I coniugi Beltrame Quattrocchi: il matrimonio come vocazione e via alla santità

La storia della Chiesa è ricca di esempi luminosi di santità coniugale, ma pochi sono così significativi e attuali come quello dei Beati Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini. La loro vita, vissuta nella quotidianità della famiglia, nella fede e nel servizio, continua a essere un punto di riferimento per tutte le coppie che desiderano vivere il matrimonio come autentica vocazione.


Beatificati da San Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001 — prima coppia di sposi elevata insieme alla gloria degli altari — riposano oggi nel Santuario della Madonna del Divino Amore, luogo da loro profondamente amato.

Un incontro guidato dalla Provvidenza
Luigi e Maria si conoscono nella Roma dei primi del Novecento.
Lui, avvocato dello Stato, impegnato nell’Azione Cattolica; lei, giovane donna colta, sensibile e animata da una fede profonda, che per lei è via, luce e senso di ogni progetto.
Il loro amore, solido e maturo, li conduce al matrimonio il 25 novembre 1905, nella suggestiva Cappella Corsini della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Una famiglia costruita sulla fede
Il matrimonio, per Luigi e Maria, diventa la vera “culla” della loro santità:
un luogo di preghiera, di donazione reciproca, di educazione cristiana e di apertura al prossimo.
Ogni giorno partecipano insieme alla Santa Messa, e ogni sera recitano in famiglia il Santo Rosario, radicando così la loro unione nella presenza di Dio.

La loro casa è un focolare vivo, accogliente, attraversato dalla grazia.
Dalla loro unione nascono quattro figli:

Filippo, sacerdote diocesano;

Stefania, monaca benedettina;

Cesare, monaco trappista nell’abbazia di Frattocchie;

Enrichetta, che rimane laica, ma profondamente unita alla testimonianza dei genitori.

Tre dei quattro figli scelgono la vita consacrata: un frutto eloquente della fede respirata in famiglia.

Impegno, carità e vita come missione
La famiglia Beltrame Quattrocchi non si chiude mai in se stessa.
Luigi e Maria, terziari francescani, partecipano attivamente all’Unitalsi, accompagnando i malati a Lourdes e a Fatima.
Maria si dedica con generosità al volontariato, alla catechesi, alla Croce Rossa: una donna che vive la carità come missione quotidiana.

In ogni gesto, grande o piccolo, testimoniano che la santità non è riservata a pochi, ma può fiorire nella vita ordinaria, fatta di lavoro, cura dei figli, responsabilità e fede condivisa.

Una santità vissuta insieme, fino alla fine
Dopo una vita interamente dedicata a Dio e alla famiglia, Luigi muore il 9 novembre 1951.
Maria lo segue il 26 agosto 1965, dopo aver custodito e portato avanti la loro eredità spirituale.

La loro luce non si è spenta: brilla ancora oggi per tutte le famiglie chiamate a vivere il matrimonio come cammino di santità e dono reciproco.

Un messaggio attuale per le famiglie di oggi
Il loro esempio ci ricorda che:

il matrimonio è una vocazione autentica;

la fede si costruisce nella quotidianità;

la famiglia è luogo di amore, preghiera e crescita;

la santità è possibile per tutti.

L’Associazione Giovanni Paolo II, nel ricordare la loro testimonianza, invita tutte le famiglie a lasciarsi ispirare dalla loro vita semplice e luminosa, segnata dalla fiducia, dalla preghiera e da un amore che non ha paura di donarsi.

Beati Luigi e Maria, intercedete per le nostre famiglie e guidate il nostro cammino nella fede e nella carità.

Associazione Giovanni Paolo II - Settore Media e Comunicazione 

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