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Padre Pio e la Madonna di Pompei

La devozione del Santo cappuccino verso la Mamma Celeste di Pompei

L’amore filiale alla Santissima Vergine del Rosario di Pompei portò padre Pio, almeno tre volte, pellegrino in quel santuario.


Padre Pio non aveva ancora 14 anni quando si recò la prima volta a Pompei, probabilmente, nel maggio del 1901. Troviamo conferma di questo pellegrinaggio in una lettera del piccolo Francesco, scritta al padre, allora emigrato per lavoro in America il 5 ottobre del 1901.

Zio Grazio, infatti saputo il fatto, se ne lamentò con la moglie. Egli stava lì a faticare per loro, lontano dalla patria, ed essi sciupano il danaro. Francesco cercò di calmare come meglio poteva, promettendogli di impegnarsi di più negli studi: “Circa la lagnanza fatta alla mamma per la mia andata a Pompei, avete mille ragioni……. è vero che ho sciupato alcune lire, ma ora vi prometto di guadagnarmele con lo studio. Infatti ora mi trovo sotto la guida del nuovo maestro, m’accorgo di progredire di giorno in giorno per cui siamo contentissimi tanto io che la mamma”.

Francesco, dicono i vari biografi compì il viaggio, da Pietrelcina a Pompei, a tappe, con una carrozza, con il maestro Caccavo e con sette altri studenti. L’andata del piccolo Francesco a Pompei ebbe luogo nel maggio del 1901, in periodo scolastico, ma non se ne conosce il giorno. Il pellegrinaggio, non si effettuò con una normale carrozza ma con “lo sciaraballo”, un traino, cioè, con dei sedili di legno laterali e trasversali con capacità di trasportare 14-15 persone. Non si trattò di una semplice gita scolastica ma di una “compagnia”, cioè di un gruppo di pellegrini diretti a Pompei o per la prima domenica di ottobre o per l’8 maggio.

La “compagnia” prima di partire si recava nella Chiesa parrocchiale, assisteva alla funzione Eucaristica e, ricevuta la benedizione dell’arciprete all’imbrunire, si avviava verso il santuario prescelto. E’ da presumere che il maestro Caccavo con i suoi allievi sia unito con “una compagnia” di altri pellegrini e che tutti abbiano raggiunto Pompei.


Padre Pio ritornò a Pompei da giovane sacerdote verso la metà del mese di novembre 1911. Alla fine di ottobre si trovava nel convento di Venafro e recandosi a Napoli col padre guardiano, padre Evangelista da San Marco in Lamis per una visita specialistica, avvenuta nel pomeriggio, l’indomani mattina andò insieme al padre Evangelista al santuario di Pompei.

I particolari di questa visita sono narrati in una relazione di Fra Serafico di Riccia pubblicati nel volume di padre Gerardo di Flumeri “la permanenza di Padre Pio a Venafro”. Tra l’altro si legge: “Passata la visita medica, si fece tardi, e andarono a dormire in un albergo… alla mattina vollero andare a Pompei a visitare la Madonna. E così celebrarono le sante Messe l’uno servì l’altro; e dopo si fermarono in Chiesa per il ringraziamento al Signore poi visitarono tutte le opere del Santuario si arrivò verso le 2… Andarono al ristorante se ne tornano nel loro convento.


Padre Pio, il 30 dicembre 1916, fu mandato in licenza di convalescenza di sei mesi. Scrive a Padre Paolino, suo padre superiore a San Giovanni Rotondo dall’ospedale della Santissima Trinità: “Deo grazias! Stamane ho passato l’ultima visita mi mandano licenza di sei mesi. Non so quando mi metteranno in uscita”. Le stesse cose le scrive due figlie spirituali e a Padre Agostino.“Deo gratias! Stamane ho passato la visita…si limitano ad accordarmi sei mesi di convalescenza. Pazienza! Meglio questo che nulla, stasera si spera che mi metteranno in uscita e domattina a Dio piacendo, andrò a visitare la Madonna di Pompei e dopo una breve apparizione a Pietrelcina ritornerò subito in residenza (San Giovanni Rotondo) in salute mi sento malissimo”.

Padre Pio, con la parola e con la pratica, è stato Apostolo del rosario. Sembrava il frate del rosario. lo portava sempre avvolto alla mano o al braccio, come fosse un monile o uno scudo. Il rosario era la preghiera preferita: lo recitava più volte al giorno, decine su decine. Fu un insaziabile divoratore di Rosari. E’ morto stringendo la corona del rosario in mano.


Il 20 settembre del 1968 ricordo del cinquantesimo anno delle stimmate, gli fu offerto un cestello di fiori con 50 rose rosse a ricordo dei suoi 50 anni di mistica crocifissione. Con la sua mano, ferita d’amore, egli prese una rosa del cestello e l’affida ad un suo figlio spirituale diretto a Napoli, con l’incarico di portarla al santuario e di collocarla davanti all’immagine della Madonna del Rosario. Quella rosa a differenza delle altre che l’attorniavano non appassisce. Il 23 settembre, giorno della morte, il vescovo prelato di Pompei vedendo quella rosa ancora fresca e profumata, la fa collocare tra ricordi più cari del Santuario.

Simona Marmorino

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