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Il coronavirus stravolge la Pasqua: invariata la data, ma nelle diocesi niente lavanda dei piedi, battesimi e processioni

Decreto della Congregazione per il Culto divino con indicazioni e suggerimenti ai vescovi su come vivere la Settimana Santa alla luce delle restrizioni imposte dalla pandemia.
Il coronavirus stravolge la Pasqua: invariata la data, ma nelle diocesi niente lavanda dei piedi, battesimi e processioni


Senza popolo, senza lavanda dei piedi, senza processioni né battesimi. La pandemia globale di Covid-19, che sembra possa raggiungere il picco di contagio in Italia nei prossimi giorni, spoglia la Pasqua dei suoi riti e delle sue tradizioni. Mentre in Vaticano sono allo studio «modalità di attuazione e partecipazione» delle celebrazioni papali sempre rispettose delle «misure di sicurezza poste in essere per evitare la diffusione del coronavirus», la Congregazione per il Culto divino ha pubblicato in giornata un decreto contenente «indicazioni generali ed alcuni suggerimenti» alle Diocesi su come vivere questo momento fondamentale della vita cristiana, cuore dell’anno liturgico. 

Un modo per far sì che tutte le chiese del mondo si attengano «ad una serie di regole comuni», tenendo conto delle restrizioni imposte da autorità civili ed ecclesiali per non avere la partecipazione fisica di fedeli. A tal fine viene consigliata la trasmissione di tutte le celebrazioni in streaming o attraverso i mezzi di comunicazione telematica (metodo che sarà utilizzato anche per le funzioni presiedute dal Papa, trasmesse interamente in diretta radio e tv e sul sito Vatican News).

«Nel difficile tempo che stiamo vivendo a motivo della pandemia di Covid-19, considerando il caso di impedimento a celebrare la liturgia comunitariamente in chiesa come da indicazioni dei vescovi per i territori di loro competenza, sono giunte a questa Congregazione istanze concernenti le prossime festività pasquali», si legge nelle prime righe del documento firmato dal prefetto del Dicastero, il cardinale Robert Sarah.

Anzitutto si specifica che la data della Pasqua rimane invariata, quindi domenica 12 aprile: «La Pasqua non è una festa come le altre», si legge nel decreto vaticano, «celebrata nell’arco di tre giorni, il Triduo Pasquale, preceduta dalla Quaresima e coronata dalla Pentecoste, non può essere trasferita». Invece la Messa crismale, la celebrazione eucaristica presieduta in cattedrale generalmente il mattino del Giovedì Santo, «valutando il caso concreto nei diversi Paesi il vescovo ha facoltà di rimandarla a data posteriore».

Per quanto riguarda il Triduo Pasquale, esso si svolgerà a porte chiuse nelle cattedrali e nelle chiese parrocchiali. Così recita il documento: «I vescovi daranno indicazioni, concordate con la Conferenza episcopale, affinché nella chiesa cattedrale e nelle chiese parrocchiali, pur senza la partecipazione fisica dei fedeli, il vescovo e i parroci celebrino i misteri liturgici del Triduo Pasquale, avvisando i fedeli dell’ora d’inizio in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni». In questo caso «sono di aiuto i mezzi di comunicazione telematica in diretta».

Il passaggio più significativo riguarda il Giovedì Santo per il quale si concede eccezionalmente a tutti i sacerdoti della parrocchia di poter concelebrare in questo giorno la Messa in Coena Domini, «in un luogo adatto (ma senza il popolo)». Si omette invece a lavanda dei piedi già facoltativa, come si omette pure la processione al termine della celebrazione. Viene chiesto anche che il Santissimo Sacramento sia custodito in un tabernacolo. 

Il Venerdì Santo, il vescovo diocesano dovrà avere cura di «stabilire una speciale intenzione per i malati, i morti, chi si trova in situazione di smarrimento» in questo difficile tempo di pandemia. 

Arrivati al Sabato Santo, la Veglia Pasquale - spiega il decreto - sarà celebrata «solo nelle chiese cattedrali e parrocchiali, in misura della reale possibilità stabilita da chi di dovere». Nella Veglia si ometteranno i tradizionali segni dell’accensione del fuoco, l’accensione del cero e la processione, quindi si eseguirà direttamente l’annunzio pasquale (Exsultet). Non si faranno inoltre battesimi, ma soltanto si rinnovano le promesse battesimali. 

Il Culto Divino informa infine che «le espressioni di pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del vescovo diocesano potranno essere trasferite in altri giorni convenienti». Ad esempio, vengono indicate le date del 14 settembre, giorno in cui la Chiesa celebra l’Esaltazione della Santa Croce, ed il 15 settembre, festa della Madonna Addolorata.

Misure draconiane imposte da una situazione d’emergenza sanitaria senza precedenti ed ancora difficile da gestire - come attestano le migliaia di morti in tutto il mondo - che faranno vivere al popolo cattolico una Pasqua del tutto inedita.

SALVATORE CERNUZIO

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