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I vescovi polacchi, Giovanni Paolo II oggi ci ripeterebbe "Non abbiate paura"

Una lettera per i cento anni della nascita del Papa sarà letta in tutte le chiese.


In questo momento difficile per tutti noi nel quale lottiamo contro la pandemia di coronavirus e mettiamo in discussione il futuro delle nostre famiglie e società vale la pena chiedere cosa ci direbbe oggi Giovanni Paolo II ? Quale messaggio ci dirà i suoi connazionali nel maggio 2020? Per prima cosa ci vengono in mente queste parole che ci ha detto nell'omelia che ha inaugurato il suo pontificato. "Non abbiate paura. Spalancate le porte a Cristo “.

Sono le parole della lettera che la Presidenza della Conferenza episcopale polacca pubblica per il centenario della nascita di Giovanni Paolo II.

La lettera verrà letta domai alla vigilia dell'anniversario della nascita del Papa polacco in tutte le chiese.
I vescovi ricordano le parole che San Giovanni Paolo II pronunciò nella sua omelia iniziando il suo pontificato nel 1978: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!

Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!”

Cristo sa cosa ognuno di noi porta dentro di sé, conosce perfettamente le nostre gioie, preoccupazioni, speranze, paure e desideri. Solo lui può rispondere alla domanda, che ci poniamo oggi, scrivono i vescovi.

“Se il Papa polacco vivesse oggi, sicuramente comprenderebbe le persone che sono in isolamento e in quarantena. Lui stesso è stato spesso e soffriva in condizioni di isolamento dell'ospedale, senza possibilità di celebrare la Messa con i fedeli. Suo fratello Edmund è morto all'età di 26 anni, da giovane medico quando ha contratto una malattia da un paziente malato. Per commemorare suo fratello maggiore, il nostro santo Papa ha tenuto uno stetoscopio medico sulla sua scrivania. San Giovanni Paolo II ha compreso e apprezzato il lavoro di medici, infermieri, paramedici e operatori sanitari, per i quali ha spesso pregato e con cui ha incontrato ”, scrivono i vescovi.

Il suo insegnamento è ancora valido. Vale la pena rileggerlo, in particolare tramite Internet e i social media, sfruttando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie.
La lettera ricorda anche le parole del cardinale Stanislaw Dziwisz che descrivono il momento dell'attentato alla vita di Giovanni Paolo II: "Ricordo che al tempo dell’attentato in piazza San Pietro, il Papa rimase calmo e composto, sebbene la situazione fosse drammatica e la minaccia alla sua vita fosse enorme. Quando glielo ho chiesto ha confermato che sentiva dolore causato dalle ferite, prima di perdere conoscenza, si è immediatamente affidato a Maria e ha detto che avrebbe perdonato chi gli aveva sparato ”.

I vescovi citano anche Papa Francesco, che nell'introduzione al libro San Giovanni Paolo II, 100 anni. Parole e immagini pubblicate in Vaticano in occasione del centenario della nascita di Giovanni Paolo II, ha confessato: “Molte volte durante la mia vita sacerdotale ed episcopale l'ho guardato, chiedendo nelle mie preghiere un dono di fedeltà al Vangelo, così come ha testimoniato egli stesso”.

FONTE: ACI STAMPA

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