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“Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa…”: le parole che accendono la vita

Tutti abbiamo parole che battono furiosamente alla porta dell’anima. Per me una di queste è: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa…”. Era il 22 ottobre del 1978, io avevo solo quattro anni. Quelle parole hanno ancora adesso la capacità di far vibrare le corde più intime del mio cuore. Hanno una forza inimmaginabile, la capacità di farmi rinascere da ogni fallimento.


Giovanni Paolo II è stato il mio Papa. Il Papa che ha acceso di ideali la mia gioventù, ha accompagnato gli anni della mia formazione personale e affettiva. Più volte durante le settimane estive di spiritualità al Centro Nazareth a Roma lo abbiamo incontrato, ho potuto stringergli la mano, ricevere l’eucaristia, ascoltarlo dal vivo. È lui che mi ha insegnato a non vivere con mediocrità la mia vita, a farne un capolavoro per quanto dipendesse da me, a non giocare al risparmio ma a puntare tutto su Dio. È lui che ha arricchito il nostro carisma dell’amore verso i fidanzati, gli sposi, la famiglia. È lui che ci ha sollecitati nell’impegno verso le mamme che vogliono abortire. È sempre lui che ci ha testimoniato che l’annuncio del Vangelo passa particolarmente attraverso l’impegno dei laici. È lui che ci ha spalancato l’orizzonte della santità come una meta non solo desiderabile ma possibile. È stato un riflesso luminoso della presenza di Cristo sulla terra.

Quando nel 2005 è tornato alla Casa del Padre, la sua morte ha generato ancora di più in me il desiderio di servire la Chiesa. Insieme ad alcuni amici, ho lasciato un lavoro stabile per catapultarmi nell’avventura di fondare una rivista e poi una casa editrice per la famiglia, per le famiglie, gli sposi, i fidanzati. Un sogno che lui aveva acceso nel nostro cuore. Quando abbiamo potuto pubblicare nel 2013 un inedito di Giovanni Paolo II, Costruire la casa sulla roccia. Esercizi spirituali per i fidanzati che si preparano al matrimonio, ho compreso che dal Cielo, il Papa benediva questa piccola opera. A lui devo dunque gran parte delle scelte della mia vita.

Le polemiche, che in questi giorni riempiono le bacheche social e i titoli dei giornali con accuse infamanti nei suoi confronti, mi riguardano poco. La giustizia sul caso di Emanuela Orlandi deve fare il suo corso. Anche lui – Giovanni Paolo II – avrebbe detto che “la pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia, amore e libertà”. Tutti speriamo che scenda la pace anche in Pietro, il fratello di Emanuela, e in tutti quelli che soffrono di questa tragedia ma senza gettare fango sul Papa polacco. Senza insinuazioni prive di fondamento. Troppa vita ha infuso nel mio sangue per poter accogliere anche solo un briciolo di questi frammenti di morte.

GIOVANNA ABBAGNARA

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