Le intenzioni di preghiera del Papa – Novembre 2025

Una comunità che accoglie, ascolta e sostiene nella fragilità


Nel mese di novembre 2025, Papa Leone XIV ci invita a rivolgere la nostra preghiera a sostegno di tutte le persone che vivono momenti di buio interiore e che lottano con pensieri di disperazione o con l’idea di togliersi la vita. È un’intenzione profonda e toccante, che interpella ciascuno di noi come credenti, come associazione e come comunità umana.

Le parole del Santo Padre sono un appello alla responsabilità, ma anche alla tenerezza:

Preghiamo perché le persone che combattono con pensieri suicidi trovino nella loro comunità il sostegno, l’assistenza e l’amore di cui hanno bisogno e si aprano alla bellezza della vita.

Viviamo in un tempo in cui molti fratelli e sorelle portano ferite invisibili: solitudine, dolore, affaticamento spirituale, fragilità emotiva. Talvolta, chi soffre non trova il coraggio di chiedere aiuto o teme di non essere compreso. È qui che la comunità cristiana è chiamata a farsi prossima: presenza discreta, ascolto sincero, parola di incoraggiamento, gesto di cura.

La preghiera del Papa ci ricorda che:

• la vita è un dono prezioso, anche nei momenti in cui sembra pesare
• nessuno è chiamato a portare da solo il peso della propria sofferenza
• è necessario creare ambienti accoglienti, sicuri e non giudicanti
• il sostegno spirituale cammina insieme a quello umano e professionale

Signore Gesù, tu che inviti gli affaticati e gli oppressi a venire da te e a trovare riposo nel tuo Cuore, ti preghiamo… Dona a tutti noi un cuore attento e compassionevole.

Come Associazione “Giovanni Paolo II”, vogliamo accogliere questo invito non solo nella preghiera, ma nel modo di stare insieme. Il nostro impegno continua ad essere quello di costruire relazioni sane, fraterne e luminose, dove la vita viene riconosciuta come valore, promessa e cammino di speranza.

Se qualcuno tra noi sta attraversando un momento difficile, non è solo.
Chiedere aiuto è un gesto di coraggio e di amore verso sé stessi. La fede non elimina il dolore, ma ci ricorda che non camminiamo soli.

Fa’ Signore che la nostra comunità sia casa che accoglie, orecchio che ascolta, mano che sostiene.


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