Come possiamo accompagnare i malati terminali?
Ci sono due parole che alcuni,
quando parlano di malattie terminali, confondono: inguaribile e incurabile. E
non sono la stessa cosa.
Anche quando le possibilità di
guarigione sono minime, tutti i malati hanno diritto all’accompagnamento
medico, all’accompagnamento psicologico, all’accompagnamento spirituale,
all’accompagnamento umano.
A volte non riescono a parlare, a
volte pensiamo che non ci riconoscano, ma se teniamo loro la mano capiamo che
sono in sintonia.
Non sempre si ottiene la
guarigione. Ma possiamo sempre prenderci cura del malato, accarezzare il
malato.
San Giovanni Paolo II diceva:
“guarire se possibile, aver cura sempre”.
Ed è qui che entrano in gioco le
cure palliative, che garantiscono al paziente non solo un’assistenza medica, ma
anche un accompagnamento umano e vicino.
Le famiglie non possono essere
lasciate sole in questi momenti difficili.
Il loro ruolo è decisivo. Devono
disporre di mezzi adeguati per fornire il supporto fisico, il supporto
spirituale, il supporto sociale.
Preghiamo perché i malati nella
fase terminale della propria vita, e le loro famiglie, ricevano sempre la cura
e l’accompagnamento necessari, sia dal punto di vista sanitario che da quello
umano.
Francesco
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