Passa ai contenuti principali

Papa Francesco: “Il cibo non è proprietà privata, ma provvidenza da condividere”

È la “condivisione” il vero miracolo compiuto da Gesù nello spezzare il pane, e nel moltiplicare miracolosamente i pani e i pesci. Una condivisione che si legge anche nella preghiera del Padre Nostro, dove Gesù chiede di pregare non per avere “il mio” pane quotidiano, ma “il nostro”, con una richiesta che “parte dalla realtà, dal cuore e dalla carne di persone che vivono nel bisogno", perché "il cibo non è proprietà privata, ma provvidenza da condividere".

Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi sul Padre Nostro, e si concentra questa settimana sul passaggio “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Giornata quasi piovosa e un po’ fredda, ma comunque partecipata dalle persone che sono arrivate in piazza San Pietro per questa udienza generale che precede la partenza di Papa Francesco per il Marocco.
E, aggiungendo a braccio nell'omelia, chiede di pensare ai "bambini della Siria, dello Yemen, del Sud Sudan" e rimarca che l'amore "non può sopportare" la mancanza d condivisione. 
Chiedere il pane quotidiano, dice Papa Francesco, sta a significare “che non siamo creature autosufficienti e che tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci”. È parte della predicazione di Gesù, nota il Papa, fare di ogni preoccupazione concreta e quotidiana una preghiera, e tutti vanno da Gesù, chi a chiedere il pane, chi la guarigione, chi la purificazione, chi la vista, chi che una persona cara possa rivivere, e “Gesù non passa mai indifferente accanto a queste richieste e a questi dolori”.

Papa Francesco sottolinea che Gesù insegna a chiedere “il pane quotidiano” uniti a ”a tanti uomini e donne per i quali questa preghiera è un grido – spesso tenuto dentro – che accompagna l’ansia di ogni giorno”, perché sono moltissimi quelli che “vanno a dormire con il tormento di non avere l’indomani pane a sufficienza per i propri figli”.

È una preghiera – dice Papa Francesco – che va immaginata “recitata non nella sicurezza di un comodo appartamento, ma nella precarietà di una stanza in cui ci si adatta, dove manca il necessario per vivere”.

Papa Francesco osserva che con Gesù l’orazione cristiana non è un “esercizio per asceti”, ma “parte dalla realtà, dal cuore e dalla carne che vivono nel bisogno”, da una domanda che non possono evitare nemmeno i più grandi mistici, perché il pane non è solo il pane, ma è anche “acqua, medicine, casa, lavoro”.

Per questo, Gesù insegna non a chiedere nella preghiera “il mio pane quotidiano”, ma “il nostro”, perché va chiesto “solo per se stessi, ma per l’intera fraternità del mondo”, in quanto “se Dio è nostro Padre, come possiamo presentarci a lui senza prenderci per mano”.

È una preghiera che ha “un atteggiamento di empatia e solidarietà”, con la quale “Gesù educa la sua comunità, la sua Chiesa a portare a Dio le necessità di tutti”.

Papa Francesco chiede di "pensare ai bambini affamati nello Yemen, nella Siria, in tanti Paesi dove non c'è il pane... nel Sud Sudan. Pensiamo a questi bambini, e pensando a loro diciamo insieme, a voce alta, la preghiera: 'Padre dacci oggi il pane quotidiano'."

Papa Francesco nota che il pane che chiediamo è quello che “un giorno ci accuserà” per “la poca abitudine a condividerlo”, perché “era un pane regalato per l’umanità, invece è stato mangiato solo da qualcuno, e l’amore non può sopportarlo”.

Papa Francesco quindi commenta il Vangelo letto all’inizio dell’udienza, il miracolo dei pani e pesci, che Gesù moltiplica a partire dal gesto generoso di un bambino disposto a condividere cinque pani e due pesci. Era un bambino che “aveva capito la lezione del Padre Nostro - chiosa Papa Francesco- che il cibo non è proprietà privata, ma provvidenza da condividere, con la grazia di Dio”.

Per questo “il vero miracolo compiuto da Gesù quel giorno è la condivisione. Egli stesso, moltiplicando quel pane offerto, ha anticipato l’offerta di Sé nel Pane eucaristico”.

Conclude Papa Francesco: “Solo l’Eucaristia è in grado di saziare la fame di infinito e il desiderio di Dio che anima ogni uomo, anche nella ricerca del pane quotidiano”.

Andrea Gagliarducci

Fonte: Aci Stampa


Commenti

Post popolari in questo blog

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….

Papa Giovanni Paolo II: anniversario della morte di Karol Wojtyla

Oggi, 2 aprile 2012, ricorre l’ anniversario della morte di Karol Józef Wojtyla , ovvero Papa Giovanni Paolo II . Nato a Wadowice il 18 maggio 1920, morì il 2 aprile 2005 a Roma dopo quasi 30 anni di pontificato. Infatti,  Karol Wojtyla  fu eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il suo fu il terzo pontificato più lungo della storia. In seguito alla sua morte, avvenuta ormai 7 anni fa,  Papa Giovanni Paolo II  fu proclamato  Beato  l’anno scorso (1° maggio), da  Papa Benedetto XVI  e, nel giorno del suo insediamento si festeggerà ogni anno il Papa, da molti considerato come il più grande di tutti i tempi.