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Padre Nostro, il Papa: “La coraggiosa e combattiva preghiera dei figli”

Da piazza San Pietro l'appello del Pontefice per l'Africa devastata da grandi inondazioni: "Affido le molte vittime e le loro famiglie alla misericordia di Dio"

“Dio ci vuole liberi; è l’amore di Lui che ci libera. Il ‘Padre nostro’, infatti, è la preghiera dei figli, non degli schiavi. E’ una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza. Una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che non sono secondo il piano di Dio”.
Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi incentrate sulla preghiera del “Padre nostro”, soffermandosi, oggi, sulla terza invocazione: “Sia fatta la tua volontà“.

Ai pellegrini, che a migliaia affollano piazza San Pietrosotto un cielo plumbeo, Bergoglio ricorda che “prima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio usa nei confronti dell’uomo e del mondo”. E “tutto il Vangelo riflette questa inversione di prospettiva” (cfr. Lc 19,5-10).

La volontà di Dio
Il Pontefice allora si domanda: “Qual è la volontà di Dio, quella che noi preghiamo che sia fatta, quella incarnata in Gesù?”.
La risposta: “Cercare e salvare quello che è perduto. E noi, nella preghiera, chiediamo che la ricerca di Dio vada a buon fine, che il suo disegno universale di salvezza si compia, primo, in ognuno di noi e poi in tutto il mondo”.

Avete pensato che cosa significa che Dio sia alla ricerca di me? Ognuno di noi può dire: “Ma, Dio mi cerca?” Sì! Cerca ognuno, personalmente. Ma è grande Dio! Quanto amore c’è dietro tutto questo.

“Dio non è ambiguo, non si nasconde dietro ad enigmi, non ha pianificato l’avvenire del mondo in maniera indecifrabile. No, Lui è chiaro”, sottolinea il Papa.
E se non comprendiamo questo, ammonisce il Santo Padre, “rischiamo di non capire il senso” dell’espressione: “Sia fatta la tua volontà”.
La Bibbia, fa notare il Pontefice, “è piena di espressioni che ci raccontano la volontà positiva di Dio nei confronti del mondo”. Cita quindi San Paolo, che nella prima lettera a Timoteo scrive: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità“.

Questa, senza ombra di dubbio, è la volontà di Dio: la salvezza dell’uomo, degli uomini, di ognuno di noi. Dio con il suo amore bussa alla porta del nostro cuore. Perché? Per attirarci; per attirarci a Lui e portarci avanti nel cammino della salvezza. Dio è vicino ad ognuno di noi con il suo amore, per portarci per mano alla salvezza. Quanto amore c’è dietro di questo!

Una preghiera coraggiosa
In altre parole, pregando “sia fatta la tua volontà”, “non siamo invitati a piegare servilmente la testa, come se fossimo schiavi”, proprio perché “Dio ci vuole liberi; è l’amore di Lui che ci libera”.
Il “Padre nostro”, infatti, sottolinea il Papa, “è la preghiera dei figli, non degli schiavi; ma dei figli che conoscono il cuore del loro padre e sono certi del suo disegno di amore. Guai a noi se, pronunciando queste parole, alzassimo le spalle in segno di resa davanti a un destino che ci ripugna e che non riusciamo a cambiare”.
“Al contrario, è una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza – aggiunge il Papa -. Una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che non sono secondo il piano di Dio. Tutti le conosciamo”. Il Papa le elenca parafrasando il profeta Isaia: guerra, prevaricazione, sfruttamento.

Nessun “fato” ineluttabile
Per Papa Francesco, il Padre nostro “è una preghiera che accende in noi lo stesso amore di Gesù per la volontà del Padre, una fiamma che spinge a trasformare il mondo con l’amore”.

Il cristiano non crede in un “fato” ineluttabile. Non c’è nulla di aleatorio nella fede dei cristiani: c’è invece una salvezza che attende di manifestarsi nella vita di ogni uomo e donna e di compiersi nell’eternità.

In altre parole: “Se preghiamo è perché crediamo che Dio può e vuole trasformare la realtà vincendo il male con il bene. A questo Dio ha senso obbedire e abbandonarsi anche nell’ora della prova più dura”.
E conclude: “Dio, per amore, può portarci a camminare su sentieri difficili, a sperimentare ferite e spine dolorose, ma non ci abbandonerà mai. Sempre sarà con noi, accanto a noi, dentro di noi. Per un credente questa, più che una speranza, è una certezza. Dio è con me”.

L’appello per l’Africa
Infine, il pensiero del Pontefice va all’Africa. devastata, in questi giorni, da grandi inondazioni che hanno seminato lutti in diverse regioni del Mozambico, dello Zimbabwe e del Malawi.
“A queste care popolazioni esprimo il mio dolore e la mia vicinanza – dice Francesco -. Affido le molte vittime e le loro famiglie alla misericordia di Dio e imploro conforto e sostegno per quanti sono colpiti da questa calamità”.

FABIO BERETTA

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