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L'anno di Giovanni Paolo II, quando scriveva il testamento durante gli Esercizi spirituali

Le parole alla fine degli esercizi della Curia e le agende pubblicate dopo la morte


“Nel corso degli esercizi spirituali di quest'anno ho letto (più volte) il testo del testamento del 6.III.1979. Malgrado che tuttora lo consideri come provvisorio (non definitivo), lo lascio nella forma nella quale esiste. Non cambio (per ora) niente, e neppure aggiungo, per quanto riguarda le disposizioni in esso contenute.

L'attentato alla mia vita, il 13.V.1981, in qualche modo ha confermato l'esattezza delle parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del 1980 (24.II – 1.III)

Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di Dio — e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus)

Giovanni Paolo PP. II”

Questo passaggio del Testamento di San Giovanni Paolo II mette in evidenza quanto siano stati significativi per il Papa i momenti degli Esercizi Spirituali.
Negli anni ai quali si riferisce il Papa e la Curia si riunivano nella Cappella Matilde, quella che ora è chiamata Redemptoris Mater grazie ai mosaici che sono stati un dono per il Papa venuto dell’Est.
Il passaggio del testamento è stato scritto il 5 marzo del 1982. In quell’anno a predicare gli esercizi era un bibilista gesuita francese Stanislas Lyonnet.

Al termine delle predicazioni Giovanni Paolo II nel suo discorso di chiusura dice a lui il suo grazie: “Lei ci ha così avvicinato la Parola di Dio, ci ha avvicinati alla Parola di Dio, alla sua originalità, alla sua forza, alla sua bellezza. Tutto questo ci ha mostrato con le sue parole, con il suo seminare. Per questo la ringraziamo. La ringraziamo perché, essendo Professore, è stato con noi predicatore e pastore; essendo scienziato in ogni momento del suo lavoro, è stato con noi apostolo e ha mostrato quel compito profetico che è proprio del Popolo di Dio, è nel seno del Popolo di Dio, specialmente di noi Vescovi e sacerdoti, in un modo ancora più specifico di voi Teologi. Ringraziamo lei, Professore, nostro carissimo predicatore degli Esercizi Spirituali in Vaticano 1982.”

Nel passaggio del testamento scritto nel 1982 il Papa fa riferimento ad un altra predicazione quaresimale, quella del 1980.
Allora il predicatore era stato il vescovo brasiliano Lucas Moreira Neves, poi cardinale arcivescovo di San Paolo, poi prefetto della Congregazione dei vescovi. Si parlava di sacerdozio: “Il futuro della Chiesa- diceva Papa Giovanni Paolo II al termine degli esercizi- è strettamente connesso con il sacerdozio, e il vero dibattito attuale che sta attraversando la Chiesa, specialmente nei paesi occidentali, è quello del sacerdozio e del suo vero senso”.

E proprio il Papa riassumeva le dimensioni del sacerdozio che il predicatore aveva presentato: “primo, quella divina del rapporto fra Dio e uomo; poi, quella cristologica o cristocentrica, il secondo giorno; poi, la dimensione ecclesiologica, il terzo giorno; con l’indimenticabile conferenza sul sacerdozio della Chiesa, e poi la dimensione ecclesiologico-umana - se si può dire così - sul rapporto fra il sacerdote, gli uomini e il Popolo di Dio”.

E aggiungeva: “noi durante gli esercizi, durante questa settimana, siamo stati questi predicatori silenziosi, questa comunità silenziosa; ma si trattava di un silenzio pieno di contenuti. Questa pienezza è nota solamente allo Spirito Santo e a ciascuno di noi; era una pienezza di esperienza: esperienza di Cristo, esperienza del suo e del nostro sacerdozio, esperienza degli esercizi spirituali. Tale esperienza deve rimanere per ciascuno di noi come una sorgente per i giorni, le settimane, i mesi della nostra vita, del nostro ministero, del nostro servizio qui nella curia romana”. E in conclusione il Papa diceva: “Dobbiamo essere anche noi uniti, aspettando questo soffio dello Spirito per manifestare la sua luce e la sua forza alla Chiesa, al mondo e alla nostra difficile ma anche promettente epoca della storia. Accogliete queste parole, che adesso ho pronunciate io nel nome di tutti noi, di questa comunità silenziosa. Ci ricordiamo di una frase detta da un nostro confratello, il Cardinale Ratzinger: “La Chiesa silenziosa deve riacquistare la voce”. E così, alla fine, carissimo predicatore nostro don Lucas, la Chiesa silenziosa della curia romana ha ripreso, riacquistato la voce per ringraziare te e per ringraziare, insieme con te, Dio Onnipotente, il Signore nostro Gesù Cristo, lo Spirito Santo, la Vergine e la Chiesa: ringraziare di tutto cuore. Amen”.

Ogni anno il Papa offriva la sua riflessione dopo gli Esercizi e molti degli appunti spirituali di Giovanni Paolo II sono anche stati raccolti nel volume “Sono tutto nelle mani di Dio” che ricopre gli anni dal 1962 al 2003 tradotto e pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana.

Nel suo testamento, Giovanni Paolo II aveva disposto che i suoi appunti personali venissero bruciati. “Non ho avuto il coraggio di bruciare le carte e i quaderni degli appunti personali da lui lasciati, perché contengono informazioni importanti sulla sua vita” annota nella prefazione dell’opera il cardinale Stanislaw Dziwisz, per quasi 40’anni segretario particolare di Wojtyla. “Non ho bruciato gli appunti di Giovanni Paolo II perché sono la chiave per comprendere la sua spiritualità, cioè tutto quello che c’è di più intimo nell’uomo: la sua relazione con Dio, con gli altri e con se stesso”.

Si tratta di agende nella quali Wojtyła annotava le sue riflessioni, riguardanti prima di tutto gli esercizi spirituali e le giornate di ritiro alle quali partecipava. Gli appunti erano scritti in polacco, con l’inserimento di frasi in latino e in italiano, specialmente durante gli esercizi per il Papa e la Curia romana in Vaticano.

“L’Autore degli appunti si rivela come una persona estremamente metodica, molto bene organizzata e concentrata sulla tematica spirituale – prosegue don Machniak curatore dell’opera –. Non si distrae con la descrizione degli stati emozionali o dei dettagli degli eventi correnti o di persone partecipanti ad essi. Tutta la sua attenzione è concentrata sulla domanda in che misura il Papa segue, nella sua vita, Cristo, il Sommo Sacerdote”. 


Angela Ambrogetti

FONTE: ACI STAMPA

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