marcello al Corso e che si ritiene abbia salvato Roma dalla peste nel Cinquecento, ha subito seri danni e dovrà essere restaurata: legno gonfiato, stucchi saltati, tempera rovinata, la superficie lignea della parte dei capelli si è increspata e anche alcuni particolari delle braccia si sono rovinati Danni gravi e irreparabili al crocifisso “miracoloso” davanti al quale Papa Francesco ha pregato chiedendo la fine della pandemia di coronavirus. Per quasi due ore, infatti, quello storico oggetto sacro è stato esposto alla pioggia che si è abbattuta su Roma mentre Bergoglio, in una piazza San Pietro deserta, invocava la fine dell’epidemia . Il crocifisso, una scultura lignea quattrocentesca, è stato collocato sul sagrato della Basilica Vaticana senza alcuna protezione dalle intemperie durante tutto il tempo della celebrazione. Il risultato è stato davvero disastroso. L’acqua, infatti, ha gonfiato il legno secolare. In

Il Golgota di un'epidemia indomabile, che non sembra intravedere un'Itaca

L’immagine del Papa in piazza San Pietro. Risplendeva come uomo tra gli uomini, simbolicamente caricandosi di tutte le croci che si ergono nell'universo mondo. Pioveva, venerdì sera, quando il Papa ha chiesto a Cristo di svegliarsi. Poi la pioggia cessò, rivelando una visione così consolante. Come quella che ispirò ad Arturo Carlo Jemolo l'epilogo di una saggio miliare, Chiesa e Stato in Italia: «Sul fresco cielo, appena lavato dalla pioggia, ti ergi chiara dinanzi ai miei occhi, cupola di San Pietro. Non c'è linea che più riesca attraverso i sensi a giungere al cuore di quello che ti circoscrive, e che pare realizzare l'antica aspirazione dell'uomo, il ponte gettato tra lui e il cielo». Era solo, il Papa, smarrito no, impaurito no, fragile neanche. Avrà ricordato, leggendo il Vangelo di Marco, un racconto di Borges, scrittore da lui prediletto, Il Vangelo secondo san Marco. Laddove si narra di un uomo che, scambiato per Cristo, in una fattoria della pamp

Il Papa all’Angelus: la vita che Dio dona ci rende compassionevoli verso gli altri

Nella quinta domenica di Quaresima, con il mondo attraversato dalla pandemia di Coronavirus, il Papa rilegge il Vangelo di Giovanni centrato sulla sofferenza di Gesù per la morte dell’amico Lazzaro, ricordando a ciascuno che l’amore di Dio è onnipotente e che siamo stati creati per la vita Dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, ancora una volta in streaming a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus, Papa Francesco recita la preghiera mariana dell’ Angelus . Il Pontefice, commenta il brano odierno del Vangelo di Giovanni (Gv 11,1-45) sulla risurrezione dell’amico Lazzaro, invitandoci a togliere dai nostri cuori ogni pietra che sa di morte, per far rifiorire la vita che viene da Cristo: “Senza di Lui non solo non è presente la vita – dice Francesco - ma si ricade nella morte”. "Gesù si fa vedere come il Signore della vita, quello che - aggiunge con parole a braccio - è capace di dare la vita anche da morti". 

Il papa ha fatto emergere cosa si cela dietro la crisi scatenata dal virus

L’intervento dal sagrato della basilica vaticana rappresenta fino ad ora, sia pure in una chiave religiosa e cristiana, una delle poche espressioni di leadership a livello mondiale capace di dare una lettura complessiva dalla pandemia: non solo sanitaria ma anche sociale. Nella lunga notte della pandemia papa Francesco ha provato a indicare una strada: quella di un cammino condiviso costruito sulla solidarietà e la fratellanza – illuminato dalla fede cristiana ma il discorso ha valore universale – per sconfiggere il coronavirus ; se infatti la battaglia sanitaria e sociale per superare un momento tanto aspro e difficile sarà lunga, essa potrà essere vinta, secondo il vescovo di Roma, solo se si ci si ricorderà di quella appartenenza comune «alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli».  Sul sagrato di san Pietro il papa, da solo, sotto la pioggia, nella serata di venerdì 27 marzo, ha presieduto un momento di preghiera «in tempo di pandemia » . Bergoglio

Covid-19, il Papa: si fermino tutte le guerre. Nuovo appello per i carcerati

Subito dopo la recita della preghiera mariana dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, Francesco prega per la pace nel mondo. Guardando a chi si trova in situazione di vulnerabilità, in particolare per l'emergenza Covid-19, come ricordato dal segretario generale dell'Onu, il Pontefice chiede la cessazione dei conflitti e l’apertura di canali diplomatici e corridoi umanitari. Quindi rivolge il pensiero a chi, in questo momento di pandemia, è costretto a vivere in gruppo, in case di riposo, caserme, carceri. Fermare “ogni forma di ostilità bellica”. Nel pieno di un’emergenza “che non conosce frontiere”, quella per il Covid-19 in tutto il mondo, Papa Francesco leva ancora una volta la propria voce per invocare la fine dei conflitti in corso, con un appello al "cessate il fuoco totale". L o fa al termine dell’ Angelus , recitato per la quarta domenica consecutiva dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Corridoi umanitari e diplomazia Il Pontefice ricorda com

Lazzaro: riavvio del sistema...Ripristino del sistema operativo "battesimale"

Ultima domenica di Quaresima e ultimo appuntamento con il nostro percorso settimanale assieme alla biblista sr Anna Mátiková. Le migliorie e le correzioni individuate e risolte sono terminate, dobbiamo ora riavviare il sistema e, al top delle nostre prestazioni, prepararci a seguire il Maestro nella via d'amore e dolore che porterà alla sua e nostra Pasqua. Dopo la pulizia, la deframmentazione del disco e le varie procedure di manutenzione, il ripristino delle impostazioni ottimali viene finalmente attivato con il riavvio del sistema. Anche il nostro percorso, giunti a questo punto, prevede un riavvio. V Domenica di Quaresima Letture liturgiche: Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45 Già dalla prima lettura, è evidente che con l'avvicinarsi della Pasqua si scende in profondità. Le parole di Dio riportate dal profeta Ezechiele parlano di sepolcri e tombe. Che cosa c'è di più profondo di quelle buche in cui viene deposta la salma esanime di ogni es

Coronavirus, nota del Viminale: in chiesa solo se di strada per ufficio e supermercato. Pasqua: chi celebra autocertifichi “lavoro”

Una nota del Ministero dell’Interno inviata alla Cei stabilisce regole per chi vuole recarsi a pregare, sulla possibilità di celebrare i matrimoni durante la pandemia e su come partecipare ai riti della Settimana Santa. In chiesa a pregare, sì, ci si può andare purché essa si trovi sulla strada che conduce al lavoro, al supermercato o alla farmacia. E i matrimoni? Si possono celebrare ma alla presenza solo del prete, degli sposi e dei testimoni, rispettando naturalmente le distanze tra i celebranti. Stesso discorso per battesimi e funerali: pochissime persone e tutte a un metro e mezzo di distanza l’una dall’altra. A Pasqua i riti potranno essere partecipati solo da celebranti, diaconi e organisti che potranno recarsi in chiesa autocertificando motivi di «lavoro», indicando giorno, ora e indirizzo della chiesa.

L’enciclica più bella di questo Pontificato

La pioggia battente ha avvolto piazza san Pietro, l’atmosfera plumbea ha creato naturalmente l’ambientazione di quello che è stato il grande e straordinario momento di preghiera del Papa. Il Vangelo proclamato e poi commentato da papa Francesco ha preso corpo, nel silenzio e nello smarrimento di quella piazza, nella quale il Crocifisso regnava dormiente nell’attimo della sua Ora. La pioggia battente ha avvolto piazza san Pietro, l’atmosfera plumbea ha creato naturalmente l’ambientazione di quello che è stato il grande e straordinario momento di preghiera del Papa. Il Vangelo proclamato e poi commentato da papa Francesco ha preso corpo, nel silenzio e nello smarrimento di quella piazza, nella quale il Crocifisso regnava dormiente nell’attimo della sua Ora. Quella Croce verso la quale ha rivolto lo sguardo l’intera umanità, quel Cristo addormentato sul legno, come lo fu sulla barca della lunga traversata, continuava a bagnarsi con gli sbuffi della tempesta, di quella tempesta ch

La Benedizione mai data da un Papa. “Signore, svegliati e vieni a salvarci”

Nella Chiesa ai tempi del Coronavirus sono i parroci che celebrano, soli, la messa in diretta web, mentre il Papa va a piedi nel centro di Roma in quarantena a pregare, a nome di tutti, davanti al crocifisso «miracoloso».  Papa Francesco sotto la pioggia battente in piazza San Pietro prima della Benedizione Urbi et Orbi per l'emergenza coronavirus È il Pontefice che in una piazza San Pietro deserta e piovosa esordisce manifestando come «ci siamo ritrovati impauriti e smarriti», e implora Dio di «non lasciarci in balia della tempesta». «Svegliati Signore! Salvaci!», grida Francesco, richiamando il passo del Vangelo in cui i discepoli sono atterriti dalla burrasca e Gesù dorme. E poi dà la speciale benedizione Urbi et Orbi, sì, proprio quella di Natale e Pasqua, a cui in genere assistiamo distrattamente con i calici in mano davanti a tavole imbandite. E concede anche l’indulgenza plenaria, per i cristiani una grazia straordinaria che «guarisce» completamente l’uomo. La C

Il testo integrale dell'omelia del Papa in tempo di epidemia

Le parole pronunciate da Papa Francesco durante il momento di preghiera straordinario sul sagrato di Piazza San Pietro. «Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38),

Il Crocifisso bagnato dalle lacrime del Cielo, il Papa solo nella piazza vuota

Immagini, segni e parole della preghiera per il mondo che Francesco ha voluto celebrare per implorare la fine della pandemia. Il Protagonista della preghiera che la sera del 27 marzo - anticipo del Venerdì Santo - Papa Francesco ha celebrato in una Piazza San Pietro vuota e sprofondata in un silenzio irreale, è stato Lui. Il Crocifisso, con la pioggia battente che gli irrigava il corpo, così da aggiungere al sangue dipinto sul legno quell’acqua che il Vangelo ci racconta essere sgorgata dalla ferita inferta dalla lancia.  Quel Cristo Crocifisso sopravvissuto all’incendio, che i romani portavano in processione contro la peste; quel Cristo Crocifisso che san Giovanni Paolo II ha abbracciato durante la liturgia penitenziale del Giubileo del 2000, è stato protagonista silenzioso e inerme al centro dello spazio vuoto. Persino Maria, Salus populi Romani, incapsulata nella teca di plexiglass divenuta opaca a causa della pioggia, è sembrata cedere il passo, quasi scomparire, umilmen

Il Papa prega per la fine della pandemia: Signore, non lasciarci in balia della tempesta

Francesco ha presieduto uno storico momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro con la piazza vuota, ma seguito dai cattolici di tutto il mondo, sempre più minacciato dalla diffusione del Covid-19. “Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori", sappiamo "che Tu hai cura di noi”, ha detto prima dell'adorazione del Santissimo Sacramento e della Benedizione Urbi et Orbi, alla quale è stata annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria. In una piazza San Pietro vuota e lucida di pioggia, in un silenzio che echeggiava milioni di preghiere e un bisogno universale di speranza, si è posato lo sguardo del mondo. Alla voce emozionata di Papa Francesco si è unito il respiro affannoso della terra, in ansia per la pandemia che in questo tempo di Quaresima sembra adombrare e sospendere il futuro. A partire dalle ore 18.00, l’universalità della preghiera e l’unità spirituale hanno dato un timbro corale alle speranze del pop

Il 12 marzo 2000, Giovanni Paolo II celebrò la “Giornata del perdono”

Era il 12 marzo 2000, Giovanni Paolo II celebrò la “Giornata del perdono”, in Vaticano, e pregò davanti al Crocifisso ritenuto miracoloso per chiedere perdono per le colpe della Chiesa. #PapaFrancesco farà lo stesso oggi in una piazza San Pietro vuota per chiedere la guarigione dal #Coronavirus All’ #UrbietOrbi nella piazza deserta che si svolgerà questa sera Venerdì 27 Marzo 2020 anche la statua custodita a San Marcello al Corso che sconfisse la peste del ‘500. Nel 2000 Giovanni Paolo II lo volle in Basilica per la Giornata del Perdono, Francesco lo ha venerato il 15 marzo DALLA #RICHIESTA DI #PERDONO DI SAN #GIOVANNIPAOLOII ALL' #INVOCAZIONE PER LA #FINE DELLA #PANDEMIA DI #PAPAFRANCESCO . DOPO 20 ANNI IL #PROTAGONISTA È LO STESSO #CROCIFISSO #MIRACOLOSO Esattamente 20 anni fa - il #12marzo 2000, durante il #GrandeGiubileo - abbracciando il Cristo ligneo miracoloso di San Marcello al Corso - traslato per tutta la Quaresima nella Basilica di San Pi

Stasera il Papa da solo in piazza San Pietro: Urbi et Orbi e indulgenza speciali in tempi di pandemia

Francesco alle 18 pregherà in mondovisione sul sagrato della Basilica vaticana, dove viene portato il crocifisso «miracoloso» di San Marcello, che nel 1552 «salvò» Roma dalla «Grande Peste» Sul sagrato della Basilica in una San Pietro deserta, il Papa presiederà da solo in mondovisione un momento di preghiera per «rispondere alla pandemia», darà la benedizione Urbi et Orbi (quella di Natale e Pasqua) e concederà l’indulgenza plenaria. Un’immagine destinata a entrare nella storia.  Accadrà oggi dalle 18. Il Pontefice chiama a raccolta l’umanità intera, per unirsi in una «supplica in questo tempo di prova e adorare il Santissimo Sacramento». Il Vescovo di Roma «ha invitato tutti a partecipare spiritualmente, attraverso i mezzi di comunicazione, per ascoltare la Parola di Dio - ricorda la Santa Sede - Al termine della Celebrazione il Santo Padre impartirà la Benedizione “Urbi et Orbi”, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l'indulgenza plenaria». 

Coronavirus: Settimana Santa, Papa Francesco presiede le celebrazioni senza i fedeli

Non prevista la Messa Crismale del Giovedì Santo. Via Crucis del Venerdì Santo sul sagrato di San Pietro Papa Francesco celebrerà i Riti della Settimana Santa all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro senza la partecipazione dei fedeli. Lo comunica la Sala Stampa della Santa Sede. Nello specifico la Messa della Domenica delle Palme con la Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme sarà celebrata il 5 aprile alle ore 11. Il 9 aprile alle ore 18 la Messa del Giovedì Santo in Coena Domini.

La Benedizione che rischiara le tenebre

Il forte momento di preghiera del Papa, con la Benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”, come opportunità per vivere con fede e speranza questo tempo di prova per tutta l’umanità È con particolare forza che Papa Francesco ha rivolto un invito a partecipare spiritualmente al momento di preghiera che presiederà domani. Di fronte ad una Piazza San Pietro vuota ma “piena” della presenza spirituale dei fedeli che seguiranno attraverso i mezzi di comunicazione, dal Sagrato della Basilica di San Pietro, il Papa darà con il Santissimo Sacramento la Benedizione “Urbi et Orbi”, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria, “secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica”, ha fatto sapere la Sala Stampa vaticana. E quindi, qui, domani saranno puntati gli occhi del mondo. Benedizione eucaristica “Urbi et Orbi” Un evento sicuramente straordinario, quello che il Papa farà, in un periodo particolare, dove il mondo è in ginocchio

Come seguire la preghiera del Papa

La preghiera e la benedizione 'Urbi et orbi' di Papa Francesco, nell'emergenza coronavirus, in diretta sui canali di Vatican News. A quanti si uniranno spiritualmente a questo momento tramite i media, sarà concessa l’indulgenza plenaria secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica. C'è grande attesa nel mondo per l'appuntamento di preghiera universale che il Papa ha proposto personalmente in occasione dell'Angelus, domenica scorsa, e ha ribadito ieri all'udienza generale. Il primo appello a tutti i cristiani si è concretizzato proprio mercoledì 25 marzo, nell'invocazione a Dio onnipotente attraverso le parole del Padre Nostro in contemporanea con i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane. Un'orazione commovente verso il cielo.

Il crocifisso dei miracoli a San Pietro per la preghiera del Papa contro il coronavirus

All’Urbi et Orbi nella piazza deserta, anche la statua custodita a San Marcello al Corso che sconfisse la peste del ‘500. Nel 2000 Giovanni Paolo II lo volle in Basilica per la Giornata del Perdono, Francesco lo ha venerato il 15 marzo. Dopo vent’anni dalla supplica di Giovanni Paolo II durante la Giornata del Perdono del 2000, torna a San Pietro il Crocifisso custodito nella chiesa di San Marcello al Corso. A Roma è conosciuto come il Crocifisso dei Miracoli perché è alla sua intercessione prodigiosa che si attribuisce la sconfitta della “Grande Peste” nel 1500 che mise in ginocchio la Capitale.  La statua lignea risalente al XV secolo è divenuta oggi il simbolo della pandemia di coronavirus, dopo l’atto di venerazione compiuto da Papa Francesco, il 15 marzo scorso, che a piedi, da solo, si era recato nella chiesetta barocca della Capitale, in una traversa della centralissima via del Corso, per chiedere a Dio di porre fine all’ondata di morte, malattia, incertezza economica

IN FESTA Dante-day: «Il cantore più eloquente del cristianesimo»

Oggi si celebra il poeta Dante perché il 25 marzo è il momento in cui inizia la sua storia nella «selva oscura»: il 25 marzo è il Venerdì santo per eccellenza (quello in cui la morte di Cristo coincide con il concepimento). Il viaggio dall’Inferno al Paradiso dimostra che attraversando anche le circostanze malvagie si può incontrare quell’«amor che move il sole e l’altre stelle». Per questo i papi lo hanno sempre esaltato, fino a dedicargli un'enciclica. Il 25 marzo 2020 è la prima Giornata di Dante o Dantedì o, all’inglese, Danteday della storia. L’istituzione di un giorno di commemorazione per il Sommo poeta è preludio alle celebrazioni che ci attendono l’anno prossimo in occasione del settecentesimo anniversario della morte. Perché è stata scelta la data del 25 marzo?  Non è il giorno della nascita del poeta, su cui non abbiamo alcuna fonte certa. Senz’altro Dante fu del segno dei gemelli, forse nacque in maggio o all’inizio di giugno. Non è la data del batt

LA FEDE EROICA Presto beati i genitori di Giovanni Paolo II

Karol ed Emilia trasmisero ai figli la fede, insegnarono la preghiera, li ammaestrarono nella dedizione e nella carità, esemplificarono la virtù fino al suo esercizio eroico, di un eroismo quotidiano fatto di gesti che non riempiono i giornali o i libri ma che ci hanno dato un medico che ha dato la vita per una malata a perfetta imitazione di Cristo e un santo Pontefice dal magistero ricchissimo e modello della fede. I  genitori di Karol Wojtyła (1920-2005), Papa san Giovanni Paolo II, sono sulla via della beatificazione, un grande dono alla Chiesa e all’umanità. L’ 11 marzo, mons. Marek Jędraszewski, arcivescovo metropolita di Cracovia , ha annunciato l’apertura del processo di canonizzazione di Karol Wojtyla (1879-1941), il papà omonimo del Pontefice, e della moglie, Emilia Kaczorowska (1884-1929), dopo che in ottobre era giunto il parere positivo della Conferenza episcopale polacca e quindi l’approvazione della Congregazione delle Cause dei Santi. Sposatisi il 10 febbraio

Il Papa recita il Padre Nostro: misericordia per l’umanità provata

A mezzogiorno i cristiani del mondo si sono uniti a Francesco per recitare insieme la preghiera per eccellenza. L’implorazione del Papa per i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari e le forze dell'ordine. Tra i timori e le angosce del mondo minacciato dalla pandemia, risuona dalla Biblioteca Apostolica in Vaticano la preghiera che Gesù ci ha insegnato, il Padre Nostro, perenne sorgente di speranza e fonte di unità per i cristiani. La voce di Papa Francesco, che invoca Dio per porre fine alla pandemia, racchiude la preghiera di un popolo ferito, ma unito nella preghiera e con lo sguardo rivolto verso il Padre. Il Pontefice, che oggi al termine dell’udienza generale aveva rinnovato l’appello a tutti i cristiani ad invocare Dio onnipotente, aveva anche invitato domenica scorso all’Angelus tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane a unirsi a questa preghiera. Una orazione commovente in cui è la voce comunitaria del “noi”, e non quella individ

Papa all’udienza: “Preghiamo il Signore della vita di fermare la minaccia della morte”

Dedicata al 25° anniversario dell'Evangelium vitae l'udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata. "La difesa della vita per la Chiesa non è un'ideologia", ribadisce il Papa, che esorta a rilanciare questo insegnamento "nel contesto di una pandemia che minaccia la vita umana e l'economia mondiale". Appello a partecipare al momento di preghiera del 27 marzo. Alle 12 di oggi il Padre Nostro con tutti i capi delle Chiese cristiane. “La difesa della vita per la Chiesa non è una ideologia, è una realtà umana, che coinvolge tutti i cristiani”. Perché “la vita si manifesta in concreto, nelle persone”, e “ogni vita umana, unica e irripetibile, vale per se stessa, costituisce un valore inestimabile”. Con queste parole il Papa ha attualizzato, a 25 anni di distanza, l’insegnamento dell’enciclica Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II, al centro della catechesi dell’udienza generale di oggi, trasmessa in diretta streamin

🙏 #PrayForTheWorld #unitinellapreghiera

"Settimana speciale di preghiera per la fine della pandemia. ""Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza"" (Papa Francesco)  #PrayForTheWorld" 🙏 #PrayForTheWorld #unitinellapreghiera Non dimenticare questi appuntamenti ▼

#PRAYFORTHEWORLD: la speciale preghiera del Papa per la fine della pandemia

Affidandosi a un videomessaggio Francesco, con un forte richiamo all'unità, chiede a tutti di elevare una preghiera alla Vergine Maria implorando la sua protezione dalla prova che sta attraversando il mondo Un'edizione speciale per una circostanza speciale, la pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo. Nell'ambito dell'iniziativa della Rete Mondiale di Preghiera del Papa , Francesco ha voluto condividere un particolare messaggio di preghiera affidandolo ad un'edizione speciale de “ Il Video del Papa ”. Dalle parole del Pontefice risuonano forte, ancora una volta, la vicinanza a chi soffre per la diffusione del Coronavirus, il ringraziamento a quanti sono impegnati in prima linea e il forte richiamo a una preghiera unitaria che travalichi le differenti tradizioni religiose. Quindi l'invocazione alla Santa Madre Dio perchè protegga e liberi dai pericoli chi è nella prova: Tutti insieme preghiamo per gli ammalati, per le persone che soffrono.

Nella maniera più semplice. Il Papa, la preghiera e la benedizione

«In questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo». È di un’assoluta semplicità il primo gesto proposto da Francesco per i prossimi giorni, segnati in Italia e in molte parti del mondo dalla moltiplicazione dei contagi e dei morti in una pandemia che mai ci saremmo immaginati, all’inizio del Terzo Millennio. Il Papa invita i cristiani di tutte le confessioni di recitare il Padre Nostro, alle 12 di mercoledì prossimo, 25 marzo, giorno dell’Annunciazione. Oggi non pochi battezzati sanno a fatica cos’è, questo giorno. O forse lo sanno dalla storia dell’arte, che con Giotto, Beato Angelico, Leonardo e cento altri tornò per secoli a rappresentare la medesima scena: un angelo che posa il piede a Nazareth, in Galilea, nella corte dove l’adolescente Maria attende al suo lavoro. Forse l’interpretazione più vicina alla sensibilità contemporanea è la semplicità della 'Annunciazi

Francesco: nell'avventura della vita non siamo soli, Gesù ci tende la mano

Gratitudine, coraggio, fatica, lode: sono le parole che Papa Francesco sottolinea nel suo messaggio per la 57ª Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni. Al centro, la pagina del Vangelo in cui Gesù cammina sulle acque in tempesta e a un suo ordine "il vento cessa e le onde si placano” L’immagine della traversata sul lago di Tiberiade in tempesta, dopo che Gesù aveva ordinato ai suoi di salire sulla barca e di precederlo sull’altra riva, “evoca in qualche modo il viaggio della nostra esistenza”, scrive Francesco nel Messaggio in occasione della 57.esima Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni del 3 maggio prossimo. E spiega: La barca della nostra vita, infatti, avanza lentamente, sempre inquieta perché alla ricerca di un approdo felice, pronta ad affrontare i rischi e le opportunità del mare, ma anche desiderosa di ricevere dal timoniere una virata che conduca finalmente verso la giusta rotta. Talvolta, però, le può capitare di smarrirsi, di lasciarsi ab

Quaresima e Coronavirus: i dettagli dei figli

Questa pandemia che ci ha fermati e rinchiusi ci sta dando lezioni severe e importanti sul valore che dobbiamo riscoprire nella frequentazione dei nostri cari, troppo spesso incrociati di sfuggita nella vita ordinaria. Da ieri stiamo provando a vedere che cosa sta succedendo, che cosa può succedere di bello nelle famiglie in questo periodo di coabitazione costante forzata. “Fare di necessità virtù” è un po’ riduttivo: c’è qui, piuttosto, la possibilità di riscattare una situazione molto pesante facendone il principio di un modo nuovo di stare insieme, e di guardare alla vita. Vorrei partire da quanto una giovane madre mi diceva proprio l’altro giorno, parlandomi della quarantena del suo nucleo familiare. Lei e il marito sono genitori di una bimba nata pochi mesi fa, ed entrambi lavorano nell’esercito. La routine implacabile dei turni di servizio è sospesa, e lei si ritrova a svolgere da casa il lavoro che prima faceva in ufficio; mi ha confidato sorpresa come ora le sia pos

LA SCUOLA NEI GIORNI DEL CORONAVIRUS

La scuola nei giorni del coronavirus è una “scuola diversa”, che si riscopre “comunità educante”, indispensabile per la formazione degli studenti. La scuola non è l’edificio o l’aula, ma le persone che ne fanno parte e che insieme collaborano perché l’alunno cresca, diventi uomo e scopra la dimensione dei valori.  Il professore e scrittore Alessandro D’Avenia ha affermato che «la scuola è il luogo delle relazioni tra le persone, insegnanti e studenti, e queste proseguono, seppure mediate dai dispositivi elettronici».  Le lezioni non hanno la scansione oraria al suono della campanella, ma sono attive e dinamiche, sollecitando un contatto diretto ed uno scambio di pensieri, idee e progetti. Registrare tra gli studenti la “nostalgia della scuola” è un segno di alta qualità e consente di apprezzare e riconoscere alla scuola la significativa valenza sociale di sviluppo armonico e integrale della persona umana.

Restiamo credenti. Facciamo spazio alla preghiera

Nella comune battaglia contro il virus ciascuno deve fare la sua parte. I medici combattono nelle corsie, i sacerdoti assistono i malati e confortano quanti vivono nella paura, i docenti continuano la loro opera, i genitori insegnano ai figli a combattere la paura. Tutti chiamati alle armi. Ma qual è il compito dei cristiani?                             “Io resto a casa”: uno slogan ripetuto da tutti fino alla noia, anche negli ambienti ecclesiali. Si vede che non sappiamo inventare altre parole capaci di esprimere la bellezza della fede. A ben vedere, è uno slogan disarmante, nel senso letterale. Ci viene chiesto di non fare nulla e di lasciar lavorare gli altri. La casa appare solo come un rifugio in attesa che passi la tempesta. Noi invece vogliamo partecipare, come cittadini e soprattutto come credenti. Non vogliamo intralciare il traffico ma neppure essere semplici spettatori. 

L'Anno di Giovanni Paolo II,Edmund il fratello medico del Papa morto a servizio dei malati

La storia del sacrificio del fratello maggiore di Karol Wojtyła Il dottor Edmund Antoni Wojtyła è il primo da destra Eravamo disabituati alle morti dei medici e degli operatori sanitari in Europa, ma in questi giorni le notizie ci riportano indietro nel tempo. Il coronavirus ci ha ricordato che la missione medica in tutta la storia, fino a poco tempo fa, era sempre legata al rischio della morte a causa del contatto con gli ammalati. Non tutti sanno che tra la schiera innumerevole di medici che sacrificarono la loro vita aiutando gli ammalati c’è anche un giovane medico polacco, Edmund Antoni Wojtyła, fratello di Karol. Il figlio primogenito di Emilia e Karol Wojtyła (il futuro Papa aveva lo stesso nome del padre) nacque il 28 agosto 1906. In gioventù frequentò la scuola austriaca per i cadetti in Moravia e dal 1918 il ginnasio di Wadowice, dove nel 1924, diede l’esame di maturità. Negli anni 1924-1929 studiò presso la Facoltà di Medicina dell’Università Jagellonica di Cr