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Il vivere politicamente (recensione editoriale)

"... Nobilitare la politica non è impresa disperata; piuttosto, è un navigare in acque agitate che richiede passione e rispetto. Anche speranza, che è, in fondo, desiderio di andare oltre, di aspirare ad altro, di tendere a qualcosa di meglio...".


In libreria l'ultima fatica di Eugenio Scagliusi che non teme di aprire i confini della politica alla trascendenza! 
Con la prefazione di Gaetano Quagliariello

Non è la prima volta che Eugenio Scagliusi si preoccupa di dare dignità alla politica. Se nel precedente lavoro era lo strumento del dialogo a rinvigorire la civile e produttiva convivenza[1], questa volta il richiamo all’etica della responsabilità è ancora maggiore attraverso lo strumento dell’azione. Se nella precedente occasione si indicava nel dialogo uno stile, una prassi, un ethos di vita (la vita come dialogo), questa volta è la vita stessa che, diventando vita etica, nobilita la politica. Nucleo centrale della riflessione è l’azione, che è ciò che ci lega saldamente alla vita. Se nel precedente lavoro la bussola per la buona politica e la vita era il lògos – dialogo, questa volta lo è il lògos – azione. 
L’originalità della ricerca non consiste tanto nel parlare di politica parlando della vita, quanto nell’offrire alla politica una cura etica, risolvendo l’esigenza del vivere politicamente, cioè dell’impegno quotidiano di ognuno nel costruire la vita comune, nel vivere eticamente.
In questo modo, l’impegno a superare le criticità della politica diventa di tutti. Il percorso parte dall’esigenza di rieducarsi alla politica. Una politica che ci appartiene perché delegata ad occuparsi di noi, del nostro vivere comune. Una politica della quale, allora, ci si deve interessare quasi naturalmente perché parte di noi.
Non si può pensare al recupero della politica senza il recupero prioritario di ognuno di noi. Va recuperato il senso della dignità della persona umana e della sua centralità rispetto al mondo ed alla storia.
Non può esserci una buona politica senza indagine sulla tensione quotidiana dell’uomo ad organizzare i bisogni della propria vita, la propria e quella degli altri con i quali si relaziona. La vita è costituita da piccole infinite azioni quotidiane, cui bisogna dare valore nel loro insieme.
Il fare politica coincide con lo stare nella vita e nel mondo, nella società, nelle istituzioni. Con tutte le preoccupazioni, disagi, interessi, bisogni. Così, nobilitare la politica non è impresa disperata; piuttosto, è un navigare in acque agitate che richiede passione e rispetto. Anche speranza, che è, in fondo, desiderio di andare oltre, di aspirare ad altro, di tendere a qualcosa di meglio.
L’Autore non teme affatto di aprire i confini della politica alla trascendenza. Trova, invece, le motivazioni più profonde per l’impegno e l’azione politica, nella missione ad essere pienamente cittadini, presenti qui, oggi, nella storia, guardando ad un vita altra. Con condotte di vita, qui, oggi, nella storia, non da astratto iperuranio, ma da comportamenti concreti e reali derivanti dalla rivoluzione culturale operata con il cristianesimo.
Questo libro si presenta come una ricetta, come una prescrizione medica. Difronte alla malattia, la politica, tanti medici propongono cure diverse. Non è certo quale sia la migliore. Qui se ne propone una: il malato, la politica, deve curarsi da solo imponendosi una cura etica. Con buona pace di chi pone etica e politica su piani distinti e separati.

http://www.edizioniviverein.com/shop/il-vivere-politicamente/


[1] Per una politica del dialogo, Edizioni VivereIn, Roma, 2011, con prefazione di Gaetano Quagliariello.

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