Con la Lettera apostolica in forma di "Motu proprio" Antiquum ministerium, Papa Francesco istituisce il ministero di Catechista.
«Essere catechisti! Non lavorare da catechisti: questo non serve! Io lavoro da catechista perché mi piace insegnare... Ma se tu non sei catechista, non serve! Non sarai fecondo, non sarai feconda! Catechista è una vocazione: essere catechista, questa è la vocazione, non lavorare da catechista». Queste parole del Papa, tratte dal suo Discorso ai partecipanti al Congresso Internazionale sulla Catechesi del 27 settembre 2013, evidenziano come, fin dall'inizio del suo pontificato, Francesco abbia inteso il ruolo del catechista.
Un'idea espressa più volte negli anni seguenti: come nel Messaggio ai partecipanti al Primo Simposio Internazionale sulla Catechesi (Buenos Aires, 11-14 luglio 2017), in cui aveva ribadito che «la catechesi non è un lavoro o un compito esterno alla persona del catechista, ma si è catechisti e tutta la vita».
Più recentemente, papa Francesco ha sottolineato l'importanza del catechista nella trasmissione della fede. Nel Discorso ai partecipanti all'incontro promosso dall'Ufficio Catechistico Nazionale della CEI (30 gennaio 2021), Bergoglio ha sottolineato: «La catechesi è l'eco della Parola di Dio [...]. La catechesi è l'onda lunga della Parola di Dio per trasmettere nella vita la gioia del Vangelo. Grazie alla narrazione della catechesi, la Sacra Scrittura diventa "l'ambiente" in cui sentirsi parte della medesima storia di salvezza, incontrando i primi testimoni della fede. La catechesi è prendere per mano e accompagnare in questa storia».
Un ruolo fondamentale, che rappresenta anche lo sviluppo della dimensione evangelizzatrice dei laici, espressa nel Concilio Vaticano II. E che ora, con la Lettera apostolica in forma di "Motu proprio" Antiquum ministerium, papa Francesco riconosce come vero e proprio ministero.
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