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Il 9 novembre di ogni anno le Chiese locali ricorderanno i propri santi e beati

Lettere di Papa Francesco a clero e religiosi per il Giubileo e sul ricordo di santi, beati, venerabili e servi di Dio.

Sono due le lettere di Papa Francesco che sono state rese pubbliche tra ieri e oggi: una è rivolta ai parroci, ai religiosi e al clero per il Giubileo del prossimo anno, un’altra è stata scritta per il ricordo nelle Chiese particolari dei propri santi, beati, venerabili e servi di Dio. La prima missiva è incentrata sulla richiesta di realizzare gesti concreti per contrastare l’emergenza abitativa di coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla, nel solco dell’invocazione giubilare di essere «segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio» (Bolla di indizione del Giubileo ordinario, n. 10). Il Giubileo è infatti dedicato alla speranza, che nasce dall’amore e dal sentirsi amati: «È l’amore di Dio a generare speranza e l’amore di Dio passa attraverso il nostro amore». Ricordando che la casa, assieme alla terra e al lavoro, è una delle condizioni concrete che garantiscono la dignità umana, il pontefice esorta:




«In questa prospettiva, desidero che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili offrano il loro contributo per arginare l’emergenza abitativa con segni di carità e di solidarietà per generare speranza nelle migliaia di persone che nella città di Roma versano in condizione di precarietà abitativa. […] Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi. Le persone da accogliere saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l’accoglienza degna e a costruire fraternità».


Nella seconda lettera, il Papa ha ricordato come con l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate abbia voluto riproporre ai fedeli di oggi la chiamata universale alla santità, per cui tutti siamo chiamati ad accogliere l’amore del Signore riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo. «La santità infatti, più che essere frutto dello sforzo umano, è fare spazio all’azione di Dio». E sono tanti i testimoni delle virtù cristiane che si possono incontrare nella propria vita. Santi, beati, venerabili e servi di Dio, grandi testimoni della fede, sono modelli di quella santità della porta accanto di cui è ricca la Chiesa e dai quali siamo chiamati a lasciarci stimolare. Continua Francesco:

«Nel corso dell’anno liturgico la Chiesa onora pubblicamente, in date e modalità prestabilite, i Santi e i Beati. Tuttavia, mi pare importante che tutte le Chiese particolari ricordino in un’unica data i Santi e i Beati, come anche i Venerabili e i Servi di Dio dei rispettivi territori. Non si tratta di inserire una nuova memoria nel calendario liturgico, ma di promuovere con opportune iniziative al di fuori della liturgia, oppure di richiamare all’interno di essa, ad esempio nell’omelia o in altro momento ritenuto opportuno, quelle figure che hanno caratterizzato il percorso cristiano e la spiritualità locali. Pertanto, esorto le Chiese particolari, a partire dal prossimo Giubileo del 2025, a ricordare e onorare queste figure di santità, ogni anno al 9 novembre, Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense.».


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