“I cattolici devono tronare a fare politica, se non si impegnano peccano di omissione”. È stata questa l’esortazione di Mons. Francesco Favino, vescovo di Cassano all’Ionio, ma pugliese di nascita ed autore di una sintesi tra spiritualità e politica tra gli esempi di Aldo Moro, Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti. Moderato da don Carlo Latorre e con l’intervento dell’avvocato Eugenio Scagliusi, l’incontro è stato promosso dall’associazione Giovanni Paolo II. È stato proprio l’ex presidente del Consiglio comunale a fare l’analisi della situazione oggi: “Ci diciamo cattolici ma non sempre siamo coerenti – ha detto Scagliusi autore anche lui di saggi politici- i cattolici non riescono più ad incidere nei contesti sociali. Queste tre persone, Moro, La Pira e Dossetti sono accumunati dal voler studiare sempre, significa che non ci si improvvisa alla politica. Poi mettevano al centro la persona, oggi si passa dal web al parlamento”. L’analisi impietosa è stata condivisa da Mons. Favino che ha aggiunto: “Siamo nel tempo della comunicazione, ma dobbiamo spiegare il significato delle parole. La politica è in coma perché è asservita all’economia. Già nel 1979 ci fu l’analisi di quello che stiamo vivendo, cioè il nichilismo, dove tutti i valori sono uguali, non c’è un fine”. Per Favino non serve un partito dei cattolici, l’impegno dei cattolici invece si, con “una spiritualità che non sia solo religiosa ma disposizione dell’anima al bene e al giusto”. Esempi ci sono: “Per la Pira, Moro e Dossetti la politica è laica, non è clericale, non hanno mai ceduto alle ingerenze della Chiesa” ma serve “competenza, umiltà, moralità e onesta”. Parole che non hanno udito i politici di casa nostra, del tutto assenti all’incontro.
Roberto Centrone
Fax Polignano Ed. 05.05.2018
Fonte: La Centra
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