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“Il sacrificio di Santa Scorese”, Polignano riflette su femminicidio, stalking e violenza di genere

 


Nelle prime ore del 16 marzo 1991 moriva Santa Scorese, vittima di uno stalker ossessivo. In occasione dell’avvicinarsi del 33esimo anniversario della drammatica scomparsa, l’Associazione Giovanni Paolo II, presieduta da Giuseppe Nardulli, ha organizzato ieri, martedì 12 marzo, presso la parrocchia dei SS. Medici di Polignano, l’evento “Il sacrificio di Santa Scorese – Serva di Dio”, attraverso il quale sono state affrontati i temi del femminicidio, dello stalking e della violenza di genere. Fenomeni sociali, purtroppo, ancora di stretta attualità.

L’incontro, moderato dal prof. Flavio Oliva, ha visto la partecipazione di Rosamaria Scorese, sorella di Santa, la dott.ssa Franca Maria Lorusso, postulatrice della Causa di Beatificazione di Santa, mentre per i saluti istituzionali sono intervenuti il sindaco Vito Carrieri, e l’assessora alla cultura Priscilla Raguso.

Studente universitaria con una forte e innata vocazione cattolica, Santa Scorese veniva strappata alla vita a soli 23 anni. La giovane barese fu perseguitata per tre anni. Nonostante ciò non abbandono mai i suoi ideali nè la fervida volontà di aiutare i più deboli fino a quel giorno fatidico in cui, nonostante le tante denunce, lo stalker le tolse la vita con 14 coltellate. A distanza di sette anni dalla sua scomparsa la diocesi di Bari ha dato avvio alla causa di beatificazione della Serva di Dio Santa Scorese. Diciotto anni dopo la sua morte, lo Stato italiano ha introdotto il cosidetto il reato di stalking, ovvero l’art. 612 bis del Codice Penale (rubricato “atti persecutori”) che punisce “con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.






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