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Il Rosario del Papa con i Santuari perché il mondo superi la pandemia

Con la preghiera dalla Grotta di Lourdes nei giardini vaticani, Papa Francesco chiede ancora il soccorso di Maria per la liberazione dal Covid-19. Alla celebrazione mariana, trasmessa in diretta mondovisione, si collegano i Santuari dai vari Continenti. Speciale il coinvolgimento delle famiglie e di rappresentanti di quanti sono stati impegnati e toccati dal virus.


È come se un sottile filo unisse oggi il mondo. Un filo composto dai grani del Rosario, dalle voci della preghiera, dagli occhi umidi che esprimono il dolore e l’angoscia provati in questo tempo. Ma anche dalla commozione e dalla speranza perché si rivolge ad una Donna che non è mai rimasta indifferente al destino degli uomini. Perché è la Madre di Gesù e nostra e a Lei si è ricorsi nei secoli e si chiede aiuto non solo - ma certamente soprattutto - quando l’ombra della morte e del dolore si allungano sull’umanità. Al termine della celebrazione il Papa in spagnolo ha salutato in particolare i tanti Santuari collegati dell'America Latina. Li ha voluti salutare nella sua lingua materna, ringraziando per la vicinanza e auspicando l'accompagnamento della Vergine di Guadalupe.

I Santuari in collegamento
Dalla Grotta di Lourdes, nei giardini vaticani, Papa Francesco presiede questa preghiera, trasmessa in mondovisione, in un tempo drammatico segnato appunto da una pandemia che ha fatto quasi 6 milioni di contagiati e oltre 360mila morti nel mondo. Una pandemia che ha messo in ginocchio l’umanità.

E dal cuore del Vaticano questo filo sottile di preghiera tesse un’unione in tutto il mondo perché i più grandi Santuari di tutti i Continenti vi si collegano in diretta: da Częstochowa a Fatima, da Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, a Lujan, in Argentina, da Pompei a Lourdes. Ma a collegarsi è anche il Santuario di Immaculate Conception di Washington così come, fra gli altri, quello di Elele, in Nigeria. Un respiro mondiale testimoniato dalle immagini dei Santuari che scorrono sul maxischermo vicino alla Grotta.

Promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, questo evento di preghiera avviene, poi, alla viglia di Pentecoste e al termine del mese di maggio, un tempo dedicato in modo speciale alla preghiera alla Vergine. Quest’anno però questa recita del Rosario assume toni particolari per la straordinarietà del momento che l’umanità vive.

Le decine recitate da rappresentanti di quanti sono stati colpiti
Ad accompagnare questo momento forte, all’inizio e al termine, sono le due preghiere che il Papa ha scritto alla Vergine in questo tempo di pandemia. Preghiere che esprimono il senso profondo di questi atti: porre i dolori dell’umanità ai piedi della Vergine Maria per invocare il suo aiuto. Come si percepisce fin dalla prima preghiera:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Le decine del Rosario vengono scandite da uomini e donne che rappresentano le varie categorie colpite dal virus o impegnate ad arginarlo: un medico e un’infermiera, in rappresentanza del personale sanitario in prima linea nella lotta alla pandemia; una persona guarita dal Covid-19 e una che ha perso un familiare, per indicare quanti sono stati colpiti; un cappellano e una suora, a ricordo dei sacerdoti e dei consacrati vicini ai malati; un farmacista e una giornalista per sottolineare quanti hanno continuato a svolgere il loro prezioso servizio a favore degli altri; un volontario della Protezione civile con la sua famiglia per rappresentare tutto il vasto mondo del volontariato e quanti si sono adoperati per far fronte all’emergenza e una giovane coppia a cui è nato un bambino in questo tempo, per tutti i bambini venuti al mondo.

L'invocazione a Maria
Dolore e amore sono i sentimenti che oggi assumono un volto e che in questi mesi sono stati rappresentati dalle intenzioni del Papa alla Messa mattutina a Casa Santa Marta. Medici, infermieri, forze dell’ordine, malati, defunti, responsabili di governo e uomini di scienza. Un affresco dell’umanità disegnata dalla stessa preghiera che conclude questa recita del Rosario, la seconda delle preghiere composte dal Papa in questo tempo:

O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che il Padre Misericordioso intervenga con la sua mano onnipotente per liberarci da questa terribile pandemia, in modo che la vita possa riprendere in serenità il suo corso quotidiano. Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

E se il 27 marzo da solo il Papa era avanzato in Piazza San Pietro bagnata dalla pioggia del dolore invocando l’aiuto nel pieno della tempesta, oggi – circa 2 mesi dopo - ha potuto farlo alla presenza di alcuni fedeli, con le mascherine sulla bocca e la speranza nel cuore: preludio a quanto avverrà domani, quando dopo il lockdown il Papa tornerà ad affacciarsi per il Regina Coeli dalla finestra sulla Piazza con la partecipazione delle persone. Oggi a fare da cornice non è la pioggia ma la luce che filtra dalle nuvole. Una luce che testimonia che il futuro non è fatto per la morte, ma è una promessa di eternità.

Debora Donnini – Città del Vaticano

FONTE: VATICAN NEWS






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