Passa ai contenuti principali

Francesco: dal cielo i santi continuano sempre "a darci una mano"

La catechesi del Papa all'udienza generale dedicata al tema della comunione dei santi. La nostra preghiera, ha detto, non è mai solitaria ma ci lega una misteriosa solidarietà con coloro che ci hanno preceduto tramandandoci la fede. Pregare per gli altri è il primo modo di amarli



“Quando preghiamo, non lo facciamo mai da soli: anche se non ci pensiamo, siamo immersi in un fiume maestoso di invocazioni che ci precede e che prosegue dopo di noi”. Sono le parole con cui Papa Francesco inizia la sua catechesi, all’udienza generale di questo mercoledì, dedicata al legame tra la preghiera e la comunione dei santi. Ad introdurre le parole del Papa è la lettura di un brano tratto dalla Lettera agli Ebrei in cui si parla dei primi cristiani in cammino, con lo sguardo fisso su Gesù, circondati da una 'moltitudine di testimoni'. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Tante storie che si fanno storia nella propria vita
Francesco sottolinea il continuo intreccio tra esperienza personale e quella di popolo e dell’umanità tutta, a cui apparteniamo, espresso nelle preghiere contenute nella Bibbia: liberazioni, deportazioni, esilio, momenti di gioia, come l’incontro tra Maria e la cugina Elisabetta, cantata nel Magnificat. Nelle preghiere il dolore di uno diventa dolore di tutti e così la felicità.

Le preghiere rinascono sempre: ogni volta che congiungiamo le mani e apriamo il cuore a Dio, ci ritroviamo in una compagnia di santi anonimi e di santi riconosciuti che con noi pregano, e che per noi intercedono, come fratelli e sorelle maggiori transitati per la nostra stessa avventura umana. Nella Chiesa non c’è un lutto che resti solitario, non c’è lacrima che sia versata nell’oblio, perché tutto respira e partecipa di una grazia comune.

Anche nella nostra esistenza può sbocciare la santità
Papa Francesco osserva come un tempo le sepolture fossero situate vicino alle chiese “come a dire che ad ogni Eucaristia partecipa in qualche modo la schiera di chi ci ha preceduto”. Lì c'è la fede tramandata che noi abbiamo ricevuto e con essa anche il modo di pregare, la preghiera. “I santi sono ancora qui - afferma - non lontani da noi” e precisa:

Sono testimoni che non adoriamo – beninteso – non adoriamo questi santi ma che veneriamo e che in mille modi diversi ci rimandano a Gesù Cristo, unico Signore e Mediatore tra Dio e l’uomo. Un santo che non rimanda a Gesù Cristo non è un santo, neppure cristiano. Il santo ti fa ricordare Gesù Cristo perché lui ha percorso quella via di vivere come cristiano. I santi ci ricordano che anche nella nostra vita, pur debole e segnata dal peccato, può sbocciare la santità.

Anche nell'ultimo momento della vita, dice il Papa è possibile convertirsi e ricorda che il primo santo canonizzato, da Gesù stesso, è stato un ladro, il buon ladrone. "La santità, afferma, è un percorso di vita, di incontro con Gesù, sia lungo sia breve, sia in un istante".

Una misteriosa solidarietà fatta di preghiera reciproca
Rifacendosi al Catechismo, Francesco spiega che i santi “non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra” e che, dunque, “possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero”. Si tratta di “una misteriosa solidarietà” in Cristo tra noi e chi ci ha preceduto.

Questo legame di preghiera fra noi e i santi, cioè fra noi e la gente che è arrivata, questo legame di preghiera lo sperimentiamo già qui, nella vita terrena: preghiamo gli uni per gli altri, domandiamo e offriamo preghiere... Il primo modo di pregare per qualcuno è parlare a Dio di lui o di lei. Se facciamo questo frequentemente, ogni giorno, il nostro cuore non si chiude, rimane aperto ai fratelli. Pregare per gli altri è il primo modo di amarli e ci spinge alla vicinanza concreta.

E a braccio aggiunge:

Anche nei momenti di conflitti, un modo di sciogliere il conflitto, di ammorbidirlo, è pregare per la persona con la quale io sono in conflitto. E qualcosa cambia con la preghiera. La prima cosa che cambia è il mio cuore, è il mio atteggiamento. Il Signore lo cambia per rendere possibile un incontro, un nuovo incontro ed evitare che il conflitto divenga una guerra senza fine.

I santi sconosciuti che ci danno una mano
Molti di noi sono stati battezzati con il nome di Maria, di un santo o di una santa, fa notare il Papa, e questo non è privo di significato. Loro, afferma, non aspettano altro che di "darci una mano” e conclude:

Se nella nostra vita le prove non hanno superato il colmo, se ancora siamo capaci di perseveranza, se malgrado tutto andiamo avanti con fiducia, forse tutto questo, più che ai nostri meriti, lo dobbiamo all’intercessione di tanti santi, alcuni in Cielo, altri pellegrini come noi sulla terra, che ci hanno protetto e accompagnato perché tutti sappiamo che qui nella terra c’è gente santa, uomini e donne santi che vivono in santità, loro non lo sanno, neppure noi lo sappiamo ma ci sono dei santi, dei santi di tutti i giorni, dei santi nascosti o come mi piace dire i “santi della porta accanto”, quelli che convivono nella vita con noi, che lavorano con noi, e portano una vita di santità.

Domenica prossima si celebra la Festa della Divina Misericordia
Al termine della catechesi, rivolgendosi ai fedeli di lingua polacca, il Papa ricorda che domenica prossima la Chiesa celebrerà la Festa della Divina Misericordia, istituita da San Giovanni Paolo II. Egli ci ha ricordato, prosegue Francesco, "che la liturgia di questa domenica sembra disegnare il cammino della misericordia che, mentre ricostruisce il rapporto di ciascuno con Dio, suscita anche tra gli uomini nuovi rapporti di fraterna solidarietà". L'uomo, infatti, riceve la misericordia di Dio, "ma è pure chiamato a ‘usar misericordia’ verso gli altri". Chiediamo, conclude il Papa, "la grazia del perdono e dell’amore operoso verso il prossimo."

Adriana Masotti - Città del Vaticano

FONTE: VATICAN NEWS


Commenti

Post popolari in questo blog

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….

Papa Giovanni Paolo II: anniversario della morte di Karol Wojtyla

Oggi, 2 aprile 2012, ricorre l’ anniversario della morte di Karol Józef Wojtyla , ovvero Papa Giovanni Paolo II . Nato a Wadowice il 18 maggio 1920, morì il 2 aprile 2005 a Roma dopo quasi 30 anni di pontificato. Infatti,  Karol Wojtyla  fu eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il suo fu il terzo pontificato più lungo della storia. In seguito alla sua morte, avvenuta ormai 7 anni fa,  Papa Giovanni Paolo II  fu proclamato  Beato  l’anno scorso (1° maggio), da  Papa Benedetto XVI  e, nel giorno del suo insediamento si festeggerà ogni anno il Papa, da molti considerato come il più grande di tutti i tempi.