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Il Papa riceve la Positio su Don Tonino Bello: «Vescovi come lui sono da Imitare»

A consegnare il volume nelle mani di Francesco l’arcivescovo di Molfetta mons. Domenico Cornacchia: «Era entusiasta e ha ricordato con affetto la visita ad Alessano e Molfetta di due anni fa. Ora la valutazione spetta alla Congregazione per le cause dei Santi»







Entra nel vivo la causa di beatificazione di don Tonino Bello. Il 24 giugno scorso monsignor Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi, la stessa dove ha esercitato il suo ministero don Tonino dal 1982 fino alla morte, avvenuta il 20 aprile 1993, è stato ricevuto in udienza privata da papa Francesco al quale ha consegnato di persona la Positio Super Virtutibus del servo di Dio Antonio Bello.


Si tratta di un volume elaborato dalla Postulazione (il relatore è mons. Maurizio Tagliaferri mentre il postulatore è mons. Luigi M. De Palma, suo vice padre Alessandro Mastromatteo ofm) che presenta in modo articolato ed approfondito tutta la documentazione e le testimonianze riguardanti la vita e la fama di santità del “vescovo degli ultimi”.

«Ero a Roma per consegnare la Positio al cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi», racconta mons. Cornacchia, «quando mi hanno invitato a consegnarla direttamente nelle mani del Papa che ha molto apprezzato e ha ricordato con grande affetto la visita compiuta due anni fa, il 20 aprile 2018, ad Alessano e a Molfetta, nel venticinquesimo anniversario della morte di don Tonino». Mons. Cornacchia e il Papa hanno sfogliato insieme il volume: «A un certo punto», racconta, «Francesco mi ha detto: “Sacerdoti e vescovi come don Tonino sono da imitare”».

La Positio è stata completata qualche settimana fa: «Ora» spiega, «sarà esaminata dalla commissione di teologi e cardinali della Congregazione che dovranno esprimersi sulla vita e la fama di santità di don Tonino e verificare se egli ha vissuto pienamente le virtù teologali e cardinali. Se l’esame sarà positivo, il Papa, speriamo presto, potrà dichiarare Venerabile il Servo di Dio». È un primo passo per la beatificazione: «Sì ma per questa occorre un miracolo e dovrà essere analizzato».



«L'UOMO DELLA CARITÀ SENZA MISURA»

Ci sono diverse segnalazioni di miracoli attribuiti all’intercessione di don Tonino? «Sì», risponde mons. Cornacchia, «ma dovranno essere valutati con attenzione quando sarà il momento opportuno. Per me è stato un grande dono e un privilegio consegnare la Positio al Papa a nome della chiesa di Ugento, che ha dato i natali a don Tonino, e di quella di Molfetta che lo ha visto come pastore, guida e profeta. Quello che don Tonino ha espresso da vescovo è stato frutto di quello che ha vissuto in tutta la sua vita di sacerdote».

La fase diocesana della causa di canonizzazione si è conclusa il 30 novembre 2013.

«Don Tonino», dice il suo successore a Molfetta, «è stato l’uomo della carità. Tra le virtù teologali questa è stata la strada che ha percorso con più convinzione e credibilità. È stata l’utopia fatta storia. Qui, a Molfetta come ad Alessano, aumentano i pellegrini che visitano i luoghi dove è nato e vissuto. Davanti alla stanza dove è morto qui a Molfetta c’è un registro con centinaia di testimonianze, soprattutto di giovani. Don Tonino è stato l’uomo della carità senza misura, senza limite, ha fatto il bene e lo ha fatto bene. Ripeteva spesso che “l’unica porta che ci introduce nella casa della credibilità perduta è la porta del servizio”. Per questo invitava anche la Chiesa a passare dalla logica dello scambio a quella del dono».

Sui tempi mons. Cornacchia non si sbilancia: «Sono dell’avviso che quando si attende una bella notizia il tempo si accorcia», afferma, «la persona e il messaggio di don Tonino vivono nella vita di molti; egli ci ha insegnato a vivere in maniera eccezionale la vita quotidiana».

Antonio Sanfrancesco


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