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Noi chierici a volte viviamo nell’agio, occorre vedere la sofferenza della gente

Intervista di Papa Francesco alla rivista Credere.


Papa Francesco è tornato a spiegare il senso della dichiarazione Fiducia supplicans, che tanto clamore ha suscitato, in un’intervista alla rivista Credere. «Nessuno si scandalizza se do la benedizione a un imprenditore che magari sfrutta la gente: e questo è un peccato gravissimo. Mentre si scandalizza se la do a un omosessuale… Questo è ipocrisia! Ci dobbiamo rispettare tutti. Tutti!» Dunque, continua, il cuore del documento è l’accoglienza, che non vuol dire benedire l’unione di individui dello stesso sesso, ma «due persone che si vogliono bene». «La benedizione non va negata a nessuno», dice intendendo «chi è capace di ricevere il Battesimo».

Il colloquio, di cui Avvenire e Vatican News riportano alcuni passaggi, ha poi toccato il tema dei movimenti ecclesiali. Il pontefice parla positivamente di quelli che comunicano alla gente con un linguaggio semplice, che riescono a coinvolgere i giovani in esperienze pastorali. Invece, le realtà «sofisticate», che non arrivano, «tendono a formare una ecclesiola di persone che si sentono superiori. Questo non è il santo popolo fedele di Dio. Il popolo di Dio è fatto di credenti che sanno di essere peccatori e vanno avanti. […] Il movimento è buono quando ti inserisce nella Chiesa reale, ma se sono selettivi, se ti staccano dalla Chiesa, se ti portano a pensare che tu sei un cristiano speciale, questo non è cristiano».

Alla domanda su cosa gli dà gioia in questo momento, il Papa risponde: la gente. «Io imparo dalla gente! Quando trovi un padre di famiglia con un guadagno mensile al limite, che viene a confessarsi e ti dice che quando torna a casa è stanco e non può stare con i figli perché già dormono e la mattina si alza prima che si sveglino; e poi ti confessa che il suo piacere, la domenica, è giocare con i figli, lì impari! La gente soffre tanto. Noi chierici a volte viviamo nell’agio. Occorre vedere il lavoro, la sofferenza della gente».

Sulla questione della rappresentanza femminile all’interno della Chiesa e della Curia romana, Francesco ha ribadito che «Il principio petrino riguarda il ministero: Pietro, i vescovi e i presbiteri. Il principio mariano è ecclesiale, è l’appartenenza alla Chiesa: perché la Chiesa è donna, è sposa. Pietro non è donna, non è sposa. È più importante la Chiesa-sposa che Pietro-ministro! […] Ma non è la ministerialità della donna la cosa più importante, fondamentale è invece la presenza della donna». Il processo è in corso. Infine, l’intervistatore gli chiede se, da questo punto di vista, lui si renda conto di aver avviato un cambiamento epocale: «No davvero! Me lo dicono, sì. Vado avanti come posso».

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