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Nonni, resistete a questo virus perché i vostri nipoti hanno tanto bisogno di voi

Tanti nonni stanno salutando questa vita terrena. Molti sono in casa impauriti in attesa di riabbracciare i loro nipoti. E anche i bambini, abituati a trascorrere molto tempo con loro, risentono di questo dolore. Un legame che come società civile siamo chiamati a proteggere e custodire.


“Nonna che paura, pensavo fossi morta”, è mio nipote Andrea, quattro anni, a tirare un sospiro di sollievo davanti a mia madre che lo salutava attraverso una video chiamata di WhatsApp, dieci giorni dopo l’inizio del lockdown in Campania. Un’affermazione che ha chiaramente commosso la nonna fino alle lacrime, abituata il pomeriggio ad attendere quel nipotino che tornava dall’asilo per trascorrere con lui ore di gioco, cibi succulenti e pesche in barattolo conservate per lui dall’estate. 

È una delle tante pagine di sommesso e intimo dolore che accompagna questo tempo. I nonni sono stati divisi dai nipoti per tante e buone ragioni che non sto qui ad elencare, e questa lontananza pesa sui piccoli e anche sui nonni. Papa Francesco alla fine di marzo aveva ricordato, in un’intervista sulla Stampa, un episodio che lo aveva particolarmente commosso: “In questi giorni mi hanno raccontato una storia che mi ha colpito e addolorato, anche perché rappresenta ciò che sta accadendo negli ospedali. Un’ anziana ha capito che stava morendo e voleva congedarsi dai suoi cari: l’infermiera ha preso il telefonino e ha videochiamato la nipote, così l’anziana ha visto il viso della nipote e ha potuto andarsene con questa consolazione. È il bisogno ultimo di avere una mano che ti prenda la mano. Di un gesto di compagnia finale”. Tanti nonni sono andati via senza la consolazione di questo ultimo gesto di tenerezza: salutare quei nipoti che erano diventati i doni più preziosi che la vita aveva loro riservato. E forse anche i genitori stanno comprendendo un po’ di più il dono grande che i nonni sono nella vita e nella formazione dei propri figli. 

Nella mia esperienza, le nonne hanno avuto un ruolo centrale. Trascorrevo con loro ore piacevolissime. Potrei distinguere tra mille l’odore di fior d’arancio del giardino della mia nonna paterna dove fantasticavo credendo fosse un luogo abitato da fate e folletti oppure mi rivedo incantata a guardare quelle polpette grosse e grasse che friggevano nel cucinino all’aperto della mia nonna materna la domenica mattina e che mangiavamo prima di pranzo ancora calde. Per non parlare poi della fede semplice e forte che mi hanno testimoniato senza dire grandi parole. Io e i miei fratelli credevamo da piccoli che le caramelle crescessero sugli alberi perché mio nonno Peppino prima che arrivassimo, riempiva di caramelle Rossana la pianta di mandarini davanti all’uscio di casa. 

Dobbiamo fare in modo di custodire questo meraviglioso legame e di valorizzarlo. In questo tempo conosco tanti amici che hanno avuto un figlio e i nonni non hanno potuto vederlo se non in foto o attraverso video chiamate alle quali sono stati costretti ad abituarsi smanettando impacciatamente con i telefonini.

Un legame da tenere vivo perché fondamentale. I nonni non più soggetti ai ritmi frenetici e allo stress del lavoro hanno tutto il tempo per ascoltare attentamente i nipoti e il tempo è il dono più prezioso. Un bambino ha bisogno di un adulto che gli dia tutta la sua attenzione e che lo incoraggi nello sviluppo della sua personalità. Ricevere molto affetto nella prima infanzia fa crescere i bambini sereni e sicuri di se stessi. In particolare, con il giusto supporto emotivo, i piccoli sviluppano la “resilienza”, la capacità di resistere dinnanzi alle avversità.

E poi la presenza dei nipoti, mantiene in salute anche i nonni che corrono da una parte all’altra per stargli dietro. E la spensieratezza dei bambini è contagiosa e spesso i nonni dimenticano anche i loro acciacchi di fronte alle fragorose risate dei loro nipotini. 

Senza dimenticare che i nonni sono anche un grande ammortizzatore sociale perché l’attuale generazione di mamme e di papà ha difficoltà nel trovare lavoro, soprattutto a tempo indeterminato, dunque fatica a raggiungere una stabilità economica. Una tata che curi i piccoli è un lusso che non tutti si possono concedere. Gli asili nido hanno pochi posti e sono costosi. Oltretutto, il ritorno al lavoro delle mamme dopo la maternità può essere problematico. In tutte queste difficoltà, per fortuna ci sono i nonni ad aiutare nel momento del bisogno: il contributo che danno nella cura dei piccoli, in un periodo di crisi economica, è una risorsa inestimabile.

Quindi forza nonni. Resistete a questo virus perché i vostri nipoti hanno tanto bisogno di voi.

Giovanna Abbagnara

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