Lettera del Papa al vescovo Marchetto in occasione di un convegno in Campidoglio intitolato al santo Pontefice polacco.
ROMA. «Nel corso della sua esistenza Giovanni Paolo II ha incessantemente indicato alla Chiesa e alla società l'esigenza di tutelare e promuovere la famiglia, costituita da un uomo e una donna, quale cellula vitale dell'umanità. Come ebbe a dire nell'Esortazione apostolica Familiaris consortio: “L’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia! È, dunque, indispensabile ed urgente che ogni uomo di buona volontà si impegni a salvare ed a promuovere i valori e le esigenze della famiglia” (n. 86)…».
Così Papa Francesco in un messaggio inviato al «caro fratello» Agostino Marchetto che nei giorni scorsi gli aveva preannunciato il convegno apertosi ieri pomeriggio in Campidoglio dal titolo “Giovanni Paolo II, il Papa della famiglia”. Un appuntamento presieduto dal cardinale Angelo Comastri , vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e promosso dal Centro Europeo per il turismo e la cultura alla vigilia del centenario della nascita del pontefice polacco - l’anno prossimo - e con la Conferenza episcopale polacca che ha appena dato il via libera all’arcidiocesi di Cracovia per l’istruzione a livello diocesano del processo di beatificazione dei genitori e modelli di vita del santo Pontefice: Karol (come il figlio) Wojtyla e Emilia Kaczorowska.
Non senza aver tributato ancora una volta il suo plauso alla «riconosciuta capacità di indagine storia» di monsignor Marchetto, nunzio apostolico a riposo, segretario emerito del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e itineranti, autore di diversi volumi storici (fra i più recenti La riforma e le riforme nella Chiesa. Una risposta, Lev 2017, e “Cum Petro et sub Petro”, Riforme ecclesiali per la missione, Chorabooks 2019), Papa Bergoglio così continua nel testo reso pubblico ieri: «Nel solco di questa prospettiva il Pontificato di Giovanni Paolo II si è distinto nell'impegno di far comprendere la natura e il senso della famiglia quale Chiesa domestica, dove gli sposi sono chiamati a formare una comunità di persone, crescendo continuamente attraverso la fedeltà quotidiana alla promessa matrimoniale del reciproco dono totale».
E ancora, quasi a richiamare le parole pronunciate alla messa della canonizzazione il 27 aprile 2014 (quando affermò: «San Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, una volta disse che avrebbe voluto esser ricordato, come il Papa della famiglia…») e legandosi idealmente al ringraziamento al Signore nell’udienza del 16 ottobre scorso a 41 anni dall’elezione di Wojtyla (ricordato «per ogni bene che si è compiuto nella Chiesa, nel mondo e nei cuori umani»), Papa Francesco scrive: «Il magistero di questo grande Pontefice sulle tematiche della famiglia rappresenta sicuro punto di riferimento per trovare soluzioni concrete alle tante difficoltà e alle innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare ai nostri giorni ». Infine l’auspicio di un simposio capace di costituire «un'occasione preziosa per favorire proposte, progetti e politiche in favore delle famiglie, affinché non si sentano sole e scartate, ma sia dato loro di trovare sollievo e sostegno, specialmente quando le energie e le risorse vengono meno».
In realtà l’incontro di ieri presso la Sala Pietro da Cortona in Campidoglio ha visto riemergere soprattutto l’impegno del santo Pontefice nella difesa dei valori della famiglia rimessi al centro dell'attenzione della Chiesa e della società, anche alla luce di una serie di ricordi personali diretti degli intervenuti. Vi hanno partecipato tutti i relatori annunciati (tranne il sindaco di Roma, Virginia Raggi, attesa per il saluto istituzionale), ovvero monsignor Marchetto, il cardinale Comastri, i senatori Pier Ferdinando Casini e Luigi Zanda, il sociologo Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, la giornalista de Il Messaggero Franca Giansoldati, il presidente del Centro Europeo per il Turismo Giuseppe Lepore. È stato dunque un convegno che in primis ha fatto memoria ed è parso voler sottolineare una continuità magisteriale, più che aprire un tavolo tecnico e delineare proposte di politica o welfare per la famiglia. Una serie di interventi concentrati sul lungo pontificato di Karol Wojtyla senza troppi rimandi alla situazione attuale.
L’intervento di Marchetto in particolare ha ripercorso le catechesi delle udienze generali dal settembre ‘79 al novembre’ 84, dedicate alla teologia del corpo: il primo ciclo su “L’unità originaria dell’uomo e della donna, Catechesi sul libro della Genesi”, fra il settembre ’79 e l’aprile ’80; il secondo sulla redenzione del cuore: “Teologia del corpo dell’uomo decaduto e redento”, fra l’aprile ’80 e il maggio ’81; il terzo sulla risurrezione della carne: “Teologia del corpo dell’uomo risorto, pienamente redento e ricreato”, fra il novembre ’81 e il febbraio ’82; il quarto sulla verginità cristiana, fra il marzo e il luglio’82; il quinto sul matrimonio cristiano: “Il sacramento del matrimonio nella dimensione dell’Alleanza, della Grazia e del Segno”, fra il luglio ’82 e il luglio ’84; il sesto ciclo su Amore e fecondità: “Rilettura ed approfondimenti di Humanae vitae» e abbozzi di spiritualità familiare e luce dell’enciclica”, fra il luglio e il novembre ’84.
Insomma un elenco impressionate di temi legati all’amore umano e cristiano, fondante la famiglia, pietra angolare di un insegnamento e cifra di un pontificato con diverse direttrici indicate da più documenti magisteriali, la già ricordata esortazione apostolica Familiaris Consortio del 1981, la Lettera Wojtylana alle Famiglie di tutto il mondo, ovvero la Gratissimam Sane del 1994, l’enciclica Evangelium Vitae sul valore e l’inviolabilità della vita umana, del 1995; la Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem, pubblicata nel 1988 come conclusione del sinodo sui laici. Senza dimenticare i dettati del Catechismo della Chiesa Cattolica su matrimonio e famiglia e quell’anno internazionale della famiglia voluto dal Papa che già da sacerdote si era dedicato all’apostolato tra i giovani.
Come docente di etica all’Università Cattolica di Lublino, aveva infatti pubblicato libri sull’amore umano nella visione filosofica e teologica; come vescovo di Cracovia e padre conciliare al Vaticano II aveva contribuito alla stesura della Gaudium et spes, in particolare al capitolo “Valorizzazione del matrimonio e famiglia”, un argomento sempre rimasto al centro dei suoi interessi. La sfida – ce lo ricordava spesso il compianto pedagogista Giuseppe Mari, curatore di alcuni inediti di Wojtyla raccolti sotto il titolo Amore e desiderio per l’Editrice La Scuola nel 2016 - sarebbe sempre rimasta per lui una in particolare. Nell’ambito di una «gerarchia oggettiva dei valori», quella di considerare seriamente tutto quello che viene coinvolto nell’affettività umana come manifestazione dell’originalità della persona, alla luce della Rivelazione, elemento essenziale nella formazione di ogni futura famiglia.
MARCO RONCALLI
FONTE: Vatican Insider
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