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Giorno della Memoria, il Papa: “L’indifferenza non è ammissibile. Mai più!”

Oggi si celebra la I Domenica della Parola di Dio: «Teniamo il Vangelo in tasca, o apriamolo sul cellulare». A messa anche Zaniolo e Zichichi: sono tra le 40 persone che ricevono la Bibbia dal Pontefice. All’Angelus prega per le vittime del virus in Cina.
Una ragazza e un ragazzo dell'Azione cattolica accanto al Papa nella preghiera dell'Angelus

CITTÀ DEL VATICANO. «Oggi per la prima volta celebriamo la Domenica della Parola di Dio, istituita per celebrare e accogliere sempre meglio il dono che Dio ha fatto e quotidianamente fa della sua Parola al suo Popolo». E in questa giornata nuova per la Chiesa, papa Francesco presiede una Messa e invita a tenere sempre con sé il Vangelo, in tasca, o ad aprirlo sul cellulare. Quotidianamente. Perché ne «abbiamo bisogno: fa passare dall'oscurità alla luce». Con un promemoria: «Dio desidera visitare quei luoghi dove pensiamo che Egli non arrivi». Nella basilica vaticana ci sono anche Zaniolo e Zichichi: sono tra le 40 persone che ricevono la Bibbia dal Pontefice. Poi, all’Angelus l’appello in occasione del Giorno della Memoria, che ricorre domani: «L’indifferenza non è ammissibile. Mai più!». E prega per le vittime del virus in Cina.

Il Vescovo di Roma durante l’omelia esorta a fare «spazio dentro di noi alla Parola di Dio. Leggiamo quotidianamente qualche versetto della Bibbia». A cominciare «dal Vangelo: teniamolo aperto sul comodino di casa, portiamolo in tasca con noi o nella borsa, visualizziamolo sul cellulare, lasciamo che ogni giorno ci ispiri. Scopriremo che Dio ci è vicino, che illumina le nostre tenebre, che con amore conduce al largo la nostra vita».

Dio, facendosi uomo, «ha tolto le barriere, ha azzerato le distanze», mentre «siamo invece noi a chiudere la porta, preferendo tener nascoste le nostre confusioni, le nostre opacità e doppiezze», osserva con amarezza Jorge Mario Bergoglio.

La Parola del Signore «ci consola e incoraggia. Allo stesso tempo provoca la conversione, ci scuote, ci libera dalla paralisi dell'egoismo. Perché la sua Parola ha questo potere: di cambiare la vita, di far passare dall'oscurità alla luce». E la Parola «che salva non va in cerca di luoghi preservati, sterilizzati, sicuri. Viene nelle nostre complessità, nelle nostre oscurità. Oggi come allora Dio desidera visitare quei luoghi dove pensiamo che Egli non arrivi».

Ma la risposta non può essere «qualche preghiera formale, stando attenti che la sua verità non ci scuota dentro. Questa è un'ipocrisia nascosta». 

I primi destinatari della chiamata di Gesù «furono dei pescatori: non persone accuratamente selezionate in base alle capacità o uomini pii che stavano nel tempio a pregare, ma gente comune che lavorava». Gesù inizia «da un luogo di confine, cominciò da una periferia».

Francesco riflette: «A chi, cominciò a parlare Gesù? Il Vangelo dice che “mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli [...] che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: ‘Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini’”». Il Papa nota «quello che Gesù disse loro: vi farò pescatori di uomini. Parla a dei pescatori e usa un linguaggio loro comprensibile. Li attira a partire dalla loro vita: li chiama lì dove sono e come sono, per coinvolgerli nella sua stessa missione». 

Per seguire Gesù «non bastano i buoni impegni - evidenzia - occorre ascoltare ogni giorno la sua chiamata. Solo Lui, che ci conosce e ci ama fino in fondo, ci fa prendere il largo nel mare della vita. Come fece con quei discepoli che lo ascoltarono». Per questo motivo «abbiamo bisogno della sua Parola: di ascoltare, in mezzo alle migliaia di parole di ogni giorno, quella sola Parola che non ci parla di cose, ma ci parla di vita». 

Alla Messa in basilica vaticana partecipano anche il calciatore Nicolò Zaniolo e lo scienziato Antonino Zichichi. Sono tra le quaranta persone, scelte in rappresentanza di varie categorie, che ricevono alla fine della Celebrazione una Bibbia dal Papa. È il gesto simbolico scelto per la I Giornata della Parola di Dio.

Dopo la Messa, l’appuntamento con l’Angelus dalla finestra dello studio nel Palazzo apostolico. E questa mattina, in occasione della Giornata della Parola, i volontari della sezione romana-laziale dell'Unitalsi distribuiscono gratuitamente 4mila copie del «Messalino sulla Sua parola» donate dalla casa editrice Shalom.

Domani «ricorre il 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau - ricorda il Papa - Davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l'indifferenza ed è doverosa la memoria. Domani siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: mai più!». 

Il Pontefice rivolge anche un pensiero alle persone che sono state colpite dal coronavirus: «Desidero essere vicino e pregare per le persone malate a causa del virus che si è diffuso in Cina. Il Signore accolga i defunti nella sua pace, conforti le famiglie e sostenga il grande impegno della comunità cinese già messo in atto per combattere l’epidemia».

Una ragazza e un ragazzo dell'Azione cattolica sono accanto al Papa nella preghiera dell'Angelus. Rappresentano tutta l'Associazione giunta a piazza San Pietro per la «Carovana della Pace». E dal balcone del Palazzo apostolico vaticano leggono un messaggio: «Noi ragazzi dell'Acr (Azione cattolica dei ragazzi, ndr) siamo qui insieme a te, ai nostri genitori, educatori e amici per gridare la voglia di pace alla nostra città e al mondo intero! Grazie papa Francesco per ciò che sei e che rappresenti per noi. Ricordati che l'Acr prega sempre per te e oggi ti chiediamo di dire insieme a noi che “Roma Grida Pace”!».

DOMENICO AGASSO JR


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