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Sedici anni senza Giovanni Paolo II, oggi il ricordo dell'ultima Via Crucis

Una croce speciale quella usata dal Papa polacco il 25 marzo del 2005 con una storia di amore e sofferenza




Sono passati 16 anni da quando Giovanni Paolo II ci ha lasciato. Molti giovani non lo hanno mai conosciuto. Anche i “millenials” non sanno di fatto chi é. Eppure tanto del suo Magistero è ancora da rileggere e scoprire.

Il Venerdì Santo del 2005 il Papa seguiva la Via Crucis dalla Cappella privata con una croce sulle spalle. La croce era un’opera fatta in Polonia, a Stefkowa, sui monti Bieszczady.

Una croce con una storia speciale. Quella di Janina Trafalska, che all'età di 29 anni aveva vissuto una grande tragedia: era caduta dalla finestra e si era danneggiata la spina dorsale. Divenne invalida. Aveva subito molti mesi di cure. Durante questo periodo, il marito di Janina - Stanisław - faceva la sua Via Crucis sui monti Bieszczady, cosa che raccontò a sua moglie solo anni dopo. Dopo aver terminato la terapia, la donna polacca si ribellò; aveva rancore contro Dio, voleva isolarsi dalle persone. Le parole di incoraggiamento non la aiutavano; Janina non riusciva a capire perché le fosse successo e perché i suoi sogni fossero stati rovinati.

Nel 1996 Stanisław Trafalski aveva scolpito due croci: ne offerse una al sacerdote di Rzeszów, l'altra a sua moglie.

Una volta il sindaco della cittadina era venuto iu Vaticano. Chiese a Stanisław di realizzare qualcosa per Giovanni Paolo II. La signora Trafalska decise di donare al Papa la propria croce. E Così è giunta a Roma. Giovanni Paolo II la donò al suo segretario, Don Mieczysław Mokrzycki, attualmente Arcivescovo in servizio in Ucraina.

Quando il 25 marzo 2005 il Papa chiese una croce durante la celebrazione della XIV stazione della Via Crucis, il segretario gli diede proprio quella, che aveva preso dalla sua stanza.

Come riporta niedziela.pl poi nel 2007, Don Mieczysław Mokrzycki portò con sé la croce del Papa. La diede ai suoi genitori, che a loro volta consegnarono la reliquia al parroco di Kraczkowa, Don Mieczysław Bizior, che la collocò in chiesa. Successivamente si inaugurò un pellegrinaggio della croce in altre parrocchie del territorio di Przemyśl.

Il tema della sofferenza è uno dei più forti nel pontificato di Giovanni Paolo II come ha ricordato in questo anniversario della anche il cardinale Stanisław Dziwisz per decenni segretario personale di Giovanni Paolo II. Il Papa ha accettato la sofferenza "con umiltà e anche con una certa serenità(…)Ha avuto un grande coraggio: mostrare al mondo la sua sofferenza. Credo che questo abbia aiutato molte persone ammalate e morenti a sopportare la sofferenza del corpo e dello spirito"- ha spiegato il Metropolita emerito di Cracovia. Tuttavia, ha aggiunto, ciò non significa che il Santo Padre ostentasse la sofferenza, ma che ha accettato con semplicità l'aiuto e ha mostrato una gratitudine umana sincera.

S. Giovanni Paolo II è morto alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia che lui stesso aveva stabilito. Essa è preceduta da una novena alla Divina Misericordia, che inizia il Venerdì Santo. Il desiderio di istituire la Festa della Misericordia la prima domenica dopo Pasqua è stato espresso da Gesù stesso nella rivelazione a S. Faustina Kowalska. "In questo giorno le viscere della Mia Misericordia sono aperte, spargo tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla fonte della Mia Misericordia; l'anima che andrà a confessarsi e farà la Santa Comunione riceverà il perdono completo dei peccati e delle pene" - dicono le parole di Gesù nel Diario di S. Faustyna.

Angela AMBROGETTI

FONTE: ACI STAMPA

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