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Il pensiero dei Papi sulla donna, capolavoro della creazione

Nella giornata dell’8 marzo ripercorriamo alcune riflessioni dei Pontefici, da Pio XII a Francesco, che ha detto in una circostanza recente: "Le ringrazio per l’impegno a costruire una società più umana, mediante la loro capacità di cogliere la realtà con sguardo creativo e cuore tenero"



Si celebra oggi in molti Paesi del mondo la festa della donna. Le radici di questa ricorrenza si snodano tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, con i movimenti per il voto femminile e con le proteste socialiste per condizioni di lavoro più umane. La giornata odierna si salda anche con una data: quella dell’8 marzo del 1908, quando diverse operaie perirono in seguito all’incendio di una fabbrica tessile di New York.

Pio XII: la donna è il coronamento della creazione
I Papi hanno più volte parlato delle donne, della loro forza rigeneratrice per l’umanità. Nel radiomessaggio del 14 ottobre 1956 alle partecipanti al pellegrinaggio al Santuario della Vergine di Loreto Pio XII ricorda “la grande dignità della donna in momenti assai gravi, allorché una torbida parentesi di decadimento, dovuta specialmente alle conseguenze della guerra, aveva scosso la fiducia di molti”. Alle donne, aggiunge Papa Pacelli, è affidato “l’avvenire del mondo”:

La donna, coronamento della creazione, di cui in un qualche senso rappresenta il capolavoro; la donna, questa dolce creatura, nelle cui delicate mani Dio sembra aver affidato in tanta parte (...) l'avvenire del mondo; la donna, espressione di quanto vi è di più buono, amorevole e gentile quaggiù, è tuttora, nonostante un'apparenza ingannatrice di esaltazione, spesso oggetto di disistima....

Giovanni XXIIII: l’esempio delle donne ha cambiato il mondo
Le donne cristiane, fin dalle origini del cristianesimo, hanno sempre avuto parole da dire al mondo lontano da Dio. Giovanni XXIII lo ricorda ricevendo il primo giugno del 1962 alcune delegazioni della gioventù femminile cattolica dell’arcidiocesi di Milano. L'esortazione del Pontefice è quella di rinnovare "il fervore gentile e generoso delle apostole della Chiesa primitiva : di Cecilia, di Agnese, di Caterina, di Agata, di Lucia".

All'inizio dei due millenni cristiani, il mondo, fatta qualche eccezione, era sommerso nella tenebra di un paganesimo corrotto e corruttore. La donna sospirava nella ricerca della perduta dignità. E il costume cominciò a cambiare, con la grazia di Dio, mercè la preghiera, l'esempio e il sacrificio di quelle eroine. Anche oggi la convivenza umana sta evolvendo in meglio, perché molti cristiani fanno onore al loro battesimo mediante la fedeltà vissuta e l'esempio trascinatore.

Paolo VI: si tuteli la dignità della donna
Nel 1975, in coincidenza con l’Anno internazionale della Donna, le Nazioni Unite celebrano per la prima volta nella storia l’8 marzo come Giornata internazionale dedicata alla donna. Tre anni dopo, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite propone di dichiarare un giorno all'anno "Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale". L'8 marzo, che già veniva festeggiato in numerosi Paesi, viene scelto così come la data ufficiale da molte nazioni. Nel 1975 Papa Paolo VI, indica all’Angelus del 17 agosto 1975 una priorità: quella del riconoscimento dei diritti “umani e civili” delle donne:

Si celebra quest'anno nel mondo l'Anno della donna, al quale anche la Chiesa, come a lei è dovuto, positivamente aderisce, volentieri auspicando un progresso della funzione della donna nella vita professionale e sociale, ed insieme tutelando la dignità e la missione della donna, della donna cristiana specialmente, che il disegno di Dio le ha destinata, come Figlia soave, come Vergine pura e forte, come Sposa amorosa, come Madre soprattutto, sempre sacra e degnissima, e anche come Vedova, pia, dolorosa e operosa. Noi siamo convinti che nella concezione cristiana della donna si debba trovare il riconoscimento dei suoi umani e civili diritti, e la difesa delle sue superlative prerogative naturali, sotto la luce orientatrice e protettrice di Colei, che, irradiante di bellezza e di santità, sovrasta materna con Cristo sopra gli umani destini, Maria.

Giovanni Paolo I: “Dio è papà, più ancora è madre”
Le donne sono anche madri che consolano, che curano le ferite. Riferendosi a questo tratto distintivo della dimensione materna, Giovanni Paolo I all’Angelus del 10 settembre 1978 pronuncia parole piene di tenerezza per il mondo, lacerato da inutili stragi. È quello un periodo storico in cui iI presidente degli Stati Uniti Carter, quello egiziano Sadat e il primo ministro israeliano Begin cercano una via di pace in Medio Oriente.

Il Premier Begin ricorda che il popolo ebreo ha passato un tempo momenti difficili e si è rivolto al Signore lamentandosi dicendo: “Ci hai abbandonati, o Signore, ci hai dimenticati!”. “No! - ha risposto Dio per mezzo di Isaia profeta - Può forse una mamma dimenticare il proprio bambino? Ma anche se succedesse, mai Dio dimenticherà il suo popolo”. Anche noi che siamo qui, abbiamo gli stessi sentimenti; noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. E' papà; più ancora è madre.

Giovanni Paolo II: condizionamenti nel cammino delle donne
L’8 marzo 1998 risuonano all’Angelus le parole di Papa Giovanni Paolo II: “Siamo purtroppo eredi - afferma il Pontefice - di una storia di enormi condizionamenti, che hanno reso difficile il cammino delle donne, talora misconosciute nella loro dignità, travisate nelle loro prerogative e non di rado emarginate”. Papa Wojtyla pone, in particolare, una domanda ancora attuale:

Quante donne sono state e sono tuttora valutate più per l'aspetto fisico che per le loro qualità personali, la competenza professionale, le opere dell'intelligenza, la ricchezza della loro sensibilità e, in definitiva, per la dignità stessa del loro essere! E che dire, poi, degli ostacoli che, in tante parti del mondo, ancora impediscono alle donne il pieno inserimento nella vita sociale, politica ed economica?

Benedetto XVI: molte donne lavorano per il Regno di Dio
Le donne "siano sempre più rispettate nella loro dignità e valorizzate nelle loro positive potenzialità". È questa la preghiera elevata da Papa Benedetto XVI all’Angelus dell’8 marzo 2009:

La data odierna - 8 marzo - ci invita a riflettere sulla condizione della donna e a rinnovare l’impegno, perché sempre e dovunque ogni donna possa vivere e manifestare in pienezza le proprie capacità ottenendo pieno rispetto per la sua dignità. In tal senso si sono espressi il Concilio Vaticano II e il magistero pontificio, in particolare la Lettera apostolica Mulieris dignitatem del servo di Dio Giovanni Paolo II (15 agosto 1988). Più degli stessi documenti, però, valgono le testimonianze dei Santi; e la nostra epoca ha avuto quella di Madre Teresa di Calcutta: umile figlia dell’Albania, diventata, per la grazia di Dio, esempio a tutto il mondo nell’esercizio della carità e nel servizio alla promozione umana. Quante altre donne lavorano ogni giorno, nel nascondimento, per il bene dell’umanità e per il Regno di Dio!

Francesco: le donne hanno cuore tenero e sguardo creativo
All’udienza udienza generale dell’8 marzo 2023 le parole di Papa Francesco sono piene di gratitudine per il mondo femminile. Il pensiero del Pontefice, dopo la catechesi, è rivolto a tutte le donne e in particolare a quelle presenti in piazza San Pietro.

Nella Giornata Internazionale della donna, penso a tutte le donne: le ringrazio per l’impegno a costruire una società più umana, mediante la loro capacità di cogliere la realtà con sguardo creativo e cuore tenero. Questo è un privilegio solo delle donne! Una benedizione particolare per tutte le donne presenti in piazza. E un applauso alle donne! Se lo meritano!

In questa giornata dell’8 marzo l’auspicio è che lo sguardo creativo e il cuore tenero delle donne rigeneri il mondo afflitto da odi, guerre ed egoismi.

Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

FONTE: VATICAN NEWS

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