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Papa Wojtyla, la “sapienza” di Dio alla portata di tutti

Nel libro “Chi ha paura di Giovanni Paolo II?” Giacomo Galeazzi e Gian Franco Svidercoschi ripercorrono il lungo pontificato del Pontefice polacco.


Chi ha paura di Giovanni Paolo II? Se lo domandano fin dal titolo del loro libro Giacomo Galeazzi e Gian Franco Svidercoschi, che analizzano i motivi per cui «c’è ancora, fuori e soprattutto dentro la Chiesa, chi rifiuta l’eredità di questo Papa che ha cambiato la storia della Chiesa e del mondo». Introdotti dalla prefazione del cardinale Stanislao Dziwisz, storico segretario particolare del Pontefice polacco, i due autori del volume (edito da Rubbettino) ripercorrono il lungo pontificato di papa Karol. «Oggi si fa finta di dimenticarlo, oppure lo si strumentalizza, magari contrapponendolo a Bergoglio», denunciano Galeazzi e Svidercoschi.

Un esempio su tutti: il tema del dialogo tra fedi. L’idea di una «via religiosa alla pace», lanciata «da Dietrich Bonhoeffer», era pienamente condivisa da Wojtyla. Non a caso, «appena eletto, aveva voluto incontrare il patriarca ortodosso di Costantinopoli, intendendo confermare l’impegno irrevocabile della Chiesa cattolica nella ricomposizione dell’unità cristiana». Era andato anche nella Germania federale, «primo Papa a mettere piede su quella terra dal tempo della Riforma». E in Inghilterra, «patria dell’anglicanesimo, riuscendo a smantellare gli ultimi residui di anti-papismo».

Nello stesso tempo, aveva ridato impulso «al dialogo interreligioso, viaggiando dall’India (induismo) a Casablanca (islam), e compiendo la storica visita alla sinagoga di Roma». Giovanni Paolo II ha maturato così «la convinzione che la “sapienza” di Dio, anziché riservata solamente ad alcuni, fosse una porta spalancata a tutti gli uomini». Un punto di convergenza «in cui i credenti delle diverse religioni avrebbero potuto riconoscersi come figli di uno stesso Padre e, addirittura, come fratelli». All’interno del recinto cattolico, «in particolare nella galassia ultra-conservatrice, Giovanni Paolo II è stato attaccato ferocemente per questa apertura. Ma lui non si è fatto intimorire». Anzi. Lancia il celebre «spirito di Assisi», il percorso dell’amicizia tra i vari credo. Una svolta: il 27 ottobre 1986, nella città di san Francesco, «i rappresentanti di tutte le religioni, ossia di più di quattro miliardi di donne e di uomini, si trovarono a pregare nello stesso luogo, nello stesso momento, per chiedere all’Altissimo il dono della pace».

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