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Il femminicidio in pellicola

Il film “Santa Subito”, premiato alla Festa del Cinema di Roma e ora nelle sale, racconta la vita di una ragazza uccisa a Bari negli anni '90.


Per Santa Scorese, la cui tragica vicenda è raccontata nel film Santa subito è in corso un processo di beatificazione iniziato nel '98, sette anni dopo la sua morte, a 23 anni, nel cortile della sua casa di Palo del Colle, vicino Bari, per mano dell'uomo che la stalkerizzava da tre anni. “Mia sorella faceva parte del movimento dei Focolari e stava portando avanti il suo processo vocazionale”, spiega all'Agi la sorella maggiore Rosa Maria, che ha ispirato il docufilm in un evento pubblico cui era presente Piva e ha quindi partecipato alla sua fattura raccontando davanti alla telecamera insieme alla sua famiglia, la storia di Santa. Il suo assassino, dopo l'ospedale psichiatrico e il ricovero in una casa famiglia adesso è libero “ma non lo abbiamo più visto”, informa. Rosa Maria dedica il premio alla memoria della sorella che dice “mi sta dando una forza e un coraggio che non pensavo di avere. Spero che aiuti anche a creare alle nuove generazione la stessa idea di autodeterminazione che stava portando avanti per se stessa”. Il documentario racconta la storia della prima vittima di stalking e femminicidio nel nostro Paese. "Santa subito", infatti, è la storia di Santa Scorese, giovane attivista cattolica della provincia di Bari, che per anni subisce le morbose attenzioni di uno sconosciuto molestatore, fino all’epilogo più tragico. La vicenda di Santa, accoltellata a morte a soli 23 anni dal suo persecutore, davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una società (era il 1991) ancora impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking, risponde all’obiettivo del bando "Social film Fund Con Il Sud": narrare per immagini il Sud attraverso i fenomeni sociali che lo caratterizzano.

Emergenza sommersa
In due anni in Italia le denunce per stalking sono dimezzate: da 13.177 a 6437. E’ boom del sommerso: in Italia 8 donne su 10 non denunciano il persecutore. Per l’Istat in Italia una donna su 5 è stata perseguitata nella vita. Da poco il Parlamento ha approvato il Codice rosso con nuove misure contro la violenza di genere.Il Dipartimento per le Pari opportunità ha stanziato 37 milioni di euro per il “Piano nazionale sulla violenza degli uomini contro le donne” Massimo Lattanzi coordina l’Associazione italiana di psicologia e criminologia e fondatore dell’Osservatorio nazionale stalking (www.offender.eu). Secondo le ultime ricerche, nel 70% dei casi le vittime sono donne e nel 55% dei casi il colpevole è un ex fidanzato o ex marito. Tra i persecutori aumentano vicini o colleghi. In un caso su tre il reato di stalking è l’anticamera della violenza fisica sulle donne fino al femminicidio.

Codice rosso
Dal 2009 in alternativa alla denuncia le legge (articolo 612 bis del Codice penale) prevede un percorso più veloce: l’ammonimento, cioè la possibilità di rivolgersi direttamente al questore che, ascoltata la vittima attraverso le forze dell’ordine, avvia i riscontri di quanto dichiarato. Entro 15 giorni può scattare il provvedimento che impone allo stalker il divieto di avvicinarsi. Ma se a valutare il disagio ci sono persone prive di adeguata formazione sulla violenza di genere, si tende a minimizzare. La sentenza di primo grado per stalking arriva in media dopo due anni. Senza un supporto psicologico, lo stalker torna a colpire: il 40% è recidivo. Se lo stalker è incensurato, il suo difensore in genere cerca un accordo con la controparte: risarcimento della vittima in cambio del ritiro della querela. Il nuovo Codice rosso approvato dal Parlamento introduce una corsia preferenziale per le denunce di stalking per impedire che restino due, tre settimane sulle scrivanie delle forze dell’ordine prima di arrivare ai pubblici ministeri che devono indagare e valutare il rischio a cui è esposta la vittima -. Il 13 luglio a Savona è stata uccisa dall’ex marito Deborah Ballesio: lo aveva denunciato 19 volte dopo che lui aveva dato fuoco al suo locale.

In Spagna
Quarantanove donne sono state uccise dai loro partner o ex partner in Spagna tra il primo gennaio e il 22 ottobre, una cifra che supera le 48 vittime registrate complessivamente nel 2018. Le ultime vittime sono una quarantenne di La Zubia (Granada) e venticinquenne anni Vic (Barcellona), uccise domenica scorsa, mentre questa mattina un'altra donna di 44 anni è stata assassinata dal proprio partner a Denia, presso Alicante. Dal 2003 sono 1.024 le donne uccise dai loro partner o ex-partner. Dal 2013, sono invece 30 i minori vittime di violenza esercitata dai propri genitori o dai partner della madre. Il vicepresidente del governo nonché ministro ad interim per le Pari opportunità, Carmen Calvo, ha affermato che si tratta di 2dati che non possono essere accettati da nessuna società: adesso basta”, ha scritto Calvo su Twitter. L'anno scorso erano 43 le donne assassinate in Spagna prima della fine di ottobre.

Giacomo Galeazzi

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