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L'Associazione Giovanni Paolo II invita il consiglio comunale a conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, sopravissuta ad Auschwitz

La SEGRE è una instancabile testimone dei valori civili democratici e morali da trasmettere alla future generazioni. La sua vita è stata segnata dall'atrocità più grande che nessuno di noi non dovrebbe mai dimenticare.

L'Associazione Giovanni Paolo II di Polignano a Mare vuole invitare il Consiglio Comunale cittadino a conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana SEGRE. Sarebbe un gesto auspicabile, che conferma, da parte del Comune di Polignano, ogni forma di violenza e discriminazione razziale, religiosa, di genere o derivante dall'appartenenza politica. L'associazione Giovanni Paolo ha preso in considerazione la possibilità di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre in quanto figura esemplare a tutela della dignità umana. La Segre è una instancabile testimone dei più elevati valori civili democratici e morali da trasmettere alle giovani generazioni, in risposta alla tristissima pagina storica della persecuzione razziale, detta pulizia etnica e del genocidio perpetrati dal nazifascismo fra il 1938 e il 1945 anche nel nostro Paese. Per l'Associazione Giovanni Paolo II sarebbe un gesto importante, a supporto della memoria di un passato che non deve venir mai meno, soprattutto in un momento in cui, i testimoni viventi della tragedia, per motivi anagrafici, vengono meno. Poter contare sulla memoria della Segre è un fatto altamente significativo, perché le giovani e future generazioni potranno attingere e formarsi come cittadini migliori. Liliana Segre è nata nel 1930, è un'attivista e politica italiana, superstite dell'Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana. Con l'introduzione delle leggi razziali, fu arrestata nel 1943, all'età di 13 anni a Selvetta di Viggiù, in provincia di Varese. Dopo sei giorni in carcere a Varese, fu trasferita a Como e poi a San Vittore a Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni. Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse dopo sette giorni di viaggio. Fu subito separata dal padre, che non rivide mai più e che sarebbe morto il successivo 27 aprile. Alla selezione, Liliana ricevette il numero di matricola 75190, che le venne tatuato sull'avambraccio. Fu messa per circa un anno ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens. Durante la sua prigionia subì altre tre selezioni. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l'evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania. Venne liberata il maggio 1945 dal campo di Malchow. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana fu tra i 25 sopravvissuti. II. 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale". Cosa farà il Comune di Polignano? 

dal Settimanale BluPolignano di Polignano a Mare / n°5 di Venerdì 7 Febbraio 2020 

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