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IL CONGEDO DEL PAPA DAGLI EMIRATI ARABI

È stato tutto all’insegna delle Beatitudini, il congedo di Papa Francesco dagli Emirati Arabi. Durante la messa allo Zayed Sports City di Abu Dhabi, il Santo Padre ha ricordato che “la prima realtà della vita cristiana” non è “sarai beato” ma “sei beato”.

La beatitudine, già quaggiù sulla terra, non è un “elenco di prescrizioni esteriori da adempiere”, né un “complesso insieme di dottrine da conoscere”, ma è principalmente il “sapersi, in Gesù, figli amati del Padre”. È quindi “una gioia che nessuna persona al mondo e nessuna circostanza della vita possono toglierci”, una gioia che “dà pace anche nel dolore, che già ora fa pregustare quella felicità che ci attende per sempre”. 
Nelle Beatitudini evangeliche “vediamo un capovolgimento del pensare comune, secondo cui sono beati i ricchi, i potenti, quanti hanno successo e sono acclamati dalle folle”. Per Gesù, i beati sono “i poveri, i miti, quanti restano giusti anche a costo di fare brutta figura, i perseguitati”. Lui stesso “è venuto per servire e non per essere servito; ci ha insegnato che non è grande chi ha, ma chi dà”, si è lasciato “condannare ingiustamente” e “solo così ha sconfitto la morte, il peccato, la paura e la mondanità stessa”. L’invocazione odierna è nel chiedere “la grazia di riscoprire il fascino di seguire Gesù, di imitarlo, di non cercare altro che Lui e il suo amore umile”.
Rivolto ai fedeli cattolici residenti in Abu Dhabi, il Pontefice ha detto: “Siete un coro che comprende una varietà di nazioni, lingue e riti; una diversità che lo Spirito Santo ama e vuole sempre più armonizzare, per farne una sinfonia. Questa gioiosa polifonia della fede – ha aggiunto – è una testimonianza che date a tutti e che edifica la Chiesa”.
Vivere da beati non significa essere “sempre allegri”, anzi, spesso “chi si prodiga per essere operatore di pace sa che cosa significa soffrire”, tuttavia “il Signore è fedele e non abbandona i suoi”, ha detto il Papa, menzionando a mo’ di esempio l’aspra lotta spirituale che Sant’Antonio Abate dovette affrontare quando si ritirò nel deserto, finendo tentato dalla nostalgia e dai rimpianti per la vita passata. Quando poi il Signore gli apparve e lo consolò, Antonio gli domandò: “Dov’eri? Perché non sei apparso prima per liberarmi dalle sofferenze?”. E Gesù gli rispose: “Io ero qui, Antonio”. Non mancheranno, quindi, i momenti in cui ci sentiremo soli, ma Dio “anche se non interviene subito, ci cammina a fianco e, se continuiamo ad andare avanti, aprirà una via nuova”.
Dio non ci chiede di “innalzare grandi opere” o di compiere “gesta straordinarie”: nemmeno Gesù apparentemente “ha lasciato nulla di scritto”, né “ha costruito nulla di imponente”; ci ha chiesto però di realizzare “una sola opera d’arte, possibile a tutti: quella della nostra vita. Le Beatitudini sono allora una mappa di vita: non domandano azioni sovraumane, ma di imitare Gesù nella vita di ogni giorno”.
Francesco si è quindi soffermato su due Beatitudini in particolare. 
«Beati i miti» richiama alla mitezza di Gesù “mite anche di fronte ai suoi accusatori”. Anche San Francesco, quando diede ai suoi frati istruzioni su come recarsi dai Saraceni musulmani, raccomandò “né liti né dispute” e di presentarsi armati soltanto di fede umile e dell’amore di Gesù. “È importante la mitezza – ha commentato Bergoglio –, se vivremo nel mondo al modo di Dio, diventeremo canali della sua presenza; altrimenti, non porteremo frutto”.
La seconda Beatitudine menzionata è «Beati gli operatori di pace». “Il cristiano promuove la pace, a cominciare dalla comunità in cui vive”, ha detto il Santo Padre, ricordando che “una Chiesa che persevera nella parola di Gesù e nell’amore fraterno è gradita al Signore e porta frutto”. 
In conclusione, il Pontefice ha chiesto per i fedeli di Abu Dhabi “la grazia di custodire la pace, l’unità, di prendervi cura gli uni degli altri, con quella bella fraternità per cui non ci sono cristiani di prima e di seconda classe”. 
Poco prima di lasciare la residenza di Abu Dhabi, il Papa si è recato in visita alla Saint Joseph Cathedral, dove è stato accolto con grande affetto e commozione dai fedeli. Il Vicario Apostolico dell’Arabia Meridionale, monsignor Paul Hinder, gli ha presentato la comunità di fedeli presenti e il Santo Padre, in un breve saluto, ha affermato che è una grande gioia per lui visitare le giovani chiese come quella presente negli Emirati, e ha ringraziato i fedeli per la loro testimonianza.

Luca Marcolivio





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