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Francesco: la Bulgaria resti terra d’incontro.

Così il Papa al Regina coeli a Sofia. E ricorda ancora Papa Roncalli: «La sua esperienza qui lo condusse a favorire la prospettiva del dialogo ecumenico, che ebbe impulso nel Vaticano II»

Vada sempre «al di là delle differenze culturali, religiose o etniche». In modo da restare «terra d’incontro». Questo è l’auspicio di papa Francesco per la Bulgaria. Lo esprime al Regina Coeli recitato a Sofia nel primo giorno di visita nel Paese balcanico.

Secondo gli organizzatori locali, in piazza Sant'Aleksander Nevskij sono presenti circa 3mila fedeli. Il Pontefice, dopo la preghiera nella cattedrale patriarcale di Sofia davanti al «Trono» dei santi Cirillo e Metodio, esce nella piazza, salutando la piccola folla di fedeli lì convenuta. Nella piazza, dove un coro intona inni mariani, sono riunite circa 800 persone.

Il Papa, accompagnato dal vescovo di Sofia e Plovdiv monsignor Gheorghi Ivanov Jovcev, saluta anche gli esponenti delle confessioni religiose presenti in Bulgaria.

Prima della Preghiera mariana, Francesco si ferma in raccoglimento dinanzi all'icona di Nessebar, presente sul podio.

Afferma Bergoglio: «Ci rivolgiamo ora alla Beata Vergine Maria, Regina del cielo e della terra, perché interceda presso il Signore Risorto, affinché doni a questa amata terra l'impulso sempre necessario di essere terra di incontro, nella quale, al di là delle differenze culturali, religiose o etniche, possiate continuare a riconoscervi e stimarvi come figli di uno stesso Padre».

Nella storia della Chiesa, «anche qui in Bulgaria, ci sono stati Pastori che si sono distinti per santità della vita», evidenzia il Pontefice: «Tra essi mi piace ricordare il mio predecessore, che voi chiamate “il santo bulgaro”, San Giovanni XXIII, un santo pastore, la cui memoria è particolarmente viva in questa terra, dove egli ha vissuto dal 1925 al 1934».

Qui il futuro Papa Roncalli «ha imparato ad apprezzare la tradizione della Chiesa Orientale, instaurando rapporti di amicizia con le altre confessioni religiose. La sua esperienza diplomatica e pastorale in Bulgaria lasciò un'impronta così forte nel suo cuore di pastore da condurlo a favorire nella Chiesa la prospettiva del dialogo ecumenico, che ebbe un notevole impulso nel Concilio Vaticano II, voluto proprio da Papa Roncalli». Dunque, «in un certo senso, dobbiamo ringraziare questa terra per l'intuizione saggia e ispiratrice del “Papa buono”».

DOMENICO AGASSO JR

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