Passa ai contenuti principali

L'Anno di Giovanni Paolo II, Edith Stein la martire che il Papa sceglie per l'Europa

La beatificazione di Teresa Benedetta della Croce come atto per combattere secolarizzazione e antisemitismo.

La pietra della memoria che ricorda le tappe della vita monastica di Teresa Benedetta della Croce



“Ricevere il battesimo non significò in alcun modo per Edith Stein rompere con il popolo ebraico. Al contrario ella afferma: “Quando ero una ragazza di quattordici anni smisi di praticare la religione ebraica e per prima cosa, dopo il mio ritorno a Dio, mi sono sentita ebrea”. Di questo ella è stata sempre consapevole: “appartenere a Cristo non soltanto spiritualmente ma anche per discendenza””.
Così Giovanni Paolo II il primo maggio del 1987 nel Duomo di Colonia descriveva la conversione di quella che oggi è una santa copatrona d’ Europa: Teresa Benedetta della Croce.
In quel giorno la suora filosofa morta in un campo di sterminio perché ebrea diventava beata. Undici anni dopo Giovanni Paolo II la dichiarava santa e nel 1999 lo stesso Pontefice l’aggiunge alla schiera dei protettori dell’Europa sempre più secolarizzata e sempre più bisognosa di evangelizzazione.

In quel secondo viaggio in Germania che dal 30 aprile arriva al 4 maggio il Papa polacco si reca sei mesi prima dell’apertura del Sinodo dei Vescovi, che si occuperà della “vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo”.

Una sfida importante in Germania più che altrove, e il Papa sceglie di parlare di questo tema e della beatificazione della Stein anche al Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi: “Edith Stein vide nel suo viaggio verso Auschwitz, una difesa del popolo ebraico al quale apparteneva e al quale si sentì unita fino alla sua morte tremenda. Ella diceva alla sua sorella: “Venite, andiamo per il nostro popolo!”. La testimonianza a Cristo e l’impegno verso il prossimo sono parte integrante della vita cristiana e sono profondamente legati alla missione salvifica della Chiesa e di tutti i membri della Chiesa”.

Il martirio come evangelizzazione quindi. Nel viaggio il Papa visita città come Essen in cui parla dei temi del lavoro, ma anche Münster, Augusta, Spira.

Ma il cuore del viaggio è la beatificazione della Stein.

Nella omelia Giovanni Paolo II ripercorre le tappe della sua vita e aggiunge :” La Chiesa offre alla nostra venerazione e imitazione, oggi, suor Teresa Benedetta della Croce come martire beata, un esempio di eroica sequela di Cristo. Apriamoci al suo messaggio, al messaggio di questa donna di spirito e di scienza, che nella scienza della croce ha conosciuto il culmine di ogni saggezza: una grande figlia del popolo ebraico e una grande cristiana tra milioni di fratelli innocenti martoriati, vedeva la croce avvicinarsi inesorabilmente. Non è fuggita terrorizzata di fronte ad essa, ma l’ha abbracciata in cristiana speranza nell’ultimo slancio di amore e dedizione e l’ha anche salutata nel mistero della fede nella resurrezione: “Ave crux, spes unica!”. Come ha detto nella sua breve lettera pastorale il vostro eminente Cardinale Höffner: “Edith Stein è un dono, un monito, una promessa per il nostro tempo. Possa essa intercedere presso Dio per noi, per il nostro popolo e per tutti i popoli””.

Dopo la messa il Papa incontrò i Membri Del Consiglio Centrale Degli Ebrei nella Residenza dell’Arcivescovo di Colonia.

Un incontro atteso. Giovanni Paolo II ricorda il documento vaticano Note sul modo corretto di presentare gli Ebrei e l’Ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa cattolica dell’anno 1985.

Ed aggiunge: “Oggi la Chiesa venera una figlia di Israele, che è rimasta unita come cattolica a Gesù Cristo crocifisso, nostro Signore, e come ebrea al suo popolo con fedeltà e amore, durante le persecuzioni del nazionalsocialismo”. E conclude con una riflessione ancora rivolta al rischio di secolarizzazione da affrontare insieme ebrei e cristiani: “Questo giorno della sua beatificazione sia per noi tutti un giorno di lode e di ringraziamento comune a Dio, che è meraviglioso nei suoi santi, così come si è dimostrato magnifico e grandioso nelle i figure del popolo di Israele. Nello stesso tempo vogliamo rimanere in rispettoso silenzio e meditare nelle nostre coscienze sulle terribili conseguenze che possono sempre provocare la negazione di Dio e l’odio razziale collettivo. E qui ricordiamo in fraterna solidarietà anche il martirio di molti popoli dell’Europa contemporanea e ci impegniamo insieme a tutti gli uomini di buona volontà per una rinnovata “civiltà dell’amore” qui in Europa, animata dai migliori ideali ebraici e cristiani. Per questo è necessario avere un occhio attento, una parola coraggiosa, e un forte ideale contro tutte le nuove forme di antisemitismo, di razzismo e di persecuzione neopagana della fede”.

Parole pronunciate più di trenta anni fa, allora profetiche e oggi drammaticamente attuali.

Angela Ambrogetti

FONTE: ACI STAMPA

Commenti

Post popolari in questo blog

Il significato del logo del Giubileo 2025: Pellegrini di speranza

  È stato presentato il logo del Giubileo 2025, scelto tra quasi trecento proposte. Un simbolo di speranza e fraternità che ci guiderà nel pellegrinaggio di fede dell’Anno Santo. Mentre fervono i preparativi per l’ Anno Santo 2025 , del quale è stato reso pubblico il ricchissimo calendario ed è stato eseguito per la prima volta l’inno, inizia a diffondersi anche il logo del Giubileo. Si tratta di un’immagine ricca di simbolismo, che rappresenta i temi centrali dell’Anno Santo: la speranza, la misericordia e la fraternità. Il logo è stato presentato il 28 giugno scorso nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella Sala Regia del Palazzo Apostolico a Città del Vaticano, alla presenza di monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, ed è stato accolto con favore da vescovi, sacerdoti e laici. In effetti si tratta di un’immagine semplice e universale, che può essere compresa da persone di tutte le culture e religioni, e racchiude un invito a tu...

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol...

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….