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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

Dio attende la nostra conversione

Anche questa domenica il Vangelo ci parla di un Dio paziente e della necessità della conversione e del ritorno ma la luce è tutta in quella festa della quale Dio ci vuole tutti partecipi. Potremmo dire, allora, che conversione è spalancare il cuore alla gioia. #Commento al #Vangelo di oggi. Rif.: Gs 5, 9a – 12; Sal 33; 2Cor 5, 17 – 21; Lc 15, 1 -3. 11 -32 Circondato da pubblicani e peccatori che corrono ad ascoltarlo, il Signore viene per questo aspramente criticato dagli scribi e dai farisei. Ma Egli spiega che è la misericordia del Padre a spingerlo verso chi molto ha peccato, perché tutti capiscano che ogni uomo, peccatore o no, è atteso da Dio con uguale amore e trepidazione. Per far questo Gesù narra l’ormai famosissima parabola del “Figliuol prodigo”, una parabola che crediamo rivolta ai peccatori ed è invece rivolta a chi si crede giusto, a chi, pur avendo una cultura in campo religioso, non conosce Dio, non lo ama, non sente di appartenergli e se ne tiene lontano.

“Superiamo le nostre miopi logiche di divisione, viviamo come fratelli non come nemici”

A Rabat la Messa a conclusione del Viaggio Apostolico in Marocco davanti a 10mila fedeli; appello di Papa Francesco al dialogo e all'unità: "Solo se siamo capaci ogni giorno di alzare gli occhi al cielo e dire 'Padre nostro' potremo entrare in una dinamica che ci permetta di guardare e di osare vivere non come nemici, ma come fratelli" Rabat – “Ci minaccia sempre la tentazione di credere nell’odio e nella vendetta come forme legittime per ottenere giustizia in modo rapido ed efficace. Però l’esperienza ci dice che l’odio, la divisione e la vendetta non fanno che uccidere l’anima della nostra gente, avvelenare la speranza dei nostri figli, distruggere e portare via tutto quello che amiamo”. Così Papa Francesco si rivolge agli oltre 10mila fedeli, di 60 nazionalità, che affollano il Complesso Sportivo Principe Moulay Abdellah di Rabat, dove il Pontefice presiede la Santa Messa a conclusione del suo Viaggio Apostolico in Marocco. Nella sua omelia, pron

COME SAREBBE VIVERE LO STILE DI GESÙ?

Dovremmo imitarlo? Fare quello che ha fatto? Dire quello che ha detto? Pensare come Lui pensava? Dobbiamo riconoscere che provare a rispondere a queste domande ci porta in un vicolo ceco. Più di una volta non sapremmo come affrontarle. Chi potrebbe imitarlo o fare, dire e pensare come Lui? Risulta difficile e irraggiungibile, se ci pensiamo, partendo dalle nostre forze. Per riuscire a comprendere come si possa arrivare a vivere lo stile di Gesù forse dovremmo contemplare lo stesso Gesù. La prima cosa che vediamo è che Gesù ha una missione di cui è innamorato, e questo lo porta a fare, dire, pensare ciò che abbiamo conosciuto di Lui nei Vangeli: la Passione per annunciare il Regno di suo Padre. Egli concentra tutte le sue energie vitali che lo portano a dedicare interamente se stesso alla liberazione degli oppressi, a guarire gli ammalati, ad insegnare tutto ciò che riguarda il Padre suo a quelli che non lo conoscono, a dare la vita per amore e a soffrirne le conseguenze in man

“Via Crucis della Famiglia” con musiche e meditazioni. Sulla Via della Croce

Come ogni anno la Parrocchia dei Santi Medici di Polignano a Mare in sinergia con la nostra Associazione ORGANIZZA per stasera Sabato 30 Marzo 2019 alle ore 20.00 presso la parrocchia a Polignano a Mare la “Via Crucis della Famiglia” con musiche e meditazioni, la stessa sarà presieduta da Don Giancarlo CARBONARA e dal Diacono Don Mikael VIRGINIO, le meditazioni, le immagini ideate e realizzate dall'Associazione, saranno lette da laici accompagnati dalle musiche del M° Raffaele RESSA. Tema 2019: Sulla Via della Croce Il cammino quaresimale è un itinerario d'amore che conduce verso la gioia pasquale. L'esperienza della vita di Gesù è costellata da un impegno a essere parte integrante di una famiglia umana fin dall'inizio della sua incarnazione. Questa Via Crucis è stata pensata proprio in quest'ottica e nel segno della gioia e dell'accoglienza, tratto distintivo della famiglia. Le stazioni sono costruite attraverso testi dell'Antico e del Nuovo

I tre motivi del viaggio del Papa in Marocco

Musulmani, migranti, minoranza cattolica: le tre "m" che caratterizzeranno la visita del Pontefice. N ella fitta agenda di viaggi di Papa Francesco per il 2019 c’è spazio anche, in questo ultimo fine settimana di marzo, per il Marocco. La scelta di visitare un altro Paese a maggioranza islamica, dopo gli Emirati Arabi ad inizio febbraio , dà la cifra dell’impegno di questo pontificato a percorrere la strada del dialogo interreligioso con il mondo musulmano. Prima di lui, soltanto un altro Papa era stato in Marocco, Giovanni Paolo II, nell’agosto 1985. Il Papa polacco, incontrando una delegazione di giovani musulmani a Casablanca, disse: “Il dialogo tra cristiani e musulmani oggi è più necessario che mai”. Sono passati trentaquattro anni, ma quelle parole appaiono quanto mai attuali. Ma non solo l'Islam, Francesco in Marocco valuterà anche la condizione dei migranti nei Paesi di transito e quella della minoranza cattolica. Dialogo con l'Islam Il Vescovo di

Quando in Marocco, Giovanni Paolo II parlò a 80 mila giovani musulmani

Dal 30 al 31 marzo prossimo, Papa Francesco sarà in Marocco. In Paese fu visitato in precedenza solo da Papa Giovanni Paolo II che il 19 agosto 1985 visse a Casablanca un inedito incontro con migliaia di giovani musulmani. Vi proponiamo una sintesi delle parole da lui pronunciate in quell'occasione. Giovanni Paolo II visitò il Marocco nel 1985. Francesco sarà dunque il secondo Papa a visitare il Paese, dopo ben 34 anni da quell’evento: visiterà le città di Rabat e Casablanca. Quella di Giovanni Paolo II in Marocco era l’ultima tappa di un viaggio apostolico che comprendeva diversi Paesi africani: Togo, Costa d'Avorio, Camerun, Repubblica Centro-africana, Zaire, Kenya. A Casablanca, il 19 agosto, papa Wojtyla parlò ai giovani musulmani, rivolgendo un caldo invito alla costruzione di un mondo più fraterno, in dialogo con i loro coetanei cristiani, e le sue appaiono parole di estrema attualità. Un incontro inedito tra credenti "È la prima volta che mi trovo con d

24 Ore per il Signore 2019 - Neppure io ti condanno (Gv 8,11)

Oggi Venerdì 29 marzo 2019, alle ore 17, nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco presiederà la Celebrazione Penitenziale di apertura della tradizionale iniziativa “24 ore per il Signore”, promossa in tutto il mondo dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Giunta alla sua sesta edizione, l’iniziativa di preghiera e riflessione ha come motto la frase tratta dal Vangelo di Giovanni: Neppure io ti condanno (Gv 8, 11). In questa giornata, che sarà scandita dalla preghiera d’Adorazione Eucaristica, dalla riflessione e dall’invito alla conversione personale, si propone di contemplare l’immagine di Gesù, che a differenza della folla radunatasi per giudicare e condannare, offre la sua infinita Misericordia come occasione di grazia e vita nuova.

Papa Francesco: “Il cibo non è proprietà privata, ma provvidenza da condividere”

È la “condivisione” il vero miracolo compiuto da Gesù nello spezzare il pane, e nel moltiplicare miracolosamente i pani e i pesci. Una condivisione che si legge anche nella preghiera del Padre Nostro, dove Gesù chiede di pregare non per avere “il mio” pane quotidiano, ma “il nostro”, con una richiesta che “parte dalla realtà, dal cuore e dalla carne di persone che vivono nel bisogno", perché "il cibo non è proprietà privata, ma provvidenza da condividere". Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi sul Padre Nostro, e si concentra questa settimana sul passaggio “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Giornata quasi piovosa e un po’ fredda, ma comunque partecipata dalle persone che sono arrivate in piazza San Pietro per questa udienza generale che precede la partenza di Papa Francesco per il Marocco. E, aggiungendo a braccio nell'omelia, chiede di pensare ai "bambini della Siria, dello Yemen, del Sud Sudan" e rimarca che l'amore "non può

“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani

Nella Santa Casa il Pontefice presiede la Santa Messa nel giorno dell'Annunciazione del Signore, poi la preghiera dell'Angelus sul sagrato della basilica lauretana: "Non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano" Grande festa a Loreto per la visita di Papa Francesco, giunto come pellegrino al santuario della Santa Casa nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Annunciazione del Signore, per firmare l’esortazione apostolica post sinodale dedicata ai giovani. Il Pontefice presiede la Santa Messa proprio tra le mura che, secondo la tradizione, sono quelle dell’abitazione di Maria. Quello odierno è stato un evento che non avveniva più da 162 anni: l’ultimo a celebrarvi messa, infatti, era stato Pio IX, nel 1857. A prendere parte alla celebrazione, all’interno del santuario, nessuna autorità ma malati su sedie a rotelle, volontari che li accompagnano e giovani. Fuori,

Quelle menzogne che incoraggiano la ludopatia

Il 3,2 per cento dei giocatori patologici ha tra i 15 e i 19 anni I l gioco d'azzardo è un fenomeno in aumento in Italia, in particolare tra i giovani. Il volume d’affari ha superato nel 2017 i 100 miliardi di euro. Lo rivela un’analisi dell’Eurispes, diffusa in occasione della Festa del Papà, evidenziando come “circa quattro uomini su dieci in Italia (38,8%) spendono il proprio denaro per il gioco legale: di questi, il 23,2% gioca solo dal vivo, il 12,4% solo on line e il 12,4% partecipa su entrambi i circuiti".  Il rapporto Eurispes Preoccupante il dato secondo cui le percentuali più alte di quanti dichiarano di giocare si rilevano tra i più giovani: il 45,9% tra i 25 e i 34 anni e il 40,4% tra i 18 e i 24 anni, mentre nelle altre classi di età considerate il valore non supera mai il 38% circa - sottolinea l’Eurispes -. Tra i giochi legali con vincita in denaro il più diffuso è il Gratta e Vinci, con solo il 16,9% di giocatori che risponde di non giocarci mai, c

Papa Francesco: “Dio ha pazienza e ci offre la possibilità di cambiare”

Papa Francesco: “Dio ha pazienza e ci offre la possibilità di cambiare” La misericordia di Dio e la nostra conversione. Sono questi i due temi principali del Vangelo odierno e dell’Angelus di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Il Papa, prima della preghiera mariana, riprende la parabola del fico sterile. Francesco la racconta ai presenti nel dettaglio: “Gesù racconta la parabola del fico sterile. Un uomo ha piantato un fico nella propria vigna, e con tanta fiducia ogni estate va a cercare i suoi frutti ma non ne trova, perché quell’albero è sterile. Spinto da quella delusione ripetutasi per ben tre anni, pensa dunque di tagliare il fico, per piantarne un altro. Chiama allora il contadino che sta nella vigna e gli esprime la sua insoddisfazione, intimandogli di tagliare l’albero, così che non sfrutti inutilmente il terreno. Ma il vignaiolo chiede al padrone di avere pazienza e gli domanda una proroga di un anno, durante il quale egli stesso si preoccuperà di riservare una c

Quaresima: pazienza e misericordia di Dio - III domenica di Quaresima - Commento al Vangelo

Rif.: Es 3,1-8.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9 Dio consegna il proprio nome “IO SONO” a Mosè perché lo riferisca agli Israeliti. Un nome che è un verbo e che indica l’essere stesso di Dio: Increato ed Eterno, che “ha in sé la fonte della vita”, che è al di sopra del tempo ed in sé lo ricapitola. Poi Dio continua dicendo “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Questo è il mio nome per sempre”. Dio è dunque Dio degli uomini e per gli uomini e allora “Io Sono” può intendersi anche come “Io ci sono”, sono il Dio che è vicino, che “osserva la miseria del suo popolo, ne ascolta il grido, ne conosce le sofferenze e scende a salvarlo”. Ed in questo “scendere per portare salvezza e liberazione” scorgiamo l’itinerario di Cristo, la sua discesa nella carne, nella sofferenza, nella morte, per traghettare l’uomo verso la liberazione definitiva dal male e dalla morte per condurlo verso la beatitudine e l’eternità della vita. “

Oggi 21 marzo Giornata Mondiale Contro Il Razzismo

Il 21 marzo 2019 si celebra la giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con Risoluzione A/RES/2142(XXI) del 26 ottobre 1966 per commemorare glli avvenimenti occorsi nel 1960 in Sudafrica che videro la polizia di Sharpeville aprire il fuoco nei confronti di una folla che stava pacificamente dimostrando contro la legge istitutiva dell'apartheid, causando la morte di 69 manifestanti e ferendone 300. Quest’anno le iniziative, invece che per una sola settimana si protrarranno per tutto il mese di marzo coinvolgendo il mondo della scuola, delle università, dello sport e delle associazioni. L’offerta culturale è stata resa ancora più ampia e diversificata e, oltre ai numerosi eventi territoriali, è previsto il lancio di una campagna di informazione dal titolo “Diversi perché unici” e di uno spot, che andrà in onda sulle reti Rai. L’obiettivo è quello di diffondere un messaggio

XXV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale. Dal 1996, ogni anno in una città diversa, viene letto un elenco di circa novecento nomi di vittime innocenti. Libera si prepara a celebrare in Veneto la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Padova, come piazza principale, la XXV Giornata della Memoria e dell’Impegno che ricorda di tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime l'impegno nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. La giornata è promossa da Libera, Avviso Pubblico in collaborazione con la Rai - Responsabilità sociale e sotto l'Alto Patronato del Presidente de la Repubblica. “Passaggio a Nord Est, orizzonti di giustizia sociale” è il tema che accompagne

In Memoria Di San Giovanni Paolo II (2005-2019)

IL RICORDO A QUATTORDICI ANNI DAL TRANSITO DI KAROL WOJTYLA(2005-2019), uno dei più autentici testimoni della fede del nostro tempo, con la sua vita e con il suo servizio generoso alla Chiesa. Quattordici anni fà, il 02 aprile 2005, alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia a lui tanto cara, Giovanni Paolo II tornava alla casa del Padre. Papa Francesco lo ha ricordato con parole di affetto e riconoscenza. ”Lo ricordiamo come grande Testimone di Cristo sofferente, morto e risorto, e gli chiediamo di intercedere per noi, per le famiglie, per la Chiesa, affinché la luce della risurrezione risplenda su tutte le ombre della nostra vita e ci riempia di gioia e di pace”. Inoltre ha detto: “Il suo esempio e la sua testimonianza sono sempre vivi tra noi. Cari giovani, imparate ad affrontare la vita con il suo ardore e il suo entusiasmo; cari ammalati, portate con gioia la croce della sofferenza come egli ci ha insegnato; e voi, cari sposi novelli, mettete sempre Dio al

Padre Nostro, il Papa: “La coraggiosa e combattiva preghiera dei figli”

Da piazza San Pietro l'appello del Pontefice per l'Africa devastata da grandi inondazioni: "Affido le molte vittime e le loro famiglie alla misericordia di Dio" “Dio ci vuole liberi; è l’amore di Lui che ci libera. Il ‘Padre nostro’, infatti, è la preghiera dei figli, non degli schiavi. E’ una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza. Una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che non sono secondo il piano di Dio”. Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi incentrate sulla preghiera del “Padre nostro”, soffermandosi, oggi, sulla terza invocazione: “Sia fatta la tua volontà“. Ai pellegrini, che a migliaia affollano piazza San Pietrosotto un cielo plumbeo, Bergoglio ricorda che “prima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio usa nei confronti dell’uomo e del mondo”. E “tutto il Vangelo riflette questa inversione di prospettiv

Strage in Nuova Zelanda, il Papa: “All’odio e alla violenza rispondiamo con gesti di pace”

All'Angelus il dolore del Pontefice per l'attacco terroristico a Christchurch: "Prego per i morti e i feriti e i loro familiari. Sono vicino a quella comunità religiosa e civile" “In questi giorni, al dolore per le guerre e i conflittiche non cessano di affliggere l’umanità, si è aggiunto quello per le vittime dell’orribile attentato contro due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda ( leggi qui )”. Sono parole di dolore quelle pronunciate da Papa Francesco al termine del tradizionale Angelus domenicale. Il pensiero del Pontefice va alla Nuova Zelanda, ancora sotto choc dopo il ghigno e il gesto suprematistadell’attentatore fatto in tribunale ( leggi qui ). Il Santo Padre condanna il gesto e rivolge un appello a tutti gli uomini: “Sono vicino ai nostri fratelli musulmani a quella comunità religiosa e civile, e rinnovo l’invito ad unirsi con la preghiera e i gesti di pace per contrastare l’odio e la violenza“. Quindi invita i presenti a pregare. In p

Quaresima: mistero di croce e di gloria - commento al Vangelo - II domenica di QUARESIMA

La Trasfigurazione mostra che la nostra vita non si ferma nel deserto, non è solo preda delle tentazioni, non può arrestarsi davanti agli ostacoli poiché in essa si riflette la luce divina che la trasfigura e la chiama al di là delle croci e della povertà. Rif.:  Gn 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1; Lc 9,28b-36 “Mostrami il tuo volto; Signore, il tuo volto io cerco” la preghiera del salmista è la preghiera di ogni uomo che si interroga sul senso della propria vita. E, in Cristo, Dio mostra il suo volto nelle fattezze di un uomo così che ogni uomo possa riconoscersi in lui: dalla tenerezza dell’infanzia all’atrocità delle sofferenze e alla morte. Un volto gioioso e piangente, pietoso e sofferente, severo e glorioso. E’ il volto di Dio che si fa uomo per camminare con l’uomo e accompagnarlo fino alla morte, per distruggere la morte e guidarlo alla gloria. Un volto che gli Apostoli hanno imparato a conoscere ed amare e ai quali, prima di mostrarlo sfigurato dalla croce, Cristo

Si può ancora insegnare religione?

Un terremoto mediatico riservato alle occasioni più allarmanti, tra interrogazioni parlamentari, comunicati stampa, dignità di inserimento tra i titoli di apertura dei notiziari nazionali, polemiche, accuse, precisazioni, vagonate di articoli, blog, minacce di ricorsi e denunzie per più di una settimana. Salvo, proprio come per certi eventi sismici, il declassamento finale da terremoto a semplice polverone mediatico, degno solo di essere spazzato via con la ramazza, senza scomodare neanche una più gentile scopa, di certo sprecata. È il risultato della interrogazione parlamentare di due deputati del Movimento 5 Stelle contro un docente di religione, colpevole di aver mostrato ai suoi studenti liceali un famoso video antiabortista del 1984, L’urlo silenzioso. Si tratta di un video prodotto dal ginecologo Bernard Nathanson, in cui si mostra una procedura di aborto ripresa attraverso l’ecografo, spiegando l’accaduto. Il titolo, L’urlo silenzioso, fa riferimento al grido silenzioso

Un aereo, in Etiopia

L’aereo caduto il 10 marzo era il mondo, basta volerlo vedere. Uomini e donne di 35 paesi volavano assieme. Le tragedie ce lo rivelano: il mondo è già cambiato, ed è splendidamente meticcio. Da trent’anni volo verso l’Africa con Ethiopian Airlines. Decine e decine di voli notturni da Roma verso Addis Abeba. Ricordo sempre con emozione l’alba nei cieli dell’Etiopia. Volerò ancora verso quelle terre. In Etiopia ho conosciuto Paolo Dieci, una delle vittime dell’aereo caduto la mattina del 10 di marzo. Paolo era un lavoratore della cooperazione. Aveva fondato, assieme ad altri il Cisp, una delle prime organizzazioni non governative italiane. Ho addosso una sensazione che non so raccontare: ho rivissuto ogni momento prima di quel volo maledetto. Perché io conosco l’aeroporto di Addis Abeba e conosco, senza conoscerle, ognuna delle persone che erano a bordo di quell’aereo. Posso dirvi di cosa hanno parlato assieme prima di imbarcarsi. Posso dirvi del loro lavoro, del loro impegno, d

Il mistero di Pietro

Iniziando il settimo anno di pontificato, mentre diventa bersaglio delle accuse di nemici ed ex tifosi, Papa Francesco abbraccia in pienezza il mistero legato al suo ministero: il compito del successore del pescatore crocifisso a testa in giù nell’area del colle Vaticano. Il sesto anno di pontificato di Papa Francesco inizia con il Vescovo di Roma in ritiro quaresimale di preghiera e penitenza, mentre il cardinale George Pell – da lui scelto come stretto collaboratore nell’opera di riforma della Curia – viene esposto alla gogna globale con la trasmissione in mondovisione della condanna al carcere infertagli per abusi sessuali. Non serve troppa fantasia per abbozzare l’incipit di un bilancio dagli accenti cupi e disastrosi. Non occorre inventarsi niente: la “narrazione” mediatica è già ben approntata per diffondere lo storytelling del «Failing Papacy», il «papato che sta per fallire», come dicono all’unisono negli Usa sia i liberal che le destre clericali. A ben vedere, il cong

UNA FIGURA SORRIDENTE CHE CAMMINA TRA NOI

Francesco l’uomo umile ha già 6 anni di pontificato, la sua elezione è stata una grande sorpresa per la sua vita e per il mondo intero. Egli non solo è venuto a mostrarci che l’umiltà è la nostra migliore attitudine, ma ci mostra come praticarla attraverso il suo esempio, un uomo che non conosce altre etichette oltre all’amore di Cristo stampato su ciascuna di esse. Il suo cammino ci segna tutti, perché vediamo come le persone rispondono alle sue parole e sentono quel calore umano che lo caratterizza. Un Papa che cammina per le strade della povertà, della ricchezza, dell’onda giovanile, del passare del tempo degli anziani e della tenerezza dei bambini. In una delle sue omelie, Francesco ha detto: “La nostra prima chiamata è sperimentare quell’amore misericordioso del Padre nella nostra vita, nella nostra storia”. Accettò la sua chiamata donandosi pienamente, e ci invita ad accettare quella chiamata personale e comunitaria per la quale siamo stati creati.

Papa Francesco: sei anni di Pontificato con la forza dello Spirito

In questo anniversario ripercorriamo insieme gli aspetti spirituali del magistero di Papa Francesco, talvolta messi in sordina dalla dimensione sociale, più amplificata dai media: dal cristocentrismo alla fede nella potenza della preghiera, dalla santità del quotidiano alla dimensione mariana. Sono passati sei anni da quel 13 marzo 2013 , quando viene eletto il primo Papa proveniente dal continente americano, il primo gesuita, il primo col nome del Poverello d’Assisi. Al di là degli eventi e dei fatti più noti di questi 2191 giorni con Papa Francesco, 265.mo Successore di Pietro, si possono sottolineare 10 punti del suo pontificato, più specificamente spirituali, che non sempre emergono nelle cronache. 1. Vivere la fede è incontrare Gesù Al centro del magistero di Papa Francesco c’è il mistero dell'incontro col Signore, vero Dio e vero uomo, da cui scaturisce il primo annuncio, il “kerygma”: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo

I ringraziamenti della Fondazione ONLUS "Saverio De Bellis" alla nostra Associazione

I ringraziamenti della Fondazione ONLUS "Saverio De Bellis" alla nostra Associazione "Giovanni Paolo II" - Polignano a Mare - in merito alla raccolta fondi in occasione del Torneo di Burraco organizzato lo scorso 17 Febbraio. Ci preme da parte nostra condividere questo ringraziamento con tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo speciale evento. La nostra forza sta anche in questo. Grazie a tutti.

L’anniversario del pontificato, guardando all’essenziale

Francesco ha vissuto e sta per vivere mesi intensi tra viaggi e Sinodi. Il suo sesto anno è stato caratterizzato dalla piaga degli abusi e dalla sofferenza per alcuni attacchi interni: la risposta è stata un invito a tornare al cuore della fede. Il sesto anniversario dell’elezione vede Papa Francesco impegnato in un anno denso di importanti viaggi internazionali, segnato all’inizio e alla fine, da due avvenimenti “sinodali”: l’incontro per la protezione dei minori avvenuto in Vaticano lo scorso febbraio con la partecipazione dei presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, e il Sinodo speciale sull’Amazzonia, che sarà celebrato - sempre in Vaticano - il prossimo ottobre. Di notevole impatto il recente viaggio negli Emirati Arabi che ha visto il Vescovo di Roma firmare una Dichiarazione congiunta con il Grande Imam di Al-Azhar. Un documento che si spera possa avere conseguenze nel campo della libertà religiosa. Il tema ecumenico sarà prevalente nei prossimi viaggi in

Le intenzioni di preghiera del Papa per marzo 2019

In questo mese di marzo papa Francesco chiede di pregare per i cristiani perseguitati. Le intenzioni del Papa Forse sembrerà difficile crederlo, ma oggi ci sono più martiri che nei primi secoli. Sono perseguitati perché dicono la verità e annunciano Gesù Cristo a questa società. Questo avviene in particolare nei paesi nei quali la libertà religiosa non è garantita. Ma anche in paesi che in teoria è sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani. Preghiamo per le comunità cristiane, in particolare quelle che sono perseguitate, perché sentano la vicinanza di Cristo e perché i loro diritti siano riconosciuti.

Messaggio del nostro Vescovo S.E. Mons. Giuseppe FAVALE per la quaresima 2019

Carissimi, la Chiesa ci fa iniziare oggi un cammino che vuole essere di vera conversione, un percorso per crescere nella conoscenza dell’amore misericordioso del Signore e per andare con rinnovato slancio e passi sempre più decisi e convinti verso di Lui. In questo messaggio quaresimale prendo spunto dall’icona biblica che sta accompagnando il nostro anno pastorale, l’incontro di Gesù con Zaccheo (cfr. Le 19,1-10), testo capace di gettare nuova luce su un tempo forte che vuole, e deve essere kairòs, tempo di grazia, per tutti. Come quel giorno a Gerico fu Gesù che scelse di andare a casa di Zaccheo per far rifiorire la sua vita, così oggi è Lui che, abitando la nostra storia, chiede di entrare non solo nella nostra vita, ma anche nella nostra Chiesa, perché vuole portare a tutti la salvezza. Lui vuole entrare senza però imporsi, senza costrizioni, chiede soltanto di aprirgli la porta! Lui conosce bene le nostre fragilità, eppure non disdegna di entrare a casa nostra; non

Papa Francesco, davanti al cuore chiuso abbiamo bisogno che venga il Regno di Gesù

“Gesù è venuto; però il mondo è ancora segnato dal peccato, popolato da tanta gente che soffre, da persone che non si riconciliano e non perdonano, da guerre e da tante forme di sfruttamento. Tutti questi fatti sono la prova che la vittoria di Cristo non si è ancora completamente attuata: tanti uomini e donne vivono ancora con il cuore chiuso”. Papa Francesco ha commentato così nella catechesi dell’udienza generale il passo del Padre nostro “ venga il tuo Regno”. In una assolata Piazza San Pietro il Papa ha commentato le parole del Vangelo di Marco “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” . No certo una minaccia, ma “un lieto annuncio, un messaggio di gioia. Gesù non vuole spingere la gente a convertirsi seminando la paura del giudizio incombente di Dio o il senso di colpa per il male commesso. Al contrario, quella che Lui porta è la Buona Notizia della salvezza, e a partire da essa chiama a convertirsi. Ognuno è invitato a credere ne

Papa Francesco: “Il chiacchiericcio distrugge, è dalla lingua che iniziano la guerre”

Il Pontefice: "Tante volte è più facile o comodo scorgere e condannare i difetti e i peccati altrui, senza riuscire a vedere i propri con altrettanta lucidità" “È sempre utile aiutare il prossimo con saggi consigli, ma mentre osserviamo e correggiamo i difetti del nostro prossimo, dobbiamo essere consapevoli anche noi di avere dei difetti. In questo modo, saremo credibili, agiremo con umiltà, testimoniando la carità”. E’ il monito che Papa Francesco lancia dalla finestra del suo studio, affacciandosi in piazza San Pietro per la tradizionale preghiera domenicale dell’Angelus. Commentando il brano evangelico proposto dalla liturgia odierna, che presenta tre brevi parabole, alle migliaia di pellegrini che colorano con striscioni e palloncini l’abbraccio del colonnato, il Pontefice richiama anche i politici e i leader delle nazioni. “Può forse un cieco guidare un altro cieco?“. Un interrogativo, con il quale Gesù, spiega il Santo Padre, “vuole sottolineare che una gu