Intitolare una strada al militare Luca Sanna, l' Associazione Giovanni Paolo II non rinuncia al suo progetto
La prima richiesta è stata fatta nel 2014. Ad oggi, l'Amministrazione non ha mai risposto.
Per questo, l'Associazione. Giovanni Paolo ll ha fatto una richiesta ogni anno.
L'Associazione Giovanni Paolo II vuole intitolare una via o una piazza di Polignano a Luca Sanna, l'Alpino in servizio presso l'esercito italiano, deceduto barbaramente nella missione internazionale di pace a Bala-murghab, nella regione di Kabul, in Afghanistan, nell'attentato del 18 gennaio del 2011, ucciso da un infiltrato talebano arruolato nell'esercito afghano. La richiesta dell'associazione polignanese ha l'obiettivo di rendere omaggio ad un ragazzo della nostra terra, con l'intento di promuovere, soprattutto dei più giovani, i più alti valori etici che sottendono il sacrificio dei nostri militari nelle missioni di pace all'estero. LAssociazione, che già da alcuni anni organizza e promuove incontri di sensibilizzazione e di commemorazione per il giovane soldato di origini polignanesi, coinvolge spesso la famiglia di Sanna portandola a Polignano. L'intitolazione dimostrerebbe la vicinanza dell'intera comunità polignanese alla famiglia di Luca Sanna. Ricordiamo che la mamma del giovane militare è proprio di Polignano. LAssociazione ha fatto la prima richiesta di intitolazione il 15 febbraio 2014. Non c'è stata nessuna risposta da parte dell'Amminsitrazione. Per questo, l'ass. Giovanni Paolo II ha inoltrato altre sette lettere, una per ogni anno dal 2014 ad oggi. L'ultima è stata protocollata lunedi scorso.
Chi era Luca Sanna? La biografia del giovane di origini polignanesi
figlio di Rita Castellana, una polignanese emigrata in Sardegna, il Caporal maggiore Luca Sanna , promosso Caporal Maggiore Capo, è nato a Oristano il 4 novembre 1978. Impegnato presso l'8° regimento alpini di Venzone, in Friuli Venezia Giulia, a settembre del 2010, l'anno in cui si è sposato, parte per la sua ultima missione in Afghani-stan nella regione di Kabul a Balamurghab. Ed è qui che Luca Sanna perde la vita barbaramente per mano di un infiltrato talebano arruolato nell'esercito afghano, nel primo pomeriggio, alle 3,00 ora locale, dentro l'avanposto chiamato Hi-ghlander, colpito a morte da due proiettili di cui uno letale. In italia sono le 12,05 e la notizia viene data alla famiglia alle 14,00 dello stesso giorno dell'attentato, il 18 gennaio 2011, lasciando nello sconforto più buio e assurdo la madre Rita, il padre Antonio, i fratelli Giuseppe e Dario e la sorella Patrizia, La moglie Daniela. Cade in terra lontana, per una missione di pace, è il 36° caduto in missione dal 2001, il primo a cadere per mano amica anche se poi si scopre che non era un militare afghano, ma un talebano infiltratto che aveva l'obbiettivo di portare timore e senso di sfiducia fra l'esercito italiano e l'esercito afghano, che fino ad _allora collaboravano in stretto contatto e con fiducia reciproca per lo stesso scopo comune: liberare l'Afghanistan dalla morsa dei terroristi e portare democrazia in quella terra martoriata da anni da fragellazioni e dittature trucide. Luca Sanna credeva in quello che faceva e lo facceva con la massima serietà. Sapeva dove stava andando quando partiva in missione, sapeva cosa vi avrebbe trovato ma non ha mai pensato di dover morire, per essersi fidato dell'amico al quale insegnava la diffesa della sua terra, della sua gente della propria dignità. Ma questa è un'altra storia. Luca Sanna è decaduto barbaramente per mano di un terrorista, per colpire nel cuore della missione neutralizzando le certezze fra gli uomini italiani e afghani.
Dal Settimanale BLU Polignano n°5 di Venerdì 7 Febbraio 2020
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