L’ecologia, sorta come nome e come messaggio culturale oltre un secolo fa, si è ben presto imposta all’attenzione degli studiosi, richiamando un interesse interdisciplinare crescente da parte di biologi, medici, economisti, filosofi e politici. Essa si configura come studio della relazione tra gli organismi viventi e il loro ambiente, in particolare tra l’uomo e quanto lo circonda. […]
Il rapporto tra uomo e ambiente ha connotato le diverse fasi della civiltà umana, a partire dalla cultura primitiva: nella fase agricola, nella fase industriale e nella fase tecnologica. L’epoca moderna ha registrato una crescente capacità d’intervento trasformativo da parte dell’uomo.
L’aspetto di conquista e di sfruttamento delle risorse è diventato predominante e invasivo, ed è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell’ambiente: l’ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l’ambiente come “casa”.
A causa dei potenti mezzi di trasformazione offerti dalla civiltà tecnologica, sembra talora che l’equilibrio uomoambiente abbia raggiunto un punto critico. […]
È il rapporto che l’uomo ha con Dio a determinare il rapporto dell’uomo con i suoi simili e con il suo ambiente. Ecco perché la cultura cristiana ha sempre riconosciuto nelle creature che circondano l’uomo altrettanti doni di Dio da coltivare e custodire con senso di
gratitudine verso il Creatore. In particolare, la spiritualità benedettina e francescana hanno testimoniato questa sorta di parentela dell’uomo con l’ambiente creaturale, alimentando in lui un atteggiamento di rispetto verso ogni realtà del mondo circostante.
Nell’età moderna secolarizzata si assiste all’insorgere di una duplice tentazione: una concezione del sapere inteso non più come sapienza e contemplazione, ma come potere sulla natura, che viene conseguentemente considerata come oggetto di conquista.
L’altra tentazione è costituita dallo sfruttamento sfrenato delle risorse, sotto la spinta della ricerca del profitto senza limiti, secondo la mentalità propria delle società moderne di tipo capitalistico.
L’ambiente è così diventato spesso una preda a vantaggio di alcuni forti gruppi industriali e a scapito dell’umanità nel suo insieme, con conseguente danno per gli equilibri dell’ecosistema, della salute degli abitanti e delle generazioni future.
Giovanni Paolo II
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