Passa ai contenuti principali

Francesco: la carità, l'amore quasi "impossibile" che fa amare anche i nemici

All'udienza generale il Papa traccia una distinzione tra l'amore cristiano e tutti gli altri tipi di amore che si vivono nella vita: quello che nasce dal Vangelo "benedice quelli che maledicono", sa perdonare, è così "ardito da sembrare quasi impossibile"


"Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità": lo scrive san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi. La carità, terza virtù teologale, è il tema della catechesi di Papa Francesco oggi all'udienza generale in Piazza San Pietro.

“La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1 Cor 13,4-7)”

Si parla tanto dell'amore, ma cos'è l'amore?
San Paolo parla ad una comunità cristiana che vive contrasti e litigi, "c’è chi pretende - dice - di avere sempre ragione e non ascolta gli altri, ritenendoli inferiori". Anche durante la celebrazione eucaristica si vivono divisioni, prosegue il Papa "e c’è chi ne approfitta per mangiare e bere escludendo chi non ha niente".

Probabilmente tutti erano convinti di essere brave persone, e se interrogati sull’amore, avrebbero risposto che certo l’amore era per loro un valore molto importante, come pure l’amicizia e la famiglia. Anche ai nostri giorni l’amore è sulla bocca di tutti, è sulla bocca di tutti; è sulla bocca di tanti “influencer” e nei ritornelli di tante canzoni. Si parla tanto dell’amore, ma cos’è l’amore?

L'amore di Dio è quello che non prende ma che dona
Il timore dell'apostolo è che tra i cristiani di Corinto la virtù della carità, quella che viene da Dio, "non ci sia alcuna traccia" e che dell'amore di Dio sappiano ben poco. Perché quello di Dio "non è l'amore che sale, ma quello che scende, non quello che prende ma quello che dona". Agape era il termine usato per indicare l'amore cristiano, diverso da tutti gli altri amori come l'innamoramento o l'amore per la patria o quello per l'umanità. E' "un amore più grande - afferma il Papa - un amore che proviene da Dio e si indirizza verso Dio", e nello stesso tempo ci rende capaci di "amare il prossimo come lo ama Dio".

Questo amore, a motivo di Cristo, ci spinge là dove umanamente non andremmo: è l’amore per il povero, per ciò che non è amabile, per chi non ci vuole bene e non è riconoscente. È l’amore per ciò che nessuno amerebbe; anche per il nemico. Anche per il nemico. Questo è “teologale”, questo viene da Dio, è opera dello Spirito Santo in noi.

Un amore che include il nemico
Nel discorso della montagna Gesù descrive questo amore mostrando la sua differenza dall'amore di cui anche i peccatori sono capaci: "Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano". Il cristiano dunque deve amare tutti, senza attendersi il contraccambio e senza interesse e il suo amore deve includere perfino i nemici. Ricordiamo queste parole, sottolinea il Papa, “Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare nulla”.

L’amore cristiano abbraccia ciò che non è amabile, offre il perdono - quanto è difficile, perdonare: quanto amore ci vuole, per perdonare! L’amore cristiano benedice quelli che maledicono e noi siamo abituati, davanti a un insulto o a una maledizione, a rispondere con un altro insulto, con un’altra maledizione. È un amore così ardito da sembrare quasi impossibile, eppure è la sola cosa che resterà di noi.

Il giudizio finale sarà sulla carità
"L'amore è la 'porta stretta' attraverso cui passare per entrare nel Regno di Dio", afferma ancora Francesco. Alla sera della vita saremo giudicati proprio su questo amore cioè sulla carità. Alla sera della vita risentiremo le parole di Gesù: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me".

Adriana Masotti - Città del Vaticano

FONTE: VATICAN NEWS 

Commenti

Post popolari in questo blog

Il significato del logo del Giubileo 2025: Pellegrini di speranza

  È stato presentato il logo del Giubileo 2025, scelto tra quasi trecento proposte. Un simbolo di speranza e fraternità che ci guiderà nel pellegrinaggio di fede dell’Anno Santo. Mentre fervono i preparativi per l’ Anno Santo 2025 , del quale è stato reso pubblico il ricchissimo calendario ed è stato eseguito per la prima volta l’inno, inizia a diffondersi anche il logo del Giubileo. Si tratta di un’immagine ricca di simbolismo, che rappresenta i temi centrali dell’Anno Santo: la speranza, la misericordia e la fraternità. Il logo è stato presentato il 28 giugno scorso nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella Sala Regia del Palazzo Apostolico a Città del Vaticano, alla presenza di monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, ed è stato accolto con favore da vescovi, sacerdoti e laici. In effetti si tratta di un’immagine semplice e universale, che può essere compresa da persone di tutte le culture e religioni, e racchiude un invito a tu...

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol...

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….