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Stasera il Papa da solo in piazza San Pietro: Urbi et Orbi e indulgenza speciali in tempi di pandemia

Francesco alle 18 pregherà in mondovisione sul sagrato della Basilica vaticana, dove viene portato il crocifisso «miracoloso» di San Marcello, che nel 1552 «salvò» Roma dalla «Grande Peste»


Sul sagrato della Basilica in una San Pietro deserta, il Papa presiederà da solo in mondovisione un momento di preghiera per «rispondere alla pandemia», darà la benedizione Urbi et Orbi (quella di Natale e Pasqua) e concederà l’indulgenza plenaria. Un’immagine destinata a entrare nella storia. 

Accadrà oggi dalle 18. Il Pontefice chiama a raccolta l’umanità intera, per unirsi in una «supplica in questo tempo di prova e adorare il Santissimo Sacramento». Il Vescovo di Roma «ha invitato tutti a partecipare spiritualmente, attraverso i mezzi di comunicazione, per ascoltare la Parola di Dio - ricorda la Santa Sede - Al termine della Celebrazione il Santo Padre impartirà la Benedizione “Urbi et Orbi”, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l'indulgenza plenaria». 

Il momento straordinario di preghiera in tempo di coronavirus durerà circa un'ora. Nei pressi del cancello centrale della Basilica vaticana saranno collocati l'immagine della Salus Populi Romani e il Crocifisso di San Marcello. È il crocifisso «miracoloso» che nel 1552 fu portato in processione per i quartieri di Roma perché finisse la «Grande Peste». Oggi dalla chiesa di San Marcello al Corso viene trasferito in San Pietro.

Dopo l'ascolto della Parola di Dio, Francesco terrà una meditazione. Il Santissimo Sacramento sarà esposto sull'altare collocato nell'atrio della Basilica Vaticana. Dopo la supplica, l’Urbi et Orbi. Il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica, pronuncerà la formula per la proclamazione dell'indulgenza. 

Che cosa significa indulgenza plenaria
L’indulgenza è la totale o parziale cancellazione della pena temporale dovuta per i peccati già confessati e perdonati sacramentalmente. Spiega Avvenire, il quotidiano della Cei: «Spesso si ricorre all’esempio del foro sul muro e del chiodo che l’ha procurato. Il chiodo è il peccato che una volta confessato e perdonato attraverso la Confessione “non c’è più”. Resta invece l’effetto del male commesso, il foro, che l’indulgenza per così dire chiude». 

Secondo la dottrina della Chiesa cattolica, il peccato grave ha una duplice conseguenza: la privazione della comunione con il Signore (pena eterna, l’inferno) e l’attaccamento malsano alle creature (pena temporale da scontare in purgatorio). Al peccatore pentito Dio, attraverso la confessione, dona il perdono dei peccati e la remissione della pena eterna. Con l’indulgenza la misericordia divina condona anche la pena temporale per i peccati confessati, aiuta a superare i disordini lasciati nell’uomo dal male commesso. L’indulgenza plenaria è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo. 

In questi tempi di emergenza Covid-19, si concede «l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus – ha stabilito il Vaticano - sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente» attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione «della Santa Messa o della Divina Liturgia, alla recita del Santo Rosario o dell’Inno Akàthistos alla Madre di Dio, alla pia pratica della Via Crucis o dell’Ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio oppure ad altre preghiere delle rispettive tradizioni orientali»; o anche ad altre forme di devozione, oppure se almeno «reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli», con la volontà di «adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile»

La Penitenzieria apostolica inoltre dà la possibilità di raggiungere l'indulgenza plenaria anche «a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l'adorazione eucaristica o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz'ora, o la recita del Santo Rosario o dell'inno Akàtistos alla Madre di Dio, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, o dell'ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio» o altre forme «proprie delle rispettive tradizioni orientali di appartenenze» per implorare la «cessazione dell'epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna a quanti il Signore ha chiamato a sé».

DOMENICO AGASSO JR

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