Passa ai contenuti principali

Messaggio per la Pace. Il Papa: ogni guerra è un fratricidio

“La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica” è il tema del Messaggio del Papa in occasione della 53.ma Giornata Mondiale della Pace che si celebra il prossimo primo gennaio. “Non si ottiene la pace - scrive Francesco - se non la si spera” ravvivando la vocazione umana alla fratellanza.

La speranza ci mette in cammino sulla via del la pace mentre la sfiducia e la paura aumentano “la fragilità dei rapporti e il rischio di violenza”. Da qui il richiamo del Papa ad essere artigiani di pace, aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni, camminando anche verso una conversione ecologica che è un "nuovo sguardo sulla vita". Sono tanti gli aspetti toccati da Francesco nel Messaggio, diviso in 5 capitoli, per la 53.ma Giornata Mondiale della Pace dedicata al tema: “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”.

La speranza ci dà le ali per la pace
Aspirazione dell'umanità, “oggetto della nostra speranza”, “bene prezioso”. Francesco disegna così la pace, una meta verso la quale tendere nonostante le fatiche. “La speranza - scrive il Papa - è la virtù che ci mette in cammino, ci dà le ali per andare avanti, anche quando gli ostacoli sono insormontabili”. Il Pontefice ricorda “i segni della guerra e dei conflitti”, impressi “nella memoria e nella carne”, che “non cessano di colpire specialmente i più poveri ei più deboli”. Traumi che sono frutto di umiliazione, esclusione, lutto, ingiustizia come pure l'accanimento sistematico contro il proprio popolo e la propria famiglia.

La fratellanza è la vocazione dell'umanità
“Anche intere nazioni - si legge nel messaggio - stentano a liberarsi dalle catene dello sfruttamento e della corruzione, che alimentano odi e violenze”. Così gli uomini e le donne, i bambini e gli anziani sono privati ​​della dignità, dell'integrità fisica, della libertà, “compresa quella religiosa”. "Ogni guerra - scrive il Papa - si rivela un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana". Francesco spiega le ragioni della guerra che spesso nasce dall'insofferenza per la diversità dell'altro e che "fomenta il desiderio di possesso e la volontà di dominio".

Perversione e abusi di potere
La guerra scaturisce dal cuore dell'uomo inquinato dall'egoismo, dalla superbia e dall'odio verso l'altro, “immagine negativa” e perciò da cancellare ed escludere. È “perversione delle relazioni, delle ambizioni egemoniche, degli abusi di potere, della paura dell'altro e della differenza vista come ostacolo”. Ricordando quanto detto in Giappone, Francesco sottolinea che "la pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale" ma nascono solo da "un'etica globale di solidarietà e cooperazione" .

La fratellanza genera dialogo e fiducia
“Sfiducia e paura aumentano la fragilità dei rapporti e il rischio di violenza, in un circolo vizioso che non potrà mai condurre una relazione di pace. In questo senso, anche la dissuasione nucleare non può creare una sicurezza illusoria ”. Quale strada allora percorrere, spezzando la dinamica della diffidenza? “Dobbiamo perseguire - evidenzia il Papa nel Messaggio - una reale fratellanza, controllata sulla comune origine da Dio ed esercitata nel dialogo e nella fiducia reciproca. Il desiderio di pace è profondamente inscritto nel cuore dell'uomo e non dobbiamo rassegnarci a nulla che sia meno di questo ”.

La memoria del passato per un futuro di pace
“La memoria è l'orizzonte della speranza: molte volte nel buio delle guerre e dei conflitti, il ricordo anche di un piccolo gesto di solidarietà ricevuto può ispirare scelte coraggiose e persino eroiche, può rimettere in moto nuove energie e riaccendere nuova speranza nei singoli e nelle comunità ”. Francesco per questo ricorda il commovente incontro con gli Hibakusha , i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, che ancora oggi testimoniano l'orrore del passato per garantire e costruire un futuro “più giusto e fraterno”. La memoria infatti è “la radice” e “la traccia per le presenti e future scelte di pace”.

La pace, sfida che nasce dal cuore
Così, "aprire e tracciare un cammino di pace è una sfida, tanto più complessa in quanto gli interessi in gioco, nei rapporti tra persone, comunità e nazioni, sono molti e contradditori". Da qui l'appello del Papa “alla coscienza morale e alla volontà personale e politica”, perché la pace nasce dal cuore umano e “la volontà politica va sempre rinvigorita per aprire nuovi processi che riconcilino e uniscono persone e comunità”.
Artigiani di pace

Francesco usa l'immagine di un edificio da costruire per definire la pace, un cammino da fare insieme per cercare il bene comune, mantenere la parola data e rispettare il diritto. "Il mondo - spiega il Papa - non ha bisogno di parole vuote ma di testimoni convinti, di artigiani di pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni". La via da battere è il confronto, l'impegno a cercare la verità al di là delle diverse ideologie, facendo crescere la stima verso l'altro, “fino al punto di riconoscere nel nemico il volto di un fratello”. Un lavoro paziente che apre ad una speranza, “più forte della vendetta” e che può “risvegliare nelle persone la capacità di compassione e di solidarietà creativa”. La Chiesa pertanto, facendo memoria di Cristo, partecipa alla ricerca di un ordine giusto, servendo il bene comune.

Nel perdono riconoscersi fratelli
Francesco raccomanda di “abbandonare il desiderio di dominare gli altri" ed esorta ad imparare a guardarci a vicenda "come persone, come figli di Dio, come fratelli”. Camminando su questa strada si potrà rompere “la spirale della vendetta” e abbracciare la via della speranza. “Imparare a vivere nel perdono accresce la nostra capacità di diventare donne e uomini di pace”. La vera pace passa attraverso un sistema economico più giusto come sottolineava Benedetto XVI, dieci anni fa, nella Enciclica Caritas in veritate, invocando forme di attività economiche “caratterizzate da quote di gratuità e comunione”.

La conversione ecologica, sguardo nuovo sulla vita
Richiamando la Laudato si ', il Papa invoca una conversione ecologica dinanzi alle conseguenze della nostra ostilità verso gli altri, del mancato rispetto della casa comune e dello sfruttamento abusivo delle risorse naturali, viste come strumenti utili unicamente per il profitto di oggi , senza rispetto per le comunità locali, per il bene comune e per la natura ”. Il cammino intrapreso con il Sinodo sull'Amazzonia è uno sprone per rinnovare “una relazione pacifica tra la comunità e la terra, tra il presente e la memoria, tra le esperienze e le speranze”. Un cammino fatto di ascolto e contemplazione del dono di Dio che ci apre all'incontro con l'altro, sviluppando “il bene comune dell'intera famiglia umana”. “La conversione ecologica alla quale facciamo appello - scrive il Papa - ci conduce quindi ad un nuovo sguardo sulla vita, considerando la generosità del Creatore che ci ha donato la Terra e che ci richiama alla gioiosa sobrietà della condivisione”, lasciando “emergere tutte le conseguenze dell'incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo ”.

Si ottiene tanto quanto si spera
“Il cammino della riconciliazione - sottolinea Francesco nell'ultimo capitolo del Messaggio - richiede pazienza e fiducia. Non si ottiene la pace se non la si spera ”. È necessario crederci, ispirandosi all'amore di Dio per ciascuno di noi, “amore liberante, illimitato, gratuito, instancabile”. L'invito del Papa è di andare oltre le paure, fonte di conflitto, facendo crescere la cultura dell'incontro, “possibilità e dono dell'amore generoso di Dio”, per vivere la fraternità universale. Un cammino sostenuto, nei fedeli, dal sacramento della Riconciliazione, via sanante contro la violenza dei pensieri, delle parole e delle opere verso il prossimo e il creato. Nel perdono ricevuto ci si mette in cammino per offrirlo agli altri, giorno dopo giorno, arrivando a diventare sempre più “artigiani di giustizia e di pace”.

Benedetta Capelli - Città del Vaticano

FONTE: Vatican News

Per il Testo completo del Messaggio Clicca QUI

Commenti

Post popolari in questo blog

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….

Papa Giovanni Paolo II: anniversario della morte di Karol Wojtyla

Oggi, 2 aprile 2012, ricorre l’ anniversario della morte di Karol Józef Wojtyla , ovvero Papa Giovanni Paolo II . Nato a Wadowice il 18 maggio 1920, morì il 2 aprile 2005 a Roma dopo quasi 30 anni di pontificato. Infatti,  Karol Wojtyla  fu eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il suo fu il terzo pontificato più lungo della storia. In seguito alla sua morte, avvenuta ormai 7 anni fa,  Papa Giovanni Paolo II  fu proclamato  Beato  l’anno scorso (1° maggio), da  Papa Benedetto XVI  e, nel giorno del suo insediamento si festeggerà ogni anno il Papa, da molti considerato come il più grande di tutti i tempi.