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Il significato cristiano dell’albero di Natale

In molti lo collegano a un’usanza celtica, ma ha a che fare con le rappresentazioni medievali della storia del peccato originale.








Se si chiede a una persona, cristiana o no, che allestisce il tradizionale albero di Natale quale sia l’origine di questa usanza, probabilmente risponderebbe che essa è celtica, legata all’antica celebrazione del solstizio d’inverno. L’immagine di questo rito pagano nelle terre germaniche e scandinave è alquanto radicata nel pensiero collettivo. È documentato che ancora nel medioevo qui si andasse nel bosco a tagliare un abete da decorare con ghirlande e uova dipinte, come si legge su Avvenire.

Ma il legame tra l’uomo e il culto degli alberi è molto più ampio e primordiale, in quanto essi sono stati considerati da diverse civiltà simboli di vita e di rigenerazione, che con le loro radici e le loro fronde collegano la terra al cielo. Dall’albero dell’universo cinese a quello rovesciato indiano, dall’albero della rinascita egiziano a quello del paradiso maya, dall’abete sacro romano al frassino cosmico della mitologia nordica, queste maestose piante, spesso decorate, sono state ovunque oggetto di culto. L’albero di Natale cristiano è certamente collegato a tutto ciò, in quanto parte di una concezione radicata nell’essere umano. Però, nella forma della tradizione attuale esso ha un’origine propria.

Nel Medioevo, durante la Santa Notte davanti alle chiese veniva messa in scena la storia del peccato originale nel Paradiso terrestre, in quanto allora il 24 dicembre venivano particolarmente celebrati i “santi” Adamo ed Eva e, almeno dal Quattrocento, nei sagrati i fedeli erigevano l’albero del Paradiso, appendendovi mele (impostesi come frutto proibito) per ricordare il racconto della Genesi. La rappresentazione dell’origine del peccato umano era dunque direttamente collegata al fatto che il giorno successivo, a Natale, ci sarebbe stata la sua redenzione con la nascita di Gesù.

Nelle terre tedesche, siccome all’inizio dell’inverno non era possibile trovare un melo fiorito, si scelse il sempreverde abete, i cui rami erano già utilizzati come ornamento dei portali durante il periodo natalizio. Nel XVII secolo, questa usanza passò dagli spazi pubblici alle case private, dove le decorazioni si arricchirono di fiori di carta, lamine metalliche, dolci. È nell’Ottocento che arrivano le palline di vetro, inventate dai mastri vetrai dell’Alsazia e della Turingia, e che l’albero di Natale giunge in Italia. Questo simbolo si afferma dunque nelle celebrazioni cristiane, vista anche la sua connessione con la Passione di Cristo: secondo alcune leggende medievali, la croce fu costruita con il legno legato al peccato originale e infissa sul Calvario sopra il cranio di Adamo sepolto. Così, grazie a una pianta il Natale si unisce alla Pasqua.

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