Passa ai contenuti principali

Quella profezia incredibile di Giovanni Paolo II a Cuba che aprì la strada a Dio

Il 26 gennaio 1998 si concluse la storica visita di Giovanni Paolo II a Cuba (era iniziata il 21 gennaio). Il primo Pontefice a recarsi nell’isola caraibica. Storico l’incontro con Fidel Castro. Ripercorriamo il viaggio di Papa Wojtyla.

Cuba possa aprirsi al mondo e il mondo a Cuba!
Un viaggio storico (21-25 gennaio 1998), caratterizzato dagli incontri con Fidel Castro e con una popolazione cubana entusiasta, che ha inaugurato una nuova stagione nei rapporti tra Stato e Chiesa nell’isola caraibica. Papa Wojtyla viene come “pellegrino della verità e della speranza”. Nella cerimonia di benvenuto (21 gennaio) lancia l’appello, profetico, che resterà emblematico di questa visita: “Possa Cuba aprirsi con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e possa il mondo aprirsi a Cuba”. Il Papa arriva “con il desiderio di dare un nuovo impulso all’opera evangelizzatrice che, anche in mezzo alle difficoltà, questa Chiesa locale prosegue con vitalità”. Nel suo primo discorso annuncia apertamente “la verità su Gesù Cristo, il quale ci ha rivelato la verità sull’uomo … e la sua inviolabile dignità”. E ribadisce la sua esortazione: “Non abbiate paura di aprire il vostro cuore a Cristo, lasciate che Egli entri nella vostra vita, nelle vostre famiglie, nella società, affinché in questo modo tutto venga rinnovato”. Esprime l’auspicio che la Chiesa possa “disporre dello spazio necessario” per la sua missione che a Cuba svolge “con un numero insufficiente di sacerdoti e in circostanze difficili”. Ringrazia i “tanti credenti cubani per la loro fedeltà a Cristo, alla Chiesa e al Papa”. Quindi prega affinché “questa terra possa offrire a tutti un clima di libertà, di fiducia reciproca, di giustizia sociale e di pace duratura”.

Nessuna ideologia è più forte di Gesù
A Santa Clara (22 gennaio) Giovanni Paolo II ribadisce la necessità che siano garantiti i diritti umani fondamentali, la libertà di associazione, il diritto dei genitori ad essere “i primi e principali educatori dei propri figli”. L’autorità pubblica non può “sostituirsi ai genitori”. Quindi denuncia la mentalità antinatalista, l’aborto, “crimine abominevole”, la separazione forzata delle famiglie dovuta all’emigrazione e alla disoccupazione. “La via per sconfiggere questi mali non è altro che Gesù Cristo” – afferma – “Nessuna ideologia può sostituire la sua infinita sapienza e il suo potere”.

Cristiani coraggiosi nella verità e audaci nella libertà
Nella Messa a Camaguey (23 gennaio) parla del relativismo morale e del materialismo sfrenato: “I cristiani – dice – per rispettare i valori fondamentali che caratterizzano una vita pura, a volte devono subire, anche in maniera eroica, l’emarginazione o la persecuzione”. Quindi lancia un appello a credenti e non credenti ad “essere virtuosi … coraggiosi nella verità, audaci nella libertà … generosi nell’amore”. E invita le autorità a educare i giovani “nella libertà, affinché possa avere un futuro di autentico sviluppo umano integrale”.

La voce della Chiesa sembrava soffocata
Nel Messaggio ai giovani cubani esorta a tornare “alle radici cubane e cristiane” per “costruire un futuro sempre più degno e sempre più libero”, mentre negli ultimi decenni la voce della Chiesa “sembrava soffocata”. “C’è un’urgente necessità di sacerdoti”, nota. Dice no all’embargo Usa che colpisce i più poveri e invita i cristiani ad “una presenza attiva e audace in tutti gli ambienti della società”.

Padre Varela, padre spirutuale della patria cubana
Il discorso all’Università dell’Avana (23 gennaio) è dedicato al padre spirituale della patria, il sacerdote e patriota Felix Varela, promotore, nel 1800, dell’indipendenza cubana. Giovanni Paolo II ricorda che propugnava la democrazia, la libertà e una società permeata dai valori cristiani.

Libertà è riconoscere diritti umani e giustizia sociale
Nella Messa a Santiago di Cuba (24 gennaio) afferma che la libertà “include il riconoscimento dei diritti umani e la giustizia sociale”. Ribadisce che i cattolici hanno “il diritto di partecipare al dibattito pubblico con uguali opportunità”. La Chiesa è chiamata ad assumere “posizioni coraggiose e profetiche di fronte alla corruzione del potere politico ed economico”.

Persone in carcere per idee pacifiche, la loro coscienza non li condanna
Incontrando i malati a San Lazaro all’Avana (24 gennaio) parla della sofferenza di coloro che “vivono segregati, i perseguitati, i detenuti per crimini diversi o per motivi di coscienza, per le loro idee pacifiche, ma non condivise”. Questi ultimi subiscono ”una pena alla quale la loro coscienza non li condanna”.

La storica Messa nella “Plaza de la Revolución” all’Avana
Il 25 gennaio il Papa celebra la Messa nella storica “Plaza de la Revolución” all’Avana annunciando “la buona notizia della speranza in Dio”: “non si tratta – afferma – né di un’ideologia né di un sistema economico o politico nuovo, bensì di un cammino di pace, giustizia e libertà autentiche”. “I sistemi ideologici ed economici succedutisi negli ultimi secoli hanno spesso enfatizzato lo scontro”; alcuni “di questi sistemi hanno preteso anche di ridurre la religione alla sfera meramente individuale, spogliandola di ogni influsso o rilevanza sociale” mentre “è bene ricordare che uno Stato moderno non può fare dell’ateismo o della religione uno dei propri ordinamenti politici. Lo Stato, lontano da ogni fanatismo o secolarismo estremo”, deve fare in modo che ogni persona e ogni confessione religiosa viva “liberamente la propria fede, esprimerla negli ambiti della vita pubblica”. Il Papa denuncia quel “neoliberalismo capitalista che subordina la persona umana e condiziona lo sviluppo dei popoli alle forze cieche del mercato, gravando dai propri centri di potere sui popoli meno favoriti con pesi insopportabili” e imponendo “alle Nazioni, come condizione per ricevere nuovi aiuti, programmi economici insostenibili”: così “i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”. La Chiesa “propone al mondo una giustizia nuova”, unita alla libertà e alla responsabilità. Parla del cammino di liberazione dell’uomo: “la liberazione non si riduce agli aspetti sociali e politici, ma raggiunge la sua pienezza nell’esercizio della libertà di coscienza, base e fondamento degli altri diritti umani”. Grandi gli applausi della folla a queste parole di Giovanni Paolo II che prosegue: “Per molti dei sistemi politici ed economici” la sfida più grande è “rappresentata dal coniugare libertà e giustizia sociale, libertà e solidarietà, senza che nessuna di esse venga relegata ad un livello inferiore”. In tal senso, la Dottrina sociale della Chiesa cerca di “conciliare i rapporti tra i diritti inalienabili di ogni uomo e le esigenze sociali”. “Cuba – ha detto – possiede un’anima cristiana” ed è “chiamata a vincere l’isolamento, deve aprirsi al mondo e il mondo deve avvicinarsi a Cuba … È giunta l’ora di intraprendere i nuovi cammini che i tempi di rinnovamento in cui viviamo esigono”. Ma occorre “costruire ponti per avvicinare le menti e i cuori”.

Chiesa cubana fedele nonostante le difficoltà
Nel discorso ai vescovi cubani (25 gennaio) Papa Wojtyla esprime la sua gratitudine a questa Chiesa “rimasta fedele nonostante le non poche difficoltà”: “la croce è stata feconda in questa terra”. Ribadisce il diritto alla libertà religiosa, auspica che i cattolici possano partecipare alla vita pubblica come gli altri cittadini, anche con una presenza nei mass media. “Voi, cari vescovi di Cuba – dice –avete predicato la verità sull’uomo”.

La Chiesa illumina le coscienze
Parlando al clero nella Cattedrale dell’Avana (25 gennaio), invita a non perdere la speranza per il “numero ridotto di sacerdoti” e “di fronte alla mancanza di mezzi materiali”; esorta a continuare a “illuminare le coscienze”, auspica “che in un futuro non lontano la Chiesa possa assumere il proprio ruolo nell’insegnamento”.

Inaccettabili embargo Usa e limitazioni delle libertà fondamentali
Infine, nella cerimonia di congedo (25 gennaio), ribadisce che Cuba non può essere isolata e definisce “ingiuste e inaccettabili” le misure restrittive imposte dall’embargo Usa. Ma denuncia anche “le limitazioni delle libertà fondamentali, la spersonalizzazione e lo scoraggiamento degli individui”. L’appello conclusivo è al cambiamento: “Tutti possono e devono compiere passi concreti per un cambiamento” per il bene di tutti, specialmente dei più poveri e dei più deboli.

Sergio Centofanti



Commenti

Post popolari in questo blog

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….

Papa Giovanni Paolo II: anniversario della morte di Karol Wojtyla

Oggi, 2 aprile 2012, ricorre l’ anniversario della morte di Karol Józef Wojtyla , ovvero Papa Giovanni Paolo II . Nato a Wadowice il 18 maggio 1920, morì il 2 aprile 2005 a Roma dopo quasi 30 anni di pontificato. Infatti,  Karol Wojtyla  fu eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il suo fu il terzo pontificato più lungo della storia. In seguito alla sua morte, avvenuta ormai 7 anni fa,  Papa Giovanni Paolo II  fu proclamato  Beato  l’anno scorso (1° maggio), da  Papa Benedetto XVI  e, nel giorno del suo insediamento si festeggerà ogni anno il Papa, da molti considerato come il più grande di tutti i tempi.