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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

Il silenzio di Manduria che uccide

"L’abbiamo fatto per passare il tempo”, ha detto agli inquirenti uno dei ragazzi che ha vessato Antonio Stano. Sembra che molti sapessero da sempre quello che accadeva a questo “Gesù” trafitto da una spietatezza inaudita. Si parla di ripetute aggressioni con bastoni, pugni e calci a una persona del tutto indifesa. E’ l’intera società ad essere in pericolo se a 15 anni non si ha il minimo rispetto e nemmeno pietàverso una persona anziana, vulnerabile per problemi psichici, sola e isolata, al punto da infliggergli un calvario di violenze fino a provocarne la morte tra atroci sofferenze. Come si può accettare che 14 ragazzi, di cui 12 minorenni, torturino ripetutamente un anziano diffondendo sui social i tanti filmati delle sevizie e dell’agonia? A morire con il pensionato di Manduria, Antonio Cosimo Stano, è un intero paradigma di società i cui valori vengono inesorabilmente corrosi dagli odierni modelli (sub)culturali. Nell’ultimo anno 20mila minorenni sono stati colpit

Giovanni Paolo II: siate testimoni della misericordia

San Giovanni Paolo II era talmente devoto alla Divina Misericordia da istituirne la festa che oggi la chiesa celebra. Durante il secondo conflitto mondiale e l’occupazione tedesca che in Polonia durò lunghi cinque anni (1939-45) il giovane Karol Wojtyła lavorava nella fabbrica chimica “Solvay” nel quartiere di Cracovia chiamato Borek Falecki, non lontano dalla collina dove si trovava il cimitero delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Si fermava lì per pregare presso la tomba di suor Faustina Kowalska morta nel 1938, un’umile suora polacca a cui nel 1935 Gesù ha comandato di predicare il messaggio della misericordia di Dio al mondo. Wojtyła continuava le sue visite al santuario di Łagiewniki da sacerdote, vescovo e cardinale. Spesso pronunciava le omelie sulla Divina Misericordia. Nel 1965 l’arcivescovo Wojtyła inaugurò il processo informativo relativo alla vita e alle virtù della mistica, dopo di che nel 1968 iniziò a Roma il processo di beatificazione. Il

Papa al Regina Caeli: tocchiamo in chi soffre le piaghe di Gesù

Papa Francesco, nella domenica della Divina Misericordia, ricorda i doni di Gesù risorto ai discepoli, e quindi a noi: pace, gioia e missione. E se non siamo in pace, come Tommaso, ci invita a visitare la gente che soffre, “che è il simbolo delle piaghe di Gesù”, dalle quali scaturisce la misericordia. Gesù risorto dona ai discepoli, e quindi anche a noi, la pace, perché ha saputo vincere morte e peccato, la gioia, perché quando siamo tristi, possiamo “guardare al Risorto” e la missione, quella di trasformare il mondo con la presenza dello Spirito. E se non siamo in pace, come Tommaso, visitiamo chi soffre, “che è il simbolo delle piaghe di Gesù”, dalle quali scaturisce la misericordia. Così Papa Francesco prima della recita della preghiera del Regina Caeli, nella domenica della Divina Misericordia, culmine dell’Ottava di Pasqua. I l dono della pace: riconciliazione tra Dio e l’umanità Il Papa commenta il Vangelo domenicale di Giovanni, che narra dell’incontro di Gesù risor

Accresci in noi la grazia che ci hai dato!

Rif.: At 5,12-16; Sal 117/118,2-4.22-27; Ap1,9-11a.12-13.17-19; Gv 20,19-31 La preghiera di Colletta I dischiude dinanzi ai nostri occhi lo sconfinato orizzonte della Pasqua, i suoi effetti, il tesoro di grazia che racchiude e che Dio gratuitamente ci dona: “Dio di eterna misericordia, …, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti …”. Pasqua è dunque il frutto eccelso della misericordia divina di cui tutta la Scrittura ci parla, e che Dio stesso assume come sua principale caratteristica definendosi “Dio ricco di misericordia”, tanto da perdonare ogni tradimento e dimenticare ogni offesa del popolo. La misericordia divina è espressione di quella infinita carità che “tutto copre, tutto perdona, tutto dimentica” (v. s. Paolo). Misericordia alla quale anche noi siamo chiamati ma troviamo difficilissima da esercitare, così che m

“Il male soffoca il mondo se non lo si interrompe con il perdono”

All’udienza generale Papa Francesco spiega che «non tutto si risolve con la giustizia» e per mettere un argine al male «qualcuno deve amare oltre il dovuto» «Nella vita non tutto si risolve con la giustizia. Soprattutto laddove si deve mettere un argine al male, qualcuno deve amare oltre il dovuto, per ricominciare una storia di grazia. Il male conosce le sue vendette, e se non lo si interrompe rischia di dilagare soffocando il mondo intero»: lo ha detto Papa Francesco nell’udienza generale in piazza San Pietro, sottolineando che siamo tutti debitori con Dio (nella Chiesa non esistono «self made man»), «ma la grazia di Dio, così abbondante, è sempre impegnativa», perché chiede ai figli perdonati dal Padre di perdonare i loro fratelli. Francesco ha proseguito un ciclo di catechesi sul Padre Nostro, soffermandosi sull’espressione «Come noi li rimettiamo ai nostri debitori» che segue l’invocazione «Rimetti a noi i nostri debiti». «Non esistono nella Chiesa “self made man”, uo

Trenta anni fa, Giovanni Paolo II all’isola Reunion

Disse qualche parola in creolo, diede un discorso ai giovani, celebrò Messa per 150 mila persone: il giorno che Giovanni Paolo II trascorse nell’isola della Reunion il 2 maggio 1989 è ancora impresso nella memoria della piccola isola tra il Madagascar e le Mauritius. Una memoria che si rinnova in questi giorni, con un calendario di celebrazioni nella piccola isola e la speranza che magari Papa Francesco, nel suo viaggio tra Mozambico, Madagascar e Mauritius previsto dal 4 al 10 settembre magari faccia un passaggio nell’isola. Giovanni Paolo II fu nella chiesa della Trinità. Ed è lì che dal 16 al 30 aprile c’è una grande mostra sulla vita di San Giovanni Paolo II. Il 27 aprile, in occasione dell’anniversario della canonizzazione del Papa polacco, si terrà una giornata di commemorazione, con preghiere, lodi, canzoni e scambi e una Messa presieduta dal vescovo Gilbert Aubry. Dal 20 ottobre 2013, c’è a Bras Panon una reliquia di San Giovanni Paolo II, un tessuto su cui ci so

LA PARTITA EDUCATIVA NELLO SPORT – “Oltre la disabilità… è la forza della vita che t’insegna a non mollare mai”

“Campioni nello sport, campioni nella vita!”  Incontro formativo, di testimonianze e di confronto  sul tema di educare attraverso lo sport nell’ambito della disabilità. Citando una frase dell’amatissimo campione olimpionico Pietro Mennea l’associazione Giovanni Paolo II di Polignano a Mare, continuando il suo programma annuale di promozione sociale organizza venerdì 26 aprile 2019, alle ore 18.30, presso la sala conferenze della fondazione “Pino Pascali” un convegno-tavola rotonda: - LA PARTITA EDUCATIVA NELLO SPORT – “Oltre la disabilità… è la forza della vita che t’insegna a non mollare mai” con la presenza di meravigliose testimonianze raccontate da protagonisti dello sport e da vari rappresentanti che lavorano da tempo nel mondo sportivo. Ci saranno offerti tante emozioni umane provenienti dall’ambiente paraolimpico e non. La Partita Educativa nello Sport è la campagna sociale di comunicazione e formazione per una rinnovata cultura educativa nello sport...per

Sri Lanka, Papa Francesco: “Atti terroristici disumani e ingiustificabili”

Nel Regina Coeli del Lunedì dell’Angelo, Bergoglio torna a condannare gli attentati che hanno ucciso circa 300 persone e ferito altre 500: «Offrire l’aiuto necessario» «Atti terroristici, disumani, mai giustificabili». Papa Francesco torna a condannare l’orrore che ieri, giorno di Pasqua, ha travolto e sconvolto lo Sri Lanka, dove sei bombe esplose simultaneamente in tre chiese e in tre alberghi hanno ucciso circa 310 persone tra turisti e fedeli che partecipavano alla messa pasquale, ferendone altre 500. Una strage di cui ancora non si conoscono i responsabili, ma solo la matrice: terrorismo. Francesco lo dice chiaramente durante il Regina Coeli del Lunedì dell’Angelo, in piazza San Pietro: «Auspico che tutti condannino questi atti terroristici, disumani, mai giustificabili». Il Pontefice - che già ieri al termine dell’Urbi et Orbi aveva espresso dolore per questa «crudele violenza» - rinnova la sua vicinanza al caro popolo dello Sri Lanka e si dice «vicino al mio frate

L’annuncio fondamentale della sconfitta della morte si è ripetuto nella solenne Messa presieduta dal Pontefice sul sagrato della Basilica Vaticana. Nelle letture l’esperienza del sepolcro vuoto che cambia la vita del credente

L’annuncio fondamentale della sconfitta della morte si è ripetuto nella solenne Messa presieduta dal Pontefice sul sagrato della Basilica Vaticana. Nelle letture l’esperienza del sepolcro vuoto che cambia la vita del credente. Cristo è risorto, è davvero risorto. Dopo duemila anni, la gioia e lo stupore provato dalle tre Marie e dagli apostoli Pietro e Giovanni davanti alla pietra rotolata via dal Santo Sepolcro sono le stesse che animano la folla di fedeli - romani e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo - che hanno preso parte alla Santa Messa della domenica di Pasqua in Piazza San Pietro. La cerimonia iniziata con il 'Resurrexit' Sotto il cielo coperto dalle nuvole, il tripudio di colori è offerto da 55 mila fiori, un dono floreale proveniente dall’Olanda e dalla Slovenia. Papa Francesco ha presieduto la celebrazione che si tenuta sul sagrato della Basilica Vaticana e che ha avuto inizio con il rito del 'Resurrexit', con cui si rivive la testimoni

Urbi et Orbi, il Papa: “Cessi il fragore delle guerre e la corsa agli armamenti”

Dalla loggia centrale delle benedizioni della basilica di San Pietro l'appello del Pontefice affinché tacciano le armi in tutto il mondo: "Il Risorto faccia di noi dei costruttori di ponti, non di muri" Città del Vaticano – “Il Risorto, che ci dona la sua pace, faccia cessare il fragore delle armi, tanto nei contesti di guerra che nelle nostre città, e ispiri i leader delle Nazioni affinché si adoperino per porre fine alla corsa agli armamenti e alla preoccupante diffusione delle armi, specie nei Paesi economicamente più avanzati”. Piazza San Pietro è addobbata a festa; tutte le campane della basilica vaticana suonano a festa annunciando la gioia della Pasqua. “Cristo vive!“: è con le parole iniziali della recente Esortazione apostolica dedicata in particolare ai giovani ( leggi qui ) che il Pontefice augura a tutti i cristiani gli auguri di una Santa Pasqua. Eppure, all’annuncio della risurrezione, Papa Francesco nel suo messaggio “Urbi et Orbi”, ovvero al mond

Tutte le croci del mondo

Nella Via crucis al Colosseo il Papa prega per le vittime delle nuove schiavitù, delle povertà e delle ingiustizie della società contemporanea Un insistente appello all’umanità ad aprire gli occhi su «tutte le croci del mondo» e a riconoscere in esse la croce di Cristo. Nella preghiera per la tradizionale Via crucis al Colosseo, la sera del Venerdì santo, 19 aprile, Papa Francesco ha così scandito le tante ferite di cui soffre l’uomo contemporaneo. Sono quelle delle vittime delle nuove schiavitù, di chi è umiliato nel corpo e nell’anima dallo sfruttamento, dall’abuso e dalla tratta, quelle di chi vive la drammatica condizione del migrante, di chi è schiacciato dal peso dell’emarginazione, della povertà e della solitudine. Sono le croci dell’intero pianeta, «nostra casa comune» sfruttata egoisticamente per avidità e per potere; e quelle della Chiesa «assalita continuamente dall’interno e dall’esterno».

Cantalamessa nella predica deI Venerdì santo, poveri e reietti la Pasqua è la vostra festa

E’ il tema dello scarto quello scelto quest’anno dal Predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa per la omelia del Venerdì Santo presieduta dal Papa, per la Predica dei ricordi. E’ il tema dello scarto quello scelto quest’anno dal Predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa per la omelia del Venerdì Santo presieduta dal Papa, per la Predica dei ricordi. Il volto dell’uomo dei dolori, Gesù, il “prototipo e il rappresentante di tutti i reietti, i diseredati e gli “scartati” della terra, quelli davanti ai quali si volta la faccia da un’altra parte per non vedere”. Il Padre cappuccino cita il romanzo «Se questo è un uomo» in cui lo scrittore Primo Levi racconta “la sua vita nel campo di sterminio di Auschwitz. Sulla croce, Gesù di Nazareth diventa l’emblema di tutta questa umanità “umiliata e offesa”. Verrebbe da esclamare: “Reietti, rifiutati, paria di tutta la terra: l’uomo più grande di tutta la storia è stato uno di voi! A qualunque po

Fratelli nel servizio

Alla messa «in coena Domini» nel carcere di Velletri il Papa lava i piedi a dodici detenuti. «Siate fratelli nel servizio, non nell’ambizione, come di chi domina o calpesta l’altro; siate fratelli nel servizio»: lo ha ribadito per ben due volte Papa Francesco nell’omelia pronunciata a braccio durante la messa «in coena Domini» celebrata nel pomeriggio del 18 aprile, Giovedì santo, all’interno del carcere di Velletri. E subito dopo ha dato forma alle sue parole lavando i piedi a dodici detenuti. «È un gesto che facevano gli schiavi in quel tempo — ha spiegato —... E Gesù fa questo gesto... un gesto da schiavo: Lui, che aveva tutto il potere, Lui, che era il Signore». Un gesto, ha aggiunto il Papa, che Cristo suggerisce agli apostoli e a tutti gli uomini di fare anche tra loro. 

Papa Francesco, la gloria di Dio è paradossale: niente applausi, niente audience

Tre preghiere di Gesù nella Passione, tre temi per la udienza generale di Papa Francesco. La gloria di Dio, quella di cui parla Gesù nell’ultima cena cosa è davvero? La gloria “indica il rivelarsi di Dio, è il segno distintivo della sua presenza salvatrice fra gli uomini” Ecco allora cosa è la Pasqua, sulla croce “Dio finalmente rivela la sua gloria: toglie l’ultimo velo e ci stupisce come mai prima. Scopriamo infatti che la gloria di Dio è tutta amore: amore puro, folle e impensabile, al di là di ogni limite e misura”. Papa Francesco invita tutti a chiedere al Padre di “togliere i veli ai nostri occhi perché in questi giorni, guardando al Crocifisso, possiamo accogliere che Dio è amore. Quante volte lo immaginiamo padrone e non Padre, quante volte lo pensiamo giudice severo piuttosto che Salvatore misericordioso! Ma Dio a Pasqua azzera le distanze, mostrandosi nell’umiltà di un amore che domanda il nostro amore. Noi, dunque, gli diamo gloria quando viviamo tutto quel c

Buona settimana Santa... gli appuntamenti.

Vivere con Gesù la Settimana Santa. La Grande Settimana Una settimana da vivere vicino a Gesù, negli ultimi avvenimenti della sua vita terrena (passione, morte in croce) per entrare nella gloria della Risurrezione. Il “guadagno” spiritale che ne deriverà è incommensurabile; e più fede e amore ci metteremo, e più consolazione riceveremo, perché il Signore risponde all’amore. Appuntamenti importanti Parrocchia Santi Cosimo e Damiano Polignano a Mare(BA)

Buon compleanno Papa Benedetto, il tuo servizio merita solo gratitudine

Il suo lavoro di "umile lavoratore della Vigna del Signore" ha trovato una straordinaria opportunità di servire i più piccoli nella lotta ingaggiata contro il male degli abusi negli otto anni del suo Pontificato. Gli attacchi che continua a ricevere sono assolutamente ingenerosi. Compie oggi 92 anni il Papa Emerito Benedetto XVI e tutti cattolici gli rivolgono un pensiero affettuoso e grato. Il suo servizio di "umile lavoratore della Vigna del Signore", che ha trovato una straordinaria opportunità di servire i più piccoli nella lotta ingaggiata contro il male degli abusi negli otto anni del suo Pontificato, così come il suo magistero come successore di Pietro e ancor prima come teologo al Concilio, vescovo e stretto collaboratore di San Giovanni Paolo II, meritano solo gratitudine. Così come resta grandissima l'ammirazione per il gesto generoso e controcorrente delle sue dimissioni dell'11 febbraio 2013, che hanno aperto una nuova era nella storia de

Inferno a Notre-Dame: in fiamme il cuore della cristianità

Ore intere di fuoco ininterrotto, la guglia che cade, il tetto trecentesco che crolla: una ferita nella memoria dell'Occidente. E'  il 1163 quando inizia la costruzione di Notre Dame, la cattedrale “Nostra Signora di Parigi”. Il promotore del progetto è il teologo Maurice de Sully che era diventato vescovo della capitale francese tre anni prima. Lo stile gotico — nella sua prima versione — nel Paese transalpino era già una realtà affermata, come testimoniano le chiese edificate in precedenza: una fra tutte quella di Saint-Denis (1136). La costruzione fu condotta in due fasi, la prima fino al 1250 riguardò la struttura portante dell’edificio; mentre fino alla metà del XIX secolo una serie di interventi le fecero raggiungere l’aspetto attuale: 130 metri di lunghezza e 40 di larghezza. La cattedrale contiene cinque navate (quante ne contenevano solo l’abbazia di Cluny e San Pietro a Roma) e 37 cappelle. La luce entrava attraverso 113 vetrate colorate. I lavori vennero finan

Dalle palme alla Croce, le tappe della Passione

Il messaggio profondo di uno dei momenti più solenni dell'anno liturgico. G esù annunciò tre volte ai discepoli la sua passione, morte e risurrezione. Seguendo il vangelo di Matteo ritroviamo il primo annuncio (16,21) seguito dallo spavento dei discepoli, tanto che Pietro chiese a Gesù di non andare a Gerusalemme, perché non doveva morire. Gesù condusse tre discepoli, Pietro, Giovanni e Giacomo sul Tabor, dove si trasfigurò (Mt 17,12) per sostenerli nella fede in lui nel momento in cui la sua identità di Figlio di Dio sarebbe apparsa del tutto oscurata. Ma pur sul Tabor presentò la sua futura passione (17,12). Una morte annunciata Il secondo annuncio lo ritroviamo, seguendo Matteo in (17,22) con una reazione di tristezza dei discepoli. L’evangelista Marco annota (9,32) che i discepoli non compresero quanto diceva e “avevano timore di interrogarlo” per avere chiara spiegazione. Preferirono rimanere nella loro idea di un Messia vincente. E’ immaginabile che pensassero

La chiave per comprendere la Pasqua

In un mondo che non tollera la croce e fa di tutto per costruire tangenziali per evitarla, Gesù sceglie di attraversarla fino all’ultimo respiro. Si fa buio su tutta la terra: Gesù precipita nella morte, ma la morte non può trattenere Colui che è vivo. Se penso alla festa di Pasqua ormai vicina la prima immagine che mi viene in mente è un altare di una chiesa del Nord costruito su un grande blocco di marmo pesante. Ricorda la pietra che chiudeva il sepolcro in cui era stato deposto il Cristo, al termine della sua esistenza terrena. Ma guardandola con attenzione sembra una spugna leggera, capace di alzarsi da terra, quasi sollevata da uno scoppio di vita. Una pietra da cui esplode la vita. Mi fa pensare allo stupore dei discepoli che avevano visto il loro Maestro straziato sulla croce. Si erano allontanati da Gerusalemme per lasciarsi alle spalle quel dolore e quell’ennesima delusione. Ancora una volta la vita aveva mostrato la sua triste verità: siamo tutti condannati alla morte

Nella libertà e per amore: #BuonePalme

Gesù ha vissuto la propria fine nella libertà. Avrebbe potuto fuggire prima che gli eventi precipitassero, avrebbe potuto smentire quanto fatto e detto fino ad allora. E invece è rimasto fedele alla missione ricevuta da Dio, ha continuato a realizzare la volontà del Padre, anche a costo di andare incontro a una fine ignominiosa. E questo perché sapeva che solo così poteva amare Dio e gli uomini fino alla fine. Nella libertà e per amore: #BuonePalme Dal Presidente Onorario, Presidente, Direttivo e Soci a tutti voi e le vostre famiglie.

"Cos’è la Domenica delle Palme?"

La Domenica delle Palme è il giorno ricordato come “l’entrata trionfale” di Gesù a Gerusalemme, una settimana prima della Sua resurrezione, (Matteo 21:1-11). 450-500 anni prima il profeta Zaccaria aveva profetizzato: “Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; Egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell'asina”, (Zaccaria 9:9). Matteo 21: 7-9 dimostra che la profezia si realizzò: “condussero l'asina e il puledro, vi misero sopra i loro mantelli e Gesù vi si pose a sedere. La maggior parte della folla stese i mantelli sulla via; altri tagliavano dei rami dagli alberi e li stendevano sulla via. Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: «Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi!»”. Questo evento avvenne la Domenica prima della crocifissione di Gesù.

Rimanete nella pace

· Il Papa si china a baciare i piedi del presidente e dei vicepresidenti designati del Sud Sudan · I problemi vanno risolti davanti al popolo e con le mani unite «A voi che avete firmato l’Accordo di pace, chiedo, come fratello: rimanete nella pace. Ve lo chiedo con il cuore». È l’appello che il Papa ha rivolto al presidente e ai vicepresidenti designati del Sud Sudan nel pomeriggio di giovedì 11 aprile, chinandosi a baciare loro i piedi, per invocarne l’impegno al servizio della pace nel martoriato paese africano. Un impegno suggellato dalla partecipazione dei leader sud sudanesi al ritiro spirituale con autorità civili ed ecclesiastiche che — organizzato di comune accordo tra la Segreteria di Stato e l’Ufficio dell’Arcivescovo di Canterbury — era iniziato il giorno precedente e si è concluso a Santa Marta alla presenza del Pontefice. Nel suo discorso Francesco, ricordando l’accordo stipulato nel settembre scorso tra i più alti rappresentanti politici del Sud Sudan,

Abusi del clero, la soluzione di Benedetto XVI: recuperare la distinzione tra bene e male

“L’accusa contro Dio oggi si concentra soprattutto nello screditare la sua Chiesa nel suo complesso e così nell’allontanarci da essa”. Parola di Benedetto XVI che in 35 mila battute affronta il tema dello scandalo della pedofilia, parte dalla sociologia, passa per il post Concilio, attraversa la pastorale e conclude con una vera teologia della speranza. E lo fa a modo suo con un saggio per una rivista per il clero tedesco, Klerusblatt. Ancora una volta Joseph Ratzinger prende la penna in mano da teologo, a quasi 92 anni, per mettere in chiaro alcune idee che nascono dalla esperienza della sua vita. Così, con il permesso di Papa Francesco e in accordo con il Segretario di Stato Parolin, mette a fuoco la questione che inonda le pagine dei giornali. Ha sperimentato il deflagrare di questo terribile problema e l'ha dovuto affrontare come Papa, e poco prima della riunione voluta da Francesco con le Conferenze episcopali di fine febbraio scrive tre capitoli, uno storico, uno pa

Papa in udienza: siamo tutti debitori di Dio, anche i santi

Papa Francesco ha dedicato la catechesi dell'udienza generale alla preghiera del "Padre nostro" e al momento nel quale chiediamo a Dio "rimetti i nostri debiti". Siamo debitori perchè "la vita è una grazia" e perché se amiamo "è grazie a Dio che ci ha amati per primo" “Padre, abbi pietà di tutti noi, perché anche il più santo in mezzo a noi non cessa di essere tuo debitore”. Papa Francesco aggiunge questa invocazione alla preghiera del “Padre nostro” che ci sta aiutando a conoscere meglio nelle catechesi dell’udienza generale del mercoledì. La meditazione numero 12 è dedicata al momento nel quale chiediamo a Dio: “Rimetti a noi i nostri debiti”. Abbiamo bisogno ogni giorno del perdono, come il pane Così, commenta Francesco, la preghiera “entra nel campo delle nostre relazioni con gli altri”. Come abbiamo bisogno del pane, che abbiamo chiesto al Padre poco prima, “così abbiamo bisogno del perdono. Ogni giorno”. Perché, chiarisc

Le intenzioni di preghiera del Papa per aprile 2019

Papa Francesco per questo mese di aprile ci chiede di pregare con più intensità per le persone che rischiano la propria vita per salvare quella degli altri in zone di guerra. Intenzioni del Papa

"Quante cadute nelle nostre famiglie. Quante separazioni, quanti tradimenti. E poi i divorzi, gli aborti e gli abbandoni" Piaghe odierne della Cattolicità: i temi della Via Crucis della famiglia

Gravi problemi di cui è vittima la famiglia nel nastro tempo, le divisioni cui è soggetta, le difficoltà personali, sociali ed economiche, ingiustizie, infedeltà, incomprensioni, l'aborto, l'abbandono, le malattie, i problemi della educazione dei figli, il bisogno di giustizia, sono stati i temi forti della Via Crucis della famiglia. E tradizione in preparazione della Santa Pasqua che la nostra Associazione insieme alla comunità della Parrocchia dei Santi Medici, si sono ritrovate Sabato 30 Marzo per un momento di preghiera, riflessione e fraternità    presideduta da Don Mikael VIRGINIO.   Quest'anno si è deciso di rivivere il cammino di Cristo verso il Calvario, centrando la riflessione della stazioni della Via Crucis sulle tematiche famigliari di stringente attualità, le meditazioni delle sette stazioni riprese da alcuni brani della Sacra Scrittura e dalle parole di papa Francesco tratte dall’esortazione apostolica sull’amore nella famiglia.   Questo perché so

Messa in suffragio di San Giovanni Paolo II nel XIV anno della scomparsa

II lungo cammino di Karol I Wojtyla fino alla sua santità è stato ricordato nel corso della celebrazione Eucaristica, presieduta da Don Antonio ESPOSITO e dal Diacono Don Mikael VIRGINIO Sabato 30 Marzo, presso la parrocchia dei Santi Medici Cosimo e Damiano nell'iniziativa organizzata dall'Associazione Giovanni Paolo Il, in occasione del quattordicesimo anno della scomparsa di papa Wojtyla, è stata anche anche esposta alla venerazione dei fedeli, la reliquia "Ex sanguine" (di sangue) di San Giovanni Paolo II, donata da Sua Eminenza Stanislaus Dziwisz, all'Associazione e Parrocchia dei SS Medici di Polignano a Mare in occasione del decennale dell'Associazione del 2017. "Oggi ricordiamo un grande testimone della fede, Giovanni Paolo II", ha detto il Diacono Mikael Virginio nel corso dell'omelia, per poi ripercorrere il lungo e difficile cammino di Karol Wojtyla, iniziato in Polonia nel clima sommerso del comunismo; un pontefice amatissimo c

Papa Francesco: “Quando sparliamo lanciamo pietre di condanna”

Il Pontefice all'Angelus: "Ogni vera conversione è protesa a un futuro nuovo, ad una vita nuova, bella, libera dal peccato, generosa" Città del Vaticano – Dobbiamo “prendere coscienza che siamo peccatori“, e dobbiamo imparare “a lasciar cadere dalle nostre mani le pietre della denigrazione, della condanna e del chiacchiericcio che a volte vorremmo scagliare contro gli altri”. Perché “quando sparliamo degli altri siamo come i farisei, lanciamo pietre di condanna”. E’ il monito che Papa Francesco lancia ai tanti fedeli riuniti in piazza San Pietro per la tradizionale preghiera domenicale dell’Angelus. Sotto un cielo che minaccia pioggia, il Pontefice, per la sua meditazione prende spunto dal brano evangelico della V Domenica di Quaresima, ovvero l’episodio della donna adultera (cfr. Gv 8,1-11). Un brano nel quale “si contrappongono due atteggiamenti: quello degliscribi e dei farisei da una parte”, “vogliono condannare la donna, perché si sentono i tutori dell

Rinascere come la fenice

Cosa ci ha insegnato la tragedia che ha colpito l'Abruzzo Non ci sono più macerie, ma case di legno, cuori di carne, occhi aperti: dove si leggono storie di voragini di dolore di quel fatidico 6 Aprile. Cicatrizzate, ma non chiuse solo dalla luce della fede. Onna: epicentro del terremoto, ma anche del mio cuore, dove provvidenzialmente il Signore mi ha mandato in quei mesi indimenticabili della tendopoli. Gente semplice, frazione in mezzo a piccoli fiumi, con il panorama romantico della Bella Addormentata che ogni tanto si sveglia sia per il terremoto che per qualche tragedia come quella del Rigopiano. Persone tenaci e “dure” come il Gran Sasso; forse proprio questo è il segreto della resistenza al dolore e alle fatiche della mia terra d'Abruzzo. Il grande manager Sergio Marchionne, scomparso prematuramente diceva: "Tenacia; senso del lavoro; l'orgoglio di fare le cose e farle bene"..."Non ho mai visto un abruzzese arrendersi. Non l’ho mai vi

"Ecco come ci siamo accorti di avere un figlio santo"

Parla la mamma di Carlo Acutis, giovane venerabile che domani sarà seppellito nel santuario della Spogliazione di Assisi. Quando si parla di santi, solitamente la mente corre verso celebri figure vissute in epoche distanti dalla nostra. Ma la santità non è un concetto statico, ancorato a determinate fasi della storia umana. Esistono santi che oggi possiamo veder riprodotti solo sui santini o sui quadri nelle chiese. E poi ci sono santi vissuti fino a pochi anni fa, di cui possiamo ammirare le foto e i video. Carlo Acutis è uno di loro. Morto a soli 15 anni, nel 2006, per una leucemia fulminante, era una ragazzo come tanti altri, che amava divertirsi e stare in compagnia. Ma era anche un ragazzo speciale, che aveva una devozione rara verso Gesù e la Madonna. Appena ricoverato disse ai genitori di "offrire le sofferenze al Signore per il Papa e la Chiesa". Carlo seppe farsi apostolo attraverso quella che era la sua passione, l’informatica. Nell’esortazione post-sinodal