Passa ai contenuti principali

Il Golgota di un'epidemia indomabile, che non sembra intravedere un'Itaca

L’immagine del Papa in piazza San Pietro. Risplendeva come uomo tra gli uomini, simbolicamente caricandosi di tutte le croci che si ergono nell'universo mondo.

Pioveva, venerdì sera, quando il Papa ha chiesto a Cristo di svegliarsi. Poi la pioggia cessò, rivelando una visione così consolante. Come quella che ispirò ad Arturo Carlo Jemolo l'epilogo di una saggio miliare, Chiesa e Stato in Italia: «Sul fresco cielo, appena lavato dalla pioggia, ti ergi chiara dinanzi ai miei occhi, cupola di San Pietro. Non c'è linea che più riesca attraverso i sensi a giungere al cuore di quello che ti circoscrive, e che pare realizzare l'antica aspirazione dell'uomo, il ponte gettato tra lui e il cielo».

Era solo, il Papa, smarrito no, impaurito no, fragile neanche. Avrà ricordato, leggendo il Vangelo di Marco, un racconto di Borges, scrittore da lui prediletto, Il Vangelo secondo san Marco. Laddove si narra di un uomo che, scambiato per Cristo, in una fattoria della pampa patirà la sequela Christi, sino alla morte di croce.

Di venerdì Francesco ha letto il vangelo di Marco, forse meravigliandosi, come il predestinato di Borges, che «lo ascoltassero prima con attenzione e poi con silenzioso interesse». Indubbiamente sapendo, come l'Omero argentino, «che gli uomini, lungo i secoli, hanno ripetuto sempre due storie: quella di un vascello sperduto che cerca nei mari mediterranei un'isola amata, e quella di un dio che si fa crocifiggere sul Golgota». Il Golgota odierno di un'epidemia indomabile, che non sembra intravedere un'Itaca.

Può forse, il credente, in coloro che soccombono al coronavirus, non scorgere l'immagine di Cristo, che cade più volte ascendendo verso il il Calvario, verso il sacrificio estremo? Può, il non credente, di fronte alle bare che stipano i camion militari, «non riconoscere una dipendenza che non sentiamo», come meditava Tolstoj, confidando quindi in una superiore istanza?

L'incarnazione, la secolarizzazione che è. Il Papa, in piazza San Pietro, risplendeva come uomo tra gli uomini, simbolicamente caricandosi di tutte le croci che si ergono nell'universo mondo, con esse, con i legni che sono, fabbricando una barca, un'arca, ove riparare le nostre infermità, ansiose di un timoniere, di una guida, di Colui che plachi finalmente le onde.

Di venerdì ha pregato il Papa. Il giorno, venerdì, venerdì santo, in cui non si celebra l'Eucarestia. Da settimane nelle chiese non si dice messa, e chissà per quanto ancora. Lo impongono i decreti di Palazzo Chigi. A loro modo provvidenziali. . C'è un tempo per tutto, anche per nutrire un'autentica urgenza di Pasqua, sfarinando stracche abitudini, sterili rituali, logore invocazioni.

Zoppicava il Papa, forse tremava, rammentando un'omelia di un suo predecessore, Paolo VI. E se gli toccasse, rivolgendosi al Dio della vita e della morte, alzare il lamento: «Tu non hai esaudito le nostre preghiere»?.

Ma sarà stata, come per Jemolo, la cupola di San Pietro a rasserenarlo: «Sei a un tempo il gesto di offerta dell'uomo proteso verso Dio e il simbolo del riparo, dell'ovile che non ha limiti nella sua capacità di accogliere, che nessuno respingerà, e che tutti potrà riparare dalla collera di Dio e dalle tentazioni del maligno».

BRUNO QUARANTA

Commenti

Post popolari in questo blog

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….

Papa Giovanni Paolo II: anniversario della morte di Karol Wojtyla

Oggi, 2 aprile 2012, ricorre l’ anniversario della morte di Karol Józef Wojtyla , ovvero Papa Giovanni Paolo II . Nato a Wadowice il 18 maggio 1920, morì il 2 aprile 2005 a Roma dopo quasi 30 anni di pontificato. Infatti,  Karol Wojtyla  fu eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il suo fu il terzo pontificato più lungo della storia. In seguito alla sua morte, avvenuta ormai 7 anni fa,  Papa Giovanni Paolo II  fu proclamato  Beato  l’anno scorso (1° maggio), da  Papa Benedetto XVI  e, nel giorno del suo insediamento si festeggerà ogni anno il Papa, da molti considerato come il più grande di tutti i tempi.