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Gmg, il Papa ai giovani: “Dio vi ha sognati per vivere adesso, il vostro futuro è ora”

In 700mila al Campo Juan Pablo II di Panama per la Messa di chiusura della Gmg, il Pontefice: "Cari giovani, non siete il futuro, ma l’adesso di Dio". Poi l'annuncio della prossima Giornata Mondiale della Gioventù.


La vita dei giovani “non è una promessa che vale solo per il futuro e non ha niente a che vedere col vostro presente. Come se essere giovani fosse sinonimo di ‘sala d’attesa’ per chi aspetta il turno della propria ora. E nel ‘frattanto’ di quell’ora, inventiamo per voi o voi stessi inventate un futuro igienicamente ben impacchettato e senza conseguenze, ben costruito e garantito con tutto ‘ben assicurato’. È la ‘finzione’ della gioia. Così vi addormentiamo perché non facciate rumore, perché non facciate domande a voi stessi e agli altri, perché non mettiate in discussione voi stessi e gli altri; e in questo ‘frattanto’ i vostri sogni perdono quota, cominciano ad addormentarsi e diventano ‘illusioni’ rasoterra, piccole e tristi, solo perché consideriamo o considerate che non è ancora il vostro adesso; che siete troppo giovani per coinvolgervi nel sognare e costruire il domani”.
Così Papa Francesco si rivolge agli oltre 700mila giovani (secondo gli organizzatori) che affollano il Campo San Juan Pablo II di Panama per la Messa di chiusura della 34ma Giornata Mondiale della Gioventù.
Un’omelia che è anche un’autocritica nei confronti degli adulti, troppo spesso impegnati a “voler addomesticare la Parola di Dio” quando vuole farsi concreta, perché “l’adesso di Dio con Gesù si fa presente, si fa volto, carne, amore di misericordia che non aspetta situazioni ideali o perfette per la sua manifestazione, né accetta scuse per la sua realizzazione. Egli è il tempo di Dio che rende giusti e opportuni ogni situazione e ogni spazio”.
Infine, l’annuncio della città in cui avrà luogo la prossima Gmg. Appuntamento, Portogallo, a Lisbona, nel 2022. Confermati, dunque, i rumors dei mesi scorsi che volevano la celebrazione della 35ma Gmg proprio nella capitale lusitana.


A voi, cari giovani, un grande «grazie» per . Continuate a camminare, continuate a vivere la fede e a condividerla. Arrivederci a Lisbona nel 2022!

564 utenti ne stanno parlando

L’adesso di Dio

Rifacendosi al Vangelo proclamato durante la celebrazione (cfr. Lc 4,20-21), il Papa fa notare come viene presentato l’inizio della missione pubblica di Gesù: Cristo è “nella sinagoga che lo ha visto crescere, circondato da conoscenti e vicini e chissà forse anche da qualche sua ‘catechista’ di infanzia che gli ha insegnato la legge”.
Momento importante nella vita del Maestro, con cui il bambino che si era formato ed era cresciuto in seno a quella comunità, si alzava in piedi e prendeva la parola per annunciare e attuare il sogno di Dio. Una parola proclamata fino ad allora solo come promessa di futuro, ma che in bocca a Gesù si poteva solo dire al presente, facendosi realtà: “Oggi si è compiuta”.
“Gesù rivela l’adesso di Dio che ci viene incontro per chiamare anche noi a prendere parte al suo adesso – aggiunge il Papa -. È l’adesso di Dio che con Gesù si fa presente, si fa volto, carne, amore di misericordia che non aspetta situazioni ideali o perfette per la sua manifestazione, né accetta scuse per la sua realizzazione”.
“In Gesù inizia e si fa vita il futuro promesso”, ribadisce Bergoglio. Quando? “Adesso”. Anche se “non tutti quelli che là lo ascoltarono si sentivano invitati o convocati”, e questo perché “non tutti i vicini di Nazaret erano pronti a credere in qualcuno che conoscevano e avevano visto crescere e che li invitava a realizzare un sogno tanto atteso”.

Un Dio concreto ma scomodo
Questo può accadere anche a noi, perché “non sempre crediamo che Dio possa essere tanto concreto e quotidiano, tanto vicino e reale, e meno ancora che si faccia tanto presente e agisca attraverso qualche persona conosciuta come può essere un vicino, un amico, un familiare”.
E questo perché “ci costa accettare che l’amore divino si faccia concreto“, “preferiamo un Dio a distanza: bello, buono, generoso ma distante e che non scomodi. Perché un Dio vicino e quotidiano, amico e fratello ci chiede di imparare vicinanza, quotidianità e soprattutto fraternità”.
Egli non ha voluto manifestarsi in modo angelico o spettacolare, ma ha voluto donarci un volto fraterno e amico, concreto, familiare. Dio è reale perché l’amore è reale, Dio è concreto perché l’amore è concreto. Ed è precisamente questa concretezza dell’amore ciò che costituisce uno degli elementi essenziali della vita dei cristiani. Il rischio che corriamo ancora oggi, fa notare il Papa, è quello di addomesticare e impoverire chi “è nato per essere profezia e annuncio del Regno di Dio”. “Voler addomesticare la Parola di Dio è cosa di tutti i giorni”, aggiunge Francesco.

Il futuro è adesso
“E anche a voi, cari giovani, può succedere lo stesso ogni volta che pensate che la vostra missione, la vostra vocazione, perfino la vostra vita è una promessa che vale solo per il futuro e non ha niente a che vedere col vostro presente”, prosegue il Pontefice. Ricorda poi il recente Sinododedicato proprio ai giovani, che fra i tanti frutti ha portato quello dell’ascolto (leggi qui)
La ricchezza dell’ascolto tra generazioni, la ricchezza dello scambio e il valore di riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che dobbiamo sforzarci di favorire canali e spazi in cui coinvolgerci nel sognare e costruire il domani già da oggi. Ma non isolatamente, uniti, creando uno spazio in comune. Uno spazio che non si regala né lo vinciamo alla lotteria, ma uno spazio per cui anche voi dovete combattere.
“Perché voi, cari giovani, non siete il futuro, ma l’adesso di Dio“, sottolinea il Papa. “Lui vi chiama ad andare in cerca dei nonni, degli adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a loro prendere la parola e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato. Non domani ma adesso”.
Infatti, ribadisce Francesco, “per Gesù non c’è un ‘frattanto’, ma amore di misericordia che vuole penetrare nel cuore e conquistarlo. Esso vuol’essere il nostro tesoro, perché non è un ‘frattanto’ nella vita o una moda passeggera, è amore di donazione che invita a donarsi”.

Fratelli, il Signore e la sua missione non sono un “frattanto” nella nostra vita, qualcosa di passeggero: sono la nostra vita!
Infine, ricorda il tema di questa Gmg: “Per tutti questi giorni in modo speciale ci ha accompagnato come una musica di sottofondo il fiat di Maria. Lei ha avuto il coraggio di dire ‘sì’ per partecipare a questo adesso del Signore. Ha sentito di avere una missione, si è innamorata”.

E conclude: “Volete vivere la concretezza del suo amore? Il vostro ‘sì’ continui ad essere la porta d’ingresso affiinché lo Spirito Santo doni una nuova Pentecoste al mondo e alla Chiesa“.


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