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Visualizzazione dei post da 2020

Francesco: siamo grati a Dio di tutto, porteremo nel mondo la speranza

È la preghiera di ringraziamento il centro della catechesi del Papa all'udienza generale: “Tutti nasciamo perché qualcuno ha desiderato per noi la vita. E questo è solo il primo di una lunga serie di debiti che contraiamo vivendo. Debiti di riconoscenza” “Non tralasciamo di ringraziare: se siamo portatori di gratitudine, anche il mondo diventa migliore, magari anche solo di poco, ma è ciò che basta per trasmettergli un po’ di speranza. Tutto è unito e legato, e ciascuno può fare la sua parte là dove si trova”. All’ udienza generale , dalla Biblioteca privata del Palazzo Apostolico, Papa Francesco esorta a coltivare “l’allegrezza” alimentata dalla “gioia dell’incontro con Gesù”. “Il demonio invece, dopo averci illusi, ci lascia sempre tristi e soli”. “Se siamo in Cristo - spiega il Pontefice - nessun peccato e nessuna minaccia ci potranno mai impedire di continuare con letizia il cammino, insieme a tanti compagni di strada”. "Alla fine di questo anno difficile - ha detto saluta

L'Anno di Giovanni Paolo II, il Te Deum di fine anno per chiedere a Roma di essere esempio

  La preghiera nella chiesa dei Gesù come momento di incontro con le sfide della città. Fin dall’inizio del suo pontificato Giovanni Paolo II ha avuto nel cuore una attenzione speciale alla famiglia. Nella messa del 31 dicembre del 1978 alla chiesa del Gesù dove si era recato per il Te Deum di fine anno il Papa eletto da pochi mesi mi se subito al centro la sfida che la Chiesa si trovava ad affrontare , perché “vuole ricordare che con la famiglia sono collegati i valori fondamentali, che non si possono violare senza danni incalcolabili di natura morale. Spesso le prospettive di ordine materiale e il punto di vista “economico-sociale” prevalgono sui principi di cristiana e perfino umana moralità. Non basta, allora, esprimere solo un rammarico. Bisogna difendere questi valori fondamentali con tenacia e fermezza, perché la loro violazione porta danni incalcolabili alla società, e, in ultima analisi, all’uomo. L’esperienza delle diverse nazioni nella storia dell’umanità, come pure la nost

"Ama i tuoi nemici ..." - (Mt 5: 43-48)

Un giorno come oggi di 37 anni fa Giovanni Paolo II perdonó Ali Agca. Era il 27 dicembre 1983 quando Papa Giovanni Paolo II incontrò nel carcere romano di Rebibbia, il giovane terrorista turco che il 13 maggio del 1981, in un'affollata piazza San Pietro, attentò alla sua vita. "Gli ho parlato come un fratello che ho perdonato e che gode della mia fiducia", ha detto Giovanni Paolo II dopo aver incontrato Mehmet Ali Ağca, l'assassino turco che ha sparato al papa polacco. Oggi sono passati 37 anni dal memorabile incontro del dicembre 1983 in prigione. Lo stesso Agca ha ripetutamente menzionato questa conversazione di 22 minuti che aveva avuto con il Papa in quel momento. Ha confessato che è stato un incontro insolito e molto personale per lui. Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha perdonato Agca. Ha perdonato subito. Pochi giorni dopo l'aggressione, sdraiato sul letto dell'ospedale, ha detto: "Prego per mio fratello che mi ha fatto del male e che ho perdonato

Un Anno speciale per testimoniare l'amore familiare

Iniziative spirituali, pastorali e culturali per accompagnare le famiglie di fronte alle sfide del nostro tempo. A proporle è il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita che intende così sostenere parrocchie, diocesi, università e associazioni nella celebrazione dell'Anno della “Famiglia Amoris Laetitia", annunciato da Papa Francesco questa domenica 27 dicembre, e nell'approfondimento dell'Esortazione apostolica dedicata all'amore familiare Nel 5° anniversario, il 19 marzo 2021, della pubblicazione dell’Esortazione apostolica “ Amoris Laetitia ” sulla bellezza e la gioia dell’amore familiare, Papa Francesco inaugurerà l’Anno “Famiglia Amoris Laetitia” che si concluderà il 26 giugno 2022 in occasione del X Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma a cui sarà presente il Santo Padre. La famiglia, Chiesa domestica “L’esperienza della pandemia - si legge nel comunicato del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita - ha messo maggiormente in luce il ruolo centrale

Festa della Santa Famiglia: facciamo spazio a Gesù

La domenica che segue il Natale, mentre siamo ancora immersi nel clima gioioso della festa, la Chiesa ci fa contemplare la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Il Bambino Gesù con sua Madre Maria e con san Giuseppe sono un’icona familiare semplice ma tanto luminosa. La luce che essa irradia è luce di misericordia e di salvezza per il mondo intero, luce di verità per ogni uomo e per le singole famiglie. Per cercare di comprendere il mistero e la missione che il Signore ha affidato a tutte le famiglie vi proponiamo una meditazione di papa Francesco, tenuta in Piazza San Pietro mercoledì 17 dicembre 2014. «L’incarnazione del Figlio di Dio apre un nuovo inizio nella storia universale dell’uomo e della donna. E questo nuovo inizio accade in seno ad una famiglia, a Nazaret. Gesù nacque in una famiglia. Lui poteva venire spettacolarmente, o come un guerriero, un imperatore… No, no: viene come un figlio di famiglia, in una famiglia. Questo è importante: guardare nel presepio questa scena

Il Papa annuncia l'Anno dedicato alla "Famiglia Amoris laetitia"

Inizierà il prossimo 19 marzo, a 5 anni dalla pubblicazione dell’Esortazione apostolica e si concluderà il 26 giugno 2022 in occasione del X Incontro Mondiale delle Famiglie. Sarà, come annunciato oggi dal Papa all'Angelus, nella Festa della Santa Famiglia, un anno di riflessione e approfondimento dei contenuti del Documento cui Francesco invita tutti ad aderire "Le famiglie del mondo siano sempre più affascinate dall'ideale evangelico della Santa Famiglia e con l'aiuto della Vergine Maria divengano fermento di una nuova umanità e di una solidarietà concreta e universale". Questo l'auspicio che il Papa esprime per l'anno che verrà che, all'Angelus di questa domenica, Festa della Santa Famiglia, proclama Anno dedicato alla Famiglia Amoris laetitia, ispirato all'ideale dell'amore coniugale e familiare incarnato da Gesù, Maria e Giuseppe e sottolineato nell'Esortazione apostolica a cinque anni dalla promulgazione.  Il Figlio di Dio ha avuto bi

Il Papa nella festa di S. Stefano: i gesti d'amore cambiano la storia

Amore, preghiera e perdono: questo ha contraddistinto la vita del primo martire della Chiesa che si festeggia il 26 dicembre e di tutti coloro che vogliono essere, come lui, testimoni di Gesù cambiando il male in bene. Ne parla il Papa all’Angelus soffermandosi sui gesti d’amore anche piccoli che tutti possiamo compiere nel quotidiano facendo della nostra vita un’opera straordinaria. Nei saluti infine il grazie del Papa per gli auguri ricevuti da tutto il mondo Dopo il Natale, venuta della “Luce vera” che vince le tenebre del mondo, la Chiesa festeggia il 26 dicembre Santo Stefano, testimone di Gesù e primo di una "schiera" che continua a portare "luce nelle tenebre", a riflettere la luce di Gesù non brillando di luce propria, come tutta la Chiesa che i padri antichi per questo motivo chiamavano "il mistero della luna". Stefano dunque è il primo martire, primo diacono, cioè primo "servitore", è il “pieno di Grazia”, come leggiamo negli Atti degli

Un Natale quello del 2020 particolare e diverso da tutti gli altri...

Un Natale quello del 2020 particolare e diverso da tutti gli altri... SPOGLIATO di tante cose e RIVESTITO di essenzialità.  Spesso negli anni abbiamo respirato nelle nostre comunità un attivismo incalzante e una frenesia di attività e iniziative ( novene.. presepe vivente..recite.. idee per la veglia.. opere di carità.. mercatini.. concerti )... cose belle, ma forse fatte per abitudine a volte.. che ci stancavano fino quasi a dire : non vedo l'ora che arrivi il Natale e finisca il tutto..momenti che sicuramente ritorneranno rinnovati e che faranno del bene alla nostra fede ri-motivandoci di più, anche nella comunione fraterna...  - è UN NATALE DI SOSTA, DI FERMATA per farci assaporare, come i pastori e i magi, il fascino del silenzio e della povertà dinanzi al Mistero che ha sconvolto e cambiato la storia dell'umanità.. è un Natale in cui non dobbiamo fare assolutamente nulla perché siamo noi il Natale di Dio, è Lui il festeggiato che ha organizzato già la festa ( non dobbiamo

"Un filo di paglia"

“Lo pose in una mangiatoia” (Lc 2,7)... Mi sono sempre chiesto perché il Figlio di Dio sceglie di essere posto nellapaglia. Paglia che, all’inizio, è parte di uno sconfinato prato verde, poi esile stelo capace di sorreggere una spiga gonfia di frutti e, al termine, il filo dorato steso in un campo che diverrà giaciglio per gli animali.  “Lo pose in una mangiatoia” (Lc 2,7)... Si è fatto adagiare in una mangiatoia come i nostri nonni facevano con i frutti acerbi, riponendoli in canestri colmi di paglia perché stessero al caldo...un po’ come (perché no !?) tra gli stracci o tra i cartoni dei barboni delle nostre città. Un’ antica storia racconta che  …In mezzo al grano, un albero di sorbo s'alzava con tondi frutti e piccole foglie. Al più lieve vento la messe ondeggiava e le sorbe ben attaccate ai rami ridevano, sfacciate, delle spighe dai sottili steli che rischiavano di spezzarsi.  Impertinenti, maleducate, malignamente loro speravano che gli steli del grano, rimanessero sdra

25 DICEMBRE Natale del Signore

«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,10-12). Facciamo risuonare nel cuore, in questo giorno di luce e di festa grande, queste parole dell’angelo ai pastori, questo invito a non temere, perché una “grande gioia” ci viene annunciata: È nato per noi il Salvatore! E ci chiede soltanto di lasciarci amare. Natale è lasciarsi amare da Dio, lasciarsi prendere il cuore da questo Bambino. Questo ci farà nuovi. Cerchiamo, allora, di ritagliarci un po’ di tempo da dedicare all’adorazione per lasciarci accarezzare, abbracciare e nutrire dal mistero affascinante e sconvolgente di un Dio che si fa uomo, che si fa bambino in Gesù, certi che a Natale chiunque può scorgere un po’ di cielo in sé e negli altri. Perché siamo amati, non siamo più soli. Perché siamo amati, non possiamo non ama

Messaggio di Natale: Gesù porti pace e speranza nel mondo logorato da guerre e pandemia

Papa Francesco ha ricordato nel messaggio natalizio terre e popoli sconvolti, in varie regioni del pianeta, da drammi e conflitti. Riferendosi alla pandemia, il Pontefice ha sottolineato che i vaccini devono essere disponibili per tutti, specialmente per i più vulnerabili. E ha anche rivolto il proprio pensiero alle famiglie che oggi non possono ricongiungersi a causa dell'emergenza sanitaria. Dall’Aula delle Benedizioni, ha poi impartito la benedizione Urbi et Orbi Nel messaggio di Natale , Papa Francesco lega una lunga sequenza di volti, intrecciata con storie di popoli e pagine di dolore, ad una speranza. Ad una fonte di amore e di misericordia incarnata in un Bambino, “nato per noi” e “per tutti”, che anche in questo tempo sfregiato dalla pandemia invita l’umanità a percorrere vie di fraternità. Da Betlemme quel Neonato irradia speranza in tutto il mondo. ( Ascolta il servizio con la voce del Papa ) Bambini vittime della guerra Nel Figlio di Dio si riflettono anche gli sguardi,

La luce brilla ancora S. Natale 2020

Anche in questo tempo di incertezza e di "distanziamento", il Signore ci assicura la sua presenza, che apre un rinnovato orizzonte di speranza. «Non c'è pandemia, non c'è crisi che possa spengere questa luce. Lasciamola entrare nel nostro cuore».  Facciamo nostre le belle parole pronunciate da papa Francesco all'Angelus di domenica 6 dicembre: «L'albero di Natale e il presepe sono segni di speranza, specialmente in questo tempo difficile. Non fermiamoci al segno, ma andiamo al significato, cioè a Gesù, all'amore di Dio che Lui ci ha rivelato, alla bontà infinita che ha fatto risplendere sul mondo. Non c'è pandemia, non c'è crisi che possa spengere questa luce. Lasciamola entrare nel nostro cuore, e tendiamo la mano a chi ha più bisogno. Così Dio nascerà nuovamente in noi e in mezzo a noi». Da tutti noi, Auguri di un santo e sereno Natale e ogni bene nel Signore per il nuovo anno: sia tempo di pace e di speranza.