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Buon compleanno Papa Benedetto, il tuo servizio merita solo gratitudine

Il suo lavoro di "umile lavoratore della Vigna del Signore" ha trovato una straordinaria opportunità di servire i più piccoli nella lotta ingaggiata contro il male degli abusi negli otto anni del suo Pontificato. Gli attacchi che continua a ricevere sono assolutamente ingenerosi.


Compie oggi 92 anni il Papa Emerito Benedetto XVI e tutti cattolici gli rivolgono un pensiero affettuoso e grato. Il suo servizio di "umile lavoratore della Vigna del Signore", che ha trovato una straordinaria opportunità di servire i più piccoli nella lotta ingaggiata contro il male degli abusi negli otto anni del suo Pontificato, così come il suo magistero come successore di Pietro e ancor prima come teologo al Concilio, vescovo e stretto collaboratore di San Giovanni Paolo II, meritano solo gratitudine.
Così come resta grandissima l'ammirazione per il gesto generoso e controcorrente delle sue dimissioni dell'11 febbraio 2013, che hanno aperto una nuova era nella storia della Chiesa permettendo l'elezione del primo Papa latinoamericano, il primo nella storia che ha adottato il nome di Francesco per indicare la necessità di attuare la riforma voluta dal Santo di Assisi: "una chiesa povera e per i poveri". 

Papa Francesco si è recato ieri sera al Monastero Mater Ecclesiae per rivolgere a BenedettoXVI i suoi auguri di Buona Pasqua e buon compleanno ed anche per esprimergli gratitudine per il forte appoggio che il Papa Emerito ha offerto alla lotta contro gli abusi con il saggio pubblicato qualche giorno fa sulla rivista tedesca Klerusblatt. 

La lettera sulla pedofilia utilizzata contro Francesco
Un testo che si è voluto leggere come espressione di un conflitto tra i due Papi che in realtà non c'è, anche se è evidente che l'analisi proposta da Ratzinger è del tutto personale, frutto del suo approccio accademico. Sì perché, come aveva fatto in modo anche più clamoroso nel 2006 a Ratisbona, pur eletto Papa il professor Ratzinger ama ancora interrogare ad alta voce se stesso e i suoi interlocutori.
Egli infatti rimane un grande teologo e soprattutto un generoso professore universitario, che per sua scelta, e coerentemente a tale ruolo, non offre sempre e solo risposte ma anche - e certe volte soprattutto - domande e dubbi. Che è il modo di procedere della scienza moderna, quella per intenderci che con Galileo ha contestato il dogma del geocentrismo. 
Con le sue risposte, poi, si può dissentire senza problemi, come lo stesso Ratzinger ha scritto nelle prime pagine del "Gesù di Nazareth", la grande opera pubblicata quando era Papa. Eppure in questi giorni in cui il mondo intero lo festeggia, a Benedetto XVI tocca purtroppo assistere a una sorta di duello tra quanti vorrebbero utilizzare il suo saggio sulla pedofilia per arruolarlo nella loro lotta alla Riforma di Papa Francesco, curiali ma anche semplici chierici che osteggiano Bergoglio perché toglie loro potere e prebende, e invece di ascoltare i suoi appelli a convertirsi se ne stanno abbarbicati ai loro privilegi, spalleggiati da blogger schierstissimi, quelli, per capirci, che hanno rilanciato questa estate i deliri dell'ex nunzio in Usa, Carlo Maria Viganò, con la folle richiesta di dimissioni papali incorporata. 

Gli attacchi ingenerosi a Rstzinger
Come se questo spettacolo indecoroso non bastasse, pure a Francesco tocca sopportare in questi giorni le intemperanze di opinionisti che si auto-annoverano nelle fila dei fedelissimi difensori della sua Riforma. E che accusano Ratzinger di oscurantismo e volontà di rivalsa.
Orbene, la tesi del saggio di Ratzinger riguardo all'influsso nefasto del '68 sull' etica lo stesso Bergoglio ha dichiarato pubblicamente più volte di condividerla. Il che non significa che non si possa dissentire, anche perché appare evidente che gli abusi sui minori e i deboli da parte dei chierici sono cominciati diversi secoli prima della rivoluzione sessuale, e scorrendo le cronache si scopre che purtroppo tali crimini sono commessi spesso da sacerdoti legati alle forme più tradizionali della liturgia e in genere della prassi ecclesiastica. Anche questo va notato senza criminalizzare indiscriminatamente quanti preferiscono la talare ai jeans. Anche perché certi orchi si sono annidati pure nelle fila dei progressisti. 

Ma certo questo servirsi del dolore delle vittime degli abusi per combattersi nella Chiesa è un comportamento indecente. Del tutto lontano alla sensibilità di Papa Francesco ma anche da quella di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI che quel saggio conclude con un grande grazie al successore preceduto da alcune considerazioni molto importanti. 

"La Chiesa di oggi - scrive utilizzando una immagine evocata spesso da Bergoglio - è come non mai una Chiesa di martiri e così testimone del Dio vivente. Se con cuore vigile ci guardiamo intorno e siamo in ascolto, ovunque, fra le persone semplici ma anche nelle alte gerarchie della Chiesa, possiamo trovare testimoni che con la loro vita e la loro soffe­renza si impegnano per Dio. È pigrizia del cuore non volere accorgersi di loro. Fra i compiti grandi e fondamentali del nostro annuncio c’è, nel limite delle nostre possibilità, il creare spazi di vita per la fede, e soprat­tutto il trovarli e il riconoscerli".

"Vivo in una casa nella quale una piccola comunità di persone scopre di continuo, nella quotidianità, testimoni così del Dio vivo, indicandoli an­che a me con letizia. Vedere e trovare la Chiesa viva è un compito meraviglioso che rafforza noi stessi e che sempre di nuovo ci fa essere lieti della fede. Alla fine delle mie riflessioni vorrei ringraziare Papa Francesco per tutto quello che fa per mostrarci di continuo la luce di Dio che anche oggi non è tramontata. Grazie, Santo Padre!".

SALVATORE IZZO

FONTE: AGI

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