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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

Il Papa: “Dio è come quelle mamme a cui basta uno sguardo per capire tutto dei figli”

Ritornano le Udienze Generali di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Oggi a Roma sembra quasi primavera e il Pontefice, per tutti i fedeli presenti, continua il ciclo di catechesi sul Padre Nostro incentrando la sua meditazione sulla prima invocazione della preghiera, “Sia santificato il tuo nome”. Papa Francesco inizia così la sua spiegazione: “Le domande del Padre nostro sono sette, facilmente divisibili in due sottogruppi. Le prime tre hanno al centro il Tu di Dio Padre; le altre quattro hanno al centro il noi e le nostre necessità umane. Nella prima parte Gesù ci fa entrare nei suoi desideri, tutti rivolti al Padre: sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà; nella seconda è Lui che entra in noi e si fa interprete dei nostri bisogni: il pane quotidiano, il perdono dei peccati, l’aiuto nella tentazione e la liberazione dal male”. Per il Papa, la preghiera del Padre Nostro “nella sua semplicità ed essenzialità, educa chi lo prega a non moltip

Papa Francesco: in Quaresima i cristiani vivano il travaglio della conversione

Reso noto il messaggio del Pontefice per la Quaresima 2019, sul tema: “L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio”. Il documento reca la data del 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi. “Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù; facciamoci prossimi dei fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali”. E’ uno dei passaggi chiave del messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2019 . Partendo da un versetto della Lettera ai romani, il Pontefice ribadisce che il tempo che precede la Pasqua deve essere l’occasione per accogliere “nel concreto” nella propria vita “la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte”, attirando così “anche sul creato la sua forza trasformatrice”.

Il Papa del secolo breve, il Novecento nel pontificato di Giovanni Paolo II

A trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, un’analisi degli anni di Karol Wojtyla sul soglio di Pietro e del ruolo svolto alla fine della Guerra fredda. Sono passati trent’anni dalla caduta del muro di Berlino e ne sono passati quattordici dalla scomparsa di Giovanni Paolo II, il Papa che con la sua storia personale e il suo indiscutibile carisma ha incrociato, spesso sovrapponendovisi, le molte luci e le altrettante ombre del secolo breve. E allora una chiave di lettura interessante per ricordare questi sei lustri che ci separano dalla fine della Guerra Fredda è proprio quella di ripercorrerli attraverso l’azione del Pontefice polacco, la cui influenza si è allungata sul mondo, non più diviso in due ma in mille nuovi bellicosissimi fronti, ben oltre la morte. Aveva ragione Mikhail Gorbaciov, l’ultimo e definitivo leader sovietico, quando affermava che: «Senza Karol Wojtyla non si capisce ciò che è accaduto in Europa alla fine del ventesimo secolo»? Nei primi giorni di

Papa Francesco: “L’amore dà dignità all’uomo, l’odio e la vendetta lo sminuiscono”

All'Angelus l'appello del Pontefice alle comunità ecclesiali: "La Chiesa torni ad essere assolutamente credibile e affidabile nella sua missione di servizio e di educazione per i piccoli". “Non c’è nulla di più grande e più fecondo dell’amore: esso conferisce alla persona tutta la sua dignità, mentre, al contrario, l’odio e la vendetta la sminuiscono, deturpando la bellezza della creatura fatta a immagine di Dio”. Così Papa Francesco commenta il brano evangelico di questa domenica (cfr Lc 6,27-38), un passo “centrale e caratterizzante della vita cristiana: l’amore per i nemici“. Alle migliaia di persone accorse in piazza San Pietro per la tradizionale preghiera dell’Angelus, non curanti del forte vento che sferza la Capitale, il Pontefice ricorda le parole di Gesù: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male”. Questo, fa notare France

Grande affluenza! Torneo di Burraco di Beneficienza

Nel pomeriggio di Domenica 17 febbraio 2019 si è svolto all’interno del centro parrocchiale “Don Pietro FERRARA” della Parrocchia Dei Santi Medici di Polignano a Mare il tradizionale Torneo di Burraco di Beneficienza  organizzato dalla nostra Associazione  grazie alla magistrale regia delle nostre organizzatrici Vittoria, Madia, Liliana, Angela, Flora, Mary, Daniela, Maria i partecipanti hanno giocato, in un clima sereno e allegro sino alle ore 21.30.   Ha sorpreso sin da subito la notevole affluenza di giocatori amatoriali, provenienti anche dai paesi limitrofi. Al termine delle tre manche, numerosi premi sono stati assegnati ai partecipanti offerti da alcune aziende Polignanesi accompagnati da  una ricca e variegata lotteria a scopo benefico ha rallegrato ulteriormente la giornata ma anche piacevole dal punto di vista della convivialità. Parte del ricavato è stato devoluto alla Fondazione ONLUS Saverio De Bellis di Castellana Grotte storica istituzione benefica, che viv

Il Papa: nessuno è solo perché Dio mai si può dimenticare di noi

Anche se per sventura i nostri genitori non ci avessero amato, anche se tutti i nostri amori terreni si sgretolassero, per tutti c’è sempre l’amore di Dio Padre "che è nei cieli". Lo ricorda il Papa nella catechesi all'udienza generale, proseguendo il ciclo di riflessioni sul Padre Nostro. Gli uomini cercano l’amore fin dal primo giorno della vita, “siamo mendicanti di amore”, ma si sperimenta spesso che le relazioni d’amore sono segnate da “limiti” ed “egoismo”, desiderio di possesso e manipolazione: l’amore umano ha una natura ambivalente, fiorisce e subito dopo appassisce. Tutti abbiamo l’esperienza di aver amato in maniera debole e intermittente. Nella catechesi all’udienza generale , stamani in Aula Paolo VI, il Papa traccia questa analisi esistenziale sull’amore umano e ricorda che esiste però un altro amore: quello del Padre “che è nei cieli”, di cui nessuno deve dubitare. Dio “ci ama”, “mi ama”, ribadisce, ricordando che “se anche nostro padre e nostra ma

Papa Francesco, “Padre Pio amava la Chiesa, non l’ha distrutta con la lingua”

L’amore di Dio è “sorgente e motivo della vera gioia”, ed è “un amore che cambia la vita, soprattutto alle persone più deboli. Lo dice Papa Francesco alle 2500 persone venute dalla arcidiocesi di Benevento, per restituire la visita del Papa a Pietrelcina, nel luogo natale di Padre Pio, del 17 marzo. Ed è proprio a Padre Pio che Papa Francesco guarda nel suo saluto ai fedeli dell’arcidiocesi. Udienza speciale, in Basilica Vaticana, all’altare della Cattedra, per un breve saluto prima dell’udienza generale. Scherza Papa Francesco: “Siete venuti in tanti! Sembra una canonizzazione! Vi ringrazio di questa gentilezza, che indica finezza dell’animo” È vivo, nel Papa, il ricordo del viaggio a Pietrelcina, per il 50esimo della morte del santo con le stimmate. e nel centenario delle stimmate, e in particolare l’incontro con i malati. Anniversario che deve “ravvivare in ciascuno la volontà di approfondire la vita di fede”, nel solco degli insegnamenti di padre Pio che “si distinse per

Papa Francesco, la vera felicità non si ottiene seguendo i venditori di fumo e di morte

Un invito a “riflettere sul senso profondo dell’avere fede, che consiste nel fidarci totalmente del Signore”. Papa Francesco così ha commentato il Vangelo domenicale nella sua riflessione prima della preghiera dell’ Angelus. “Si tratta- ha detto- di abbattere gli idoli mondani per aprire il cuore al Dio vivo e vero”.Non ci sono soluzioni magiche per la felicità, il rischio è quello di “scivolare senza accorgersi nel peccato contro il primo comandamento: l’idolatria, sostituire Dio con un idolo”. La chiamata di Gesù alla felicità, significa mettersi “dalla parte di Dio, del suo Regno, dalla parte di ciò che non è effimero ma dura per la vita eterna. Siamo felici se ci riconosciamo bisognosi davanti a Dio e se, come Lui e con Lui, stiamo vicino ai poveri, agli afflitti e agli affamati. Diventiamo capaci di gioia ogni volta che, possedendo dei beni di questo mondo, non ne facciamo degli idoli a cui svendere la nostra anima, ma siamo capaci di condividerli con i nostri fratelli

Le intenzioni di preghiera del Papa per febbraio 2019

In questo mese di febbraio papa Francesco ci chiede di pregare per le vittime della tratta delle persone, della prostituzione forzata e della violenza. Le intenzioni del Papa “Anche se cerchiamo di ignorarlo, la schiavitù non è qualcosa di altri tempi. Di fronte a questa realtà tragica, nessuno può lavarsi le mani se non vuole essere, in qualche modo, complice di questo crimine contro l’umanità. Non possiamo ignorare che oggi esiste la schiavitù nel mondo, tanto o forse più di prima. Preghiamo per l’accoglienza generosa delle vittime della tratta delle persone, della prostituzione forzata e della violenza”.

Papa a udienza generale: davanti a Dio nessun trucco, preghiamo per i poveri

Gesù non vuole ipocrisia, nel Padre nostro non c’è mai la parola “io”, in grande considerazione oggi come ieri: così Papa Francesco soffermandosi sulla preghiera che Gesù ci ha insegnato. Nei saluti finali dell’udienza generale, esorta all’impegno per la conversione “dei lontani” e dei più vicini. La preghiera non è un’“anestesia” per stare più tranquilli, pensando soltanto all’“io”, ma è una “supplica” per chiedere il pane “per tutti i poveri del mondo”. Con queste parole Francesco, all’ udienza generale in Aula Paolo VI, prosegue le catechesi sul Padre nostro ( Ascolta il servizio con la voce del Papa ). Gesù non vuole ipocrisia Soffermandosi sull’invocazione al “Padre di tutti noi”, il Papa riflette sul modo con cui Gesù ci ha insegnato a pregare: i suoi discepoli infatti non lo fanno stando “dritti in piedi nelle piazze per essere ammirati dalla gente”. Gesù non vuole ipocrisia. La vera preghiera è quella che si compie nel segreto della coscienza, del cuore: i

Giornata mondiale del malato 2019. Gesti di amore gratuito

Il Messaggio di #PapaFrancesco per la XXVII Giornata Mondiale del Malato, che si celebra a Calcutta, in India, l’ #11febbraio 2019, sul tema «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). “La Chiesa, Madre di tutti i suoi figli, soprattutto infermi, ricorda che i gesti di dono gratuito, come quelli del Buon Samaritano, sono la via più credibile di evangelizzazione”. Così Papa Francesco apre il Messaggio per la XXVII Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà in modo solenne a Calcutta, in India, l’11 febbraio 2019, sul tema «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). “Di fronte alla cultura dello scarto e dell’indifferenza – scrive Francesco – mi preme affermare che il dono va posto come il paradigma in grado di sfidare l’individualismo e la frammentazione sociale contemporanea, per muovere nuovi legami e varie forme di cooperazione umana tra popoli e culture”. “Santa Madre Teresa – aggiunge il Papa – ci aiuta a capire che l’unico cri

Ratzinger, a sei anni dalla rinuncia che cambiò la storia

L'11 febbraio 2013, l'annuncio di Papa Benedetto XVI ai cardinali nella Sala del Concistoro. Incredulità e sconcerto. Questi i sentimenti provati dai cardinali, riuniti nella Sala del Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, all'annuncio della rinuncia al ministero petrino fatto da Benedetto XVI l'11 febbraio del 2013. Uno stato d'animo espresso dal decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano, nel discorso pronunciato subito dopo la storica Declaratio. Sono passati esattamente sei anni dalla giornata più importante della storia contemporanea della Chiesa, uno di quegli eventi destinato a rimanere per sempre indelebile nella memoria collettiva. Sbaglia chi cade nella tentazione di ridurre un Pontificato così ricco e prolifico come quello ratzingeriano esclusivamente a quell'avvenimento, per quanto immane ed eccezionale.Il contributo che il grande teologo ha dato alla Chiesa negli anni da Vescovo di Roma è talmente sconfinato da richiedere una trat

XXVII Giornata mondiale del malato. L’esempio di Madre Teresa: «Chiamati alla gratuità»

L’esempio di Madre Teresa è al centro della XXVII Giornata mondiale del malato. Il Papa: ci invita all’amore verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, religione. Il dono come “paradigma” per sfidare l’individualismo e la frammentazione sociale. Il dialogo come via di crescita e sviluppo umano. Soprattutto, l’amore gratuito come unico criterio di azione senza distinzione di lingua, cultura, etnia e religione. C’è l’invito all’offerta di sé e del meglio che ciascuno può dare agli altri, con competenza e vicinanza solidale, al centro della Giornata mondiale del malato che ogni anno si celebra l’11 febbraio, cioè domani, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Nel messaggio per l’occasione il Papa indica come esempio madre Teresa di Calcutta, «modello di carità che ha reso visibile l’amore di Dio per i poveri e i malati». La sua missione nelle «periferie esistenziali – sottolineava Francesco il 4 settembre 2016 nell’omelia della canonizzazione delle religiosa d’origine

All’Angelus il grido del Papa contro la tratta: “Basta schiavitù”

Il Pontefice: "Tutti possiamo e dobbiamo collaborare denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini". Una preghiera contro la tratta di essere umani e un appello ai governi “perché siano affrontate con decisione le cause di tale piaga e siano protette le vittime”. A due giorni dalla memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, all’Angelus, Papa Francesco ricorda la quinta “Giornata mondiale contro la tratta di persone”. Il motto di quest’anno è “Insieme contro la tratta”. “Invita ad unire le forze per vincere questa sfida“, spiega il Pontefice, che ringrazia poi “tutti coloro che combattono su questo fronte, in particolare tante religiose”. E dopo l’appello ai governi, un appello a fedeli: “Tutti possiamo e dobbiamo collaborare denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini. La preghiera è la forza che sostiene il nostro impegno comune”. Poi, tutta piazza San Pietro, gremita da migliaia di persone, eleva a

Francesco: i fedeli leggano il documento che ho firmato con l’imam

Il Papa all’udienza generale: il viaggio nella penisola araba «ha scritto una nuova pagina» nella storia del dialogo «in un’epoca in cui è forte la tentazione di vedere in atto uno scontro tra le civiltà cristiana e quella islamica». Il Papa si è raccomandato con i fedeli che hanno partecipato all’udienza generalein Vaticano il giorno dopo il rientro dagli Emirati Arabi Uniti (3-5 febbraio) che leggano e conoscano il documento che ha firmato ad Abu Dhabi con il Grande Imam di Al-Azhar . Il viaggio nella penisola araba, ha detto, «ha scritto una nuova pagina» nella storia del dialogo tra le due fedi e nell’impegno di promuovere la pace nel mondo e, «in un’epoca come la nostra, in cui è forte la tentazione di vedere in atto uno scontro tra le civiltà cristiana e quella islamica », ha dato un segno «chiaro e deciso» che, invece, «è possibile incontrarsi».  Quello negli Emirati Arabi Uniti, ha notato Jorge Mario Bergoglio nell’udienza in Aula Paolo VI, è stato «breve ma molto impo

IL CONGEDO DEL PAPA DAGLI EMIRATI ARABI

È stato tutto all’insegna delle Beatitudini, il congedo di Papa Francesco dagli Emirati Arabi. Durante la messa allo Zayed Sports City di Abu Dhabi, il Santo Padre ha ricordato che “la prima realtà della vita cristiana” non è “sarai beato” ma “sei beato”. La beatitudine, già quaggiù sulla terra, non è un “elenco di prescrizioni esteriori da adempiere”, né un “complesso insieme di dottrine da conoscere”, ma è principalmente il “sapersi, in Gesù, figli amati del Padre”. È quindi “una gioia che nessuna persona al mondo e nessuna circostanza della vita possono toglierci”, una gioia che “dà pace anche nel dolore, che già ora fa pregustare quella felicità che ci attende per sempre”.  Nelle Beatitudini evangeliche “vediamo un capovolgimento del pensare comune, secondo cui sono beati i ricchi, i potenti, quanti hanno successo e sono acclamati dalle folle”. Per Gesù, i beati sono “i poveri, i miti, quanti restano giusti anche a costo di fare brutta figura, i perseguitati”. Lui stesso

Avanti per il prossimo obbiettivo!!!

La nostra pagina sul social network ha raggiunto il traguardo del superamento di 1000 fan. Oggi è un giorno importantissimo per tutta la nostra Associazione: la nostra pagina Facebook ha raggiunto milleetredici fan. 1013 "Mi piace" che sono un grande orgoglio per noi e uno stimolo a fare sempre meglio. Per questo vogliamo ringraziare tutti quelli che ci seguono su Facebook sul nostro blog dove siamo in continua crescita. Grazie anche a tutti quelli che commentano e condividono i nostri post. Quelli che ci lodano e quelli che ci criticano. Per noi siete tutti preziosi. Grazie.

Il Papa e il Grande Imam di Al-Azhar firmano il Documento sulla Fratellanza Umana

Al termine dell’incontro con i leader religiosi riuniti ad Abu Dhabi durante la seconda giornata dello storico viaggio negli Emirati Arabi Uniti. Un «Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune» è stato firmato da Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. La storica iniziativa ha segnato il momento centrale della seconda giornata del viaggio negli Emirati Arabi Uniti, dove il Pontefice è giunto nella serata di domenica 3 febbraio. Nel testo firmato al termine dell’incontro interreligioso svoltosi nel pomeriggio di lunedì 4, presso il Founder’s Memorial ad Abu Dhabi, il Papa e il Grande Imam chiedono ai leader religiosi e politici mondiali «di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace», intervenendo per «porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive». Un appello fatto proprio da Francesco anche nel di

Papa e Grande Imam: storica Dichiarazione su pace, libertà e diritti donne

Nel documento firmato da Francesco e Al-Tayyib forte condanna del terrorismo e della violenza: “Dio non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente” Il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” firmato questo pomeriggio ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib non è soltanto una pietra miliare nei rapporti tra cristianesimo e islam ma rappresenta anche un messaggio con un forte impatto sulla scena internazionale. Nella prefazione, dopo aver affermato che «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare», si parla di questo testo come di «un documento ragionato con sincerità e serietà», che invita «tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme». Il documento si apre con una serie di invocazioni: il Papa e il Grande Imam parlano «in nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani ug

10 motivi per cui scegliere la vita è il vero progresso

Per difendere la vita in modo coerente e convincente occorre formarsi e conoscere. Ecco allora 10 delle tesi più usate a favore dell'aborto e le 10 (e più) risposte da dare per dimostrare che scegliere la vita è sempre vincente. Il vero atto rivoluzionario, oggi, è scegliere la vita là dove il mondo ti spingerebbe a gettare la spugna. Eppure noi cristiani, che dovremmo essere i portatori di un messaggio di vita e di una saggezza evangelica sconvolgente, molto spesso restiamo timidamente intimoriti dalle tesi di una società che vede il piccolo e il fragile come un peso, e che di fronte alla solitudine di una madre in attesa propone come soluzione l’aborto. Oggi tocca a noi giovani dimostrare che il vero progresso è quello che sceglie la vita e la difende, con il buonsenso e l’intelligenza di chi non combatte per ideologia o per partito preso, ma perché la sua ragione e il suo studio approfondito confermano i valori in cui crede. Per difendere la vita in modo coerente e conv

IL MONDO HA BISOGNO DI CRISTIANI ACCOGLIENTI, CORAGGIOSI E CON PIÙ FEDE

Alla vigilia della sua partenza per gli Emirati Arabi Uniti, meta del suo 27° viaggio internazionale, Papa Francesco ha rivolto un accorato appello per la crisi umanitaria nello Yemen, soffermandosi anche sulla 41a Giornata per la Vita e salutando i ragazzi dell’Azione Cattolica di Roma, impegnati nella tradizionale “Carovana della Pace”. Meditando il Vangelo del giorno durante l’Angelus, il Santo Padre ha messo in luce il contrasto tra la logica dei “compaesani” di Gesù che “vogliono i miracoli” e pretendono un “Messia a proprio vantaggio” e quella di Dio che “vuole la fede”, perché “vuole salvare tutti”. Smascherati e feriti nell’orgoglio, i nazareni rifiutano Gesù e lo minacciano di morte: Lui stesso “sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta”, come vuole la profezia, ma Gesù non si scoraggia e “va avanti per la sua strada, confidando nell’amore del Padre”. Anche oggi, ha sottolineato il Pontefice, “il mondo ha bisogno di vedere nei

Papa Francesco ad Abu Dhabi per una nuova pagina di dialogo con i musulmani

E' la prima volta che un Pontefice visita la penisola arabica, il cardinale Parolin: "Un incontro che segnerà una svolta" Era il 1219 quando San Francesco d’Assisi si recò dall’altra parte del Mediterraneo per incontrare il Sultano d’Egitto, Malik al Kamil, gettando così le basi del dialogo tra Cristianesimo e Islam. Ottocento anni dopo, Papa Francesco vola negli Emirati Arabi Uniti “per scrivere insieme una pagina di dialogo e percorrere insieme sentieri di pace”. E’ la prima volta che un Pontefice visita la penisola arabica. Un viaggio di appena tre giorni (con un discorso e una sola omelia) dedicati all’incontro e alla preghiera intereligiosa, sempre con un pensiero rivolto alla pace. Prima della partenza, durante la preghiera dell’Angelus, il Pontefice lancia un appello per lo Yemen, lacerato da anni di guerra civile . Con grande preoccupazione seguo la crisi umanitaria nello Yemen. La popolazione è stremata dal lungo conflitto e moltissimi bambini soffr