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Giovanni Paolo II e i musicisti

Pur non essendo mai emersa nessuna attitudine di Karol Wojtyla alla musica, essa era da lui apprezzata al pari di ogni altra arte. Non a caso, proprio durante il suo Pontificato, nel 1993, è iniziata la tradizione di accogliere concerti, anche con l’esibizione di cantanti pop, nell’aula Paolo VI della Città del Vaticano, fino ad allora riservata ad ospitare le udienze generali del Papa.


 Egli stesso ha prestato la sua voce per quattro cd, in cui la preghiera da lui recitata viene esaltata da un adeguato sottofondo strumentale e, nel contempo, ammirava e incoraggiava tutti coloro che erano in grado di esprimere la loro creatività in questo, come in ogni altro campo espressivo dell’estro personale. «Chi avverte in sé questa sorta di scintilla divina che è la vocazione artistica – di poeta, di scrittore, di pittore, di scultore, di architetto, di musicista, di attore… – avverte al tempo stesso l’obbligo di non sprecare questo talento, ma di svilupparlo, per metterlo a servizio del prossimo e di tutta l’umanità». Così, il 4 aprile 1999, Giovanni Paolo II scriveva nella Lettera agli artisti, in cui fece notare anche che, «innumerevoli volte la parola biblica si è fatta immagine, musica, poesia, evocando con il linguaggio dell’arte il mistero del Verbo fatto carne».

Ma, in particolare, Papa Wojtyla riservò la sua attenzione alleopere sonore legate al culto. Il 27 gennaio 2001, rivolgendosi a«compositori, musicisti, esperti di liturgia e insegnanti di musica sacra, venuti da tutto il mondo», «partecipanti al Congresso internazionale di Musica Sacra», il Pontefice evidenziò «il ruolo preminente del canto gregoriano», definendolo «l’espressione musicale più limpida della musica sacra», dando il giusto valore anche alla «polifonia» e al «canto popolare religioso», in grado di favorire la «partecipazione dei fedeli sia nelle pratiche devozionali sia nella liturgia stessa». Inoltre Giovanni Paolo II sottolineo che tali esecuzioni, pur avendo lo scopo principale di «svelare al cuore dei fedeli il significato più profondo del testo di cui la musica è strumento», sono in grado di conseguire un altro importante risultato: edificare «ponti che collegano il messaggio di salvezza con coloro che, pur non accettando ancora del tutto Cristo, sono sensibili alla bellezza, perché la bellezza è cifra del mistero e richiamo al trascendente».


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