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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Urbi et Orbi, il Papa: la pace non si costruisce con le armi, ma tendendo le mani

Il Pontefice ricorda come il Risorto sia l'unico che possa far rotolare il masso della guerra e delle crisi umanitarie dal cammino dell'umanità e aprirla al cammino della vita. Francesco prega per le vittime e per i bambini in Israele, Palestina e Ucraina chiedendo lo scambio di ostaggi e il cessate-il-fuoco nella Striscia. Un ricordo anche per la Siria, il Libano, Haiti, il popolo Rohingya e i Paesi africani in difficoltà. E sottolinea: "Tanto spesso il dono della vita è disprezzato dall'uomo" Nel giorno in cui risuona tutto il mondo l’annuncio che Cristo è risorto, tanti massi pesanti chiudono le speranze dell’umanità come la grossa pietra chiudeva il sepolcro. Sono i massi delle guerre, come quelle in Israele, Palestina, Ucraina e Siria; quelli delle crisi umanitarie come a Gaza ad Haiti e dei Rohingya in Myanmar; quelli della violazione dei diritti umani e della tratta delle persone che riguardano i migranti e i bambini. Nel giorno in cui la Chiesa rivive lo s

La Messa di Pasqua a San Pietro presieduta da Papa Francesco

Con trentamila pellegrini, raddoppiati per l'Urbi et Orbi, da ogni parte del mondo, la celebrazione dell'annuncio della Resurrezione sul sagrato della basilica vaticana addobbato con gli splendidi fiori dall'Olanda. Lungo giro in papamobile al termine della Messa per la benedizione ai fedeli Il vento di una primavera che rianima la terra e l'Alleluia ripetuto incessantemente dalla Schola cantorum mentre i diaconi aprono gli sportelli dell'icona del Santissimo Salvatore, con l’immagine di Cristo Pantocratore re, sacerdote e profeta, seduto sul trono. Papa Francesco presiede, con oltre 350 concelebranti (34 cardinali, 18 vescovi e 300 sacerdoti), la Messa di Pasqua sul sagrato della basilica vaticana decorato da migliaia di fiori multicolore, frutto del generoso contributo dei fioristi olandesi con la collaborazione delle maestranze del Servizio Giardini e Ambiente. Alla liturgia, iniziata con il rito del Resurrexit, oltre trentamila fedeli - e via via sempre di più f

Buona Pasqua di RESURREZIONE

  «Cristo è risorto! E noi abbiamo la possibilità di aprirci e ricevere il suo dono di speranza è Pace. Apriamoci alla speranza, alla Pace, mettiamoci in cammino; la memoria delle sue opere e delle sue parole sia luce sfolgorante, che orienta i nostri passi nella fiducia, verso quella Pasqua che non avrà fine». La PASQUA non sia un semplice appuntamento annuale ma l'INCONTRO VIVO con CRISTO CROCIFISSO e RISORTO. In lui VIVI la GIOIA VERA e diffondila dappertutto. dal Presidente Onorario, Presidente, Direttivo e Soci vi Auguriamo ogni BENE, pace e serenità. SANTA PASQUA A TUTTI  NON È QUI... È RISORTO (e non c'è confusione)

Il Papa: Pasqua è speranza oltre i muri dell'egoismo e la ferocia delle guerre

Nella veglia pasquale presieduta nella Basilica di San Pietro, Francesco invita a non lasciarsi imprigionare nel sepolcro delle paure e delle amarezze e a fare in modo che le sofferenze e “gli aneliti di pace spezzati dalla crudeltà dell’odio" non blocchino la via verso la gioia. Durante la celebrazione battezzati otto catecumeni Ecco la Pasqua di Cristo, ecco la forza di Dio: la vittoria della vita sulla morte, il trionfo della luce sulle tenebre, la rinascita della speranza dentro le macerie del fallimento. È il Signore, il Dio dell’impossibile che, per sempre, ha rotolato via la pietra e ha cominciato ad aprire i nostri cuori, perché la speranza non abbia fine. Verso di Lui, allora, anche noi dobbiamo alzare lo sguardo. Nella notte della veglia pasquale, le parole di Papa Francesco che annunciano la risurrezione di Gesù rompono il silenzio del sabato santo e infondono gioia, la “gioia inaudita della Pasqua”. Anche le variopinte decorazioni floreali dai colori pastello che ornan

Il Papa: la Via Crucis, strada di compassione tra le condanne e le violenze del mondo

Nelle meditazioni delle 14 stazioni scritte da Francesco per il rito di questa sera al Colosseo, ispirate all’Anno della Preghiera, lo sguardo fisso su Gesù che dà la vita per salvarci, in un mondo in cui “basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”. Ma "la sofferenza con Dio non ha l’ultima parola” È un dialogo con Gesù quello che Papa Francesco sviluppa nelle meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, un colloquio a tu per tu con Cristo, fatto di riflessioni, interrogativi, introspezioni, confessioni, invocazioni. Una lunga preghiera intima che, in quest’Anno della Preghiera, preludio del Giubileo, lascia parlare il cuore dell’uomo. Nelle quattordici stazioni, i patimenti di Gesù nel percorso verso il Golgota, gli incontri lungo la via dolorosa, l’amorevole sguardo di Maria che sotto la Croce diviene Madre di tutti gli uomini, le donne capaci di gesti teneri e coraggiosi nei momenti più drammatici, il Cireneo pronto a offrire il suo aiuto al Nazaren

Croce e Resurrezione: lasciamoci amare da Dio proprio quando soffriamo!

La Passione di Cristo ha cambiato definitivamente il corso della Storia. Se solo ce ne rendessimo conto! Da quando Gesù ha condiviso il dolore umano, nessuna nostra ferita è davvero insanabile. Perché lui ha vinto il potere del male. Cristo è Colui che rimane quando tutto si sgretola irrimediabilmente sotto i piedi, amandoci quando siamo meno meritevoli del Suo Amore. “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà

Il Papa lava i piedi a 12 detenute di diverse religioni e nazionalità: Dio perdona tutto

Francesco celebra la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo a Rebibbia femminile, davanti a circa 200 recluse delle varie sezioni del penitenziario, tra cui una mamma col figlio di 3 anni. Diverse età, provenienze e confessioni. Accolgono il Pontefice con applausi, lacrime e cori di "W il Papa!". Nell'omelia l'invito a non stancarsi mai di chiedere perdono a Dio. Poi saluti, abbracci, scambi di regali e uova di Pasqua. Il Papa consola una donna che piange a dirotto e confida la sua sofferenza “Oh, famo Tu sei la mia vita che me vié bene!”. Sotto la tensostruttura del carcere di Rebibbia femminile, alla periferia di Roma, dove il Papa ha scelto quest’anno di celebrare la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo, le detenute che fanno parte del coro ci tengono a fare bella figura con Francesco. Ci sono loro, insieme a guardie, volontari e alle suore con il cartellino “Articolo 17” (francescane, domenicane, dell’Ordo Virginum) che svolgono tra queste mura il loro apostol

Il Papa ai sacerdoti: no all'ipocrisia clericale, abbiate lacrime che purificano il cuore

Nella Messa crismale del Giovedì Santo Francesco riscopre la bellezza della compunzione e del farsi trafiggere dal pentimento: un pianto amaro può cambiare la vita, ogni rinascita interiore nasce sempre dall'incontro tra nostra miseria e la sua misericordia Il cuore, “senza pentimento e pianto, si irrigidisce”. Prima “diventa abitudinario, poi insofferente per i problemi e indifferente alle persone”, poi, “freddo e quasi impassibile, come avvolto da una scorza infrangibile” e infine diventa “cuore di pietra”. “Come la goccia scava la pietra”, tuttavia, “così le lacrime lentamente scavano i cuori induriti”. È il miracolo, “della buona tristezza che conduce alla dolcezza”, sottolinea Papa Francesco, rivolgendosi ai circa 4 mila fedeli, tra cui 1.500 sacerdoti, giunti nella Basilica di San Pietro per la Messa Crismale del giovedì Santo da lui celebrata con il cardinale vicario Angelo De Donatis all'altare. Il pianto amaro che consente di riscoprire l’amore Un pianto amaro, infatt

"COLLOCAZIONE PROVVISORIA" dal DIARIO Don Tonino Bello

      Nel Duomo vecchio di Molfetta c'è un grande crocifisso di terracotta. L'ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l'ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta:  "collocazione provvisoria" . La scritta che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell'opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso da lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Nel Duomo vecchio di Molfetta c'è un grande crocifisso di terracotta. L'ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l'ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta:  "collocazione provvisoria" . La scritta che in un primo momento avevo sca

Il processo di Gesù: dall’arresto alla crocifissione

  Il processo di Gesù, come narrato nei Vangeli del Nuovo Testamento, è uno degli eventi centrali della cristianità Il Processo di Gesù rappresenta uno dei primi, drammatici atti della Sua Passione e apre tragicamente l’ultima parte della Settimana Santa. La Settimana Santa è un periodo di profonda riflessione e spiritualità per i cristiani di tutto il mondo, forse il più importante dell’ Anno Liturgico . Commemora gli eventi culminanti della vita di Gesù Cristo prima della Sua morte e resurrezione. In particolare il Triduo pasquale, il tempo intercorso tra la sera del Giovedì Santo, quando venne celebrata l’Ultima Cena, e la Domenica di Pasqua, sono concentrati i riti più importanti della Settimana Santa . Sono i giorni della Passione di Gesù, gli ultimi giorni della Sua vita sulla Terra, considerata il cuore della cristianità, perché rappresentano il sacrificio supremo da Lui compiuto per il perdono dei peccati e la salvezza dell’umanità. La sequenza degli eventi durante la Settimana