· Il Papa si china a baciare i piedi del presidente e dei vicepresidenti designati del Sud Sudan ·
I problemi vanno risolti davanti al popolo e con le mani unite
«A voi che avete firmato l’Accordo di pace, chiedo, come fratello: rimanete nella pace. Ve lo chiedo con il cuore». È l’appello che il Papa ha rivolto al presidente e ai vicepresidenti designati del Sud Sudan nel pomeriggio di giovedì 11 aprile, chinandosi a baciare loro i piedi, per invocarne l’impegno al servizio della pace nel martoriato paese africano.
Un impegno suggellato dalla partecipazione dei leader sud sudanesi al ritiro spirituale con autorità civili ed ecclesiastiche che — organizzato di comune accordo tra la Segreteria di Stato e l’Ufficio dell’Arcivescovo di Canterbury — era iniziato il giorno precedente e si è concluso a Santa Marta alla presenza del Pontefice.
Nel suo discorso Francesco, ricordando l’accordo stipulato nel settembre scorso tra i più alti rappresentanti politici del Sud Sudan, si è detto consapevole che «ci saranno tanti problemi, ma non spaventatevi, andate avanti, risolvete i problemi».
«Voi — ha aggiunto — avete avviato un processo: che finisca bene», ha auspicato il Papa, con la raccomandazione che anche se «ci saranno lotte fra voi» occorre fare in modo che «anche queste avvengano davanti al popolo, con le mani unite». Solo «così — ha assicurato — da semplici cittadini diventerete Padri della Nazione».
Dopo un saluto iniziale al «presidente della Repubblica, alla signora e ai signori vicepresidenti della futura presidenza della Repubblica, che ai sensi del Revitalised Agreement on the Resolution of Conflict in South Sudan assumeranno alti incarichi di responsabilità nazionali il 12 maggio prossimo», il Papa ha ringraziato anche «i membri del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan, i quali spiritualmente accompagnano il cammino del gregge affidato loro nelle rispettive comunità», l’arcivescovo di Canterbury, Sua Grazia Justin Welby, definendolo «un fratello che va sempre avanti nella riconciliazione»; e il già moderatore della Chiesa presbiteriana di Scozia, John Chalmers. Insieme con questi ultimi due, il Pontefice ha firmato una Bibbia che è stata consegnata ai partecipanti al ritiro con il messaggio: «Ricerca ciò che unisce. Supera ciò che divide».
La parte centrale del discorso del Papa è stata quindi una riflessione sullo sguardo di Dio e lo sguardo del popolo. Del resto, ha spiegato, «la natura di questo nostro incontro è del tutto particolare e in un certo senso unica, perché qui non si tratta di un consueto e comune incontro bilaterale o diplomatico tra il Papa e i Capi di Stato e nemmeno di una iniziativa ecumenica tra i rappresentanti delle diverse comunità cristiane», ma appunto «di un ritiro spirituale». Infine, Francesco ha confermato «il desiderio e la speranza» di potersi recare, «con la grazia di Dio, nella vostra amata Nazione».
FONTE: L'OSSERVATORE ROMANO
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